La tribù delle due ruote che attraversa la città
- da La Stampa del 23.03.2012
23 March, 2012
Mirella Serri Roma
Volete godervi la libertà di non restare imbottigliati in mezzo al traffico, trovare sempre parcheggio, non essere condizionati dagli orari di chiusura della metro, viaggiare senza spendere una lira di benzina, fare un po’ di sport senza la noia della palestra? Un modo c’è: basta inforcare la sella di una bicicletta.
Ma perché l’esperienza mantenga le promesse occorre osservare alcune regole, ampiamente illustrate da Ilaria Sesana in «La manutenzione della bicicletta (e del ciclista in città)», edito da Salani. Perché il velocipede, oltre a garantire una libertà assai maggiore di quella consentita dall’auto e dai mezzi pubblici, aiuta anche a combattere il logorio della vita moderna.
Lo studio di un gruppo di ricercatori dell’Università di Lund (Svezia), condotto su un campione di 12 mila impiegati, ha messo in evidenza che fra quelli che compiono il tragitto casa-ufficio su quattro ruote lo stress è assai più diffuso che fra coloro che utilizzano le due ruote a pedali.
I secondi, inoltre, dormono meglio e, anche se può sembrare paradossale, al termine della giornata sono meno stanchi. E non basta. Oltre che per i singoli fruitori della bici, la diffusione di questo mezzo di trasporto porta benefici a tutti: meno polveri sottili e altri fattori di inquinamento dell’aria, quindi riduzione della spesa sanitaria e strade almeno in parte restituite ai cittadini. Secondo l’autrice, che cita due studi, uno danese e uno olandese pubblicato dalla Commissione Ue, per un percorso della medesima lunghezza i ciclisti inalerebbero la metà del benzene degli automobilisti (0,1 contro 0,2 microgrammi al minuto) e altrettanto succederebbe per il monossido dei carbonio e il biossido di azoto.
Un risultato particolarmente consolante per i bambini trasportati dai genitori sull’apposito seggiolino: anche loro respirerebbero aria migliore. La spiegazione di questo risultato a prima vista poco credibile? Il ciclista, sostengono i ricercatori, può rapidamente evitare gli ingorghi, spostandosi su percorsi meno intasati.
La bici permette di fare movimento salutare, in particolare di «sciogliere i muscoli della schiena che abbiamo maltrattato durante il giorno, stando chini davanti al pc». Il cuore del pedalatore si allena a battere più lentamente, migliora la resistenza alla fatica (i rischi di infarto si dimezzano), e in generale tutto l’apparato cardiocircolatorio si tonifica con beneficio soprattutto per gli ipertesi. Percorsi in forte salita e lunghe tappe a parte, la bici è consigliata anche agli anziani e ai soggetti in sovrappeso perché meno traumatica della corsa. Inutile ricordare le statistiche sulla minore longevità di coloro che non fanno attività fisica, anche se naturalmente non c’è solo il ciclismo per combattere la sedentarietà. Cosa si può chiedere di più a un mezzo di trasporto che offre, sul piano della salute fisica e mentale, tutti questi vantaggi?
Rammentiamoceli, questi regali, quando vedendoci passare un po’ sudati per lo sforzo, ci apostrofano con la classica battuta: «Hai voluto la bicicletta? Pedala!».