Bioeconomia: le potenzialità delle bioraffinerie integrate nel territorio
Catia Bastioli, AD di Novamont ha presentato all'Unione Europea gli sviluppi del settore delle bioplastiche, "che contribuisce a favorire l'innovazione e la crescita nelle aree locali svantaggiate". Il comunicato stampa dell'azienda
26 March, 2012
I leader industriali e politici si sono riuniti a Copenhagen in occasione della conferenza di lancio della nuova strategia di Bioeconomia della UE, alla presenza del Commissario Europeo per la ricerca e l'innovazione Marie Gheogenann Quinn, per fare il punto della situazione sulla Bioeconomia in Europa e analizzare le soluzioni che richiedono azioni congiunte tra gli Stati membri.
Marie Gheogenann Quinn ha messo in luce la necessità di passare a un'economia che utilizzi le risorse naturali in modo più sostenibile e intelligente e sviluppi completamente il
potenziale dei prodotti a base biologica.
Catia Bastioli, AD di Novamont, ha evidenziato il fatto che le bioplastiche e lo sviluppo di bioraffinerie, attraverso un approccio di sistema, possono favorire la crescita e aumentare le possibilità di impiego nelle zone rurali e in tutta la filiera produttiva, contribuendo così a rendere più competitiva la Bioeconomia europea, in linea con gli obiettivi definiti dalla UE nel Programma Horizon 2020.
Le bioraffinerie possono rivestire questo ruolo di fattori abilitanti per l'innovazione e la crescita grazie al forte allineamento in tutta la catena del valore tra coltivatori,
università/centri di ricerca e comunità locali. In questo modo si ottimizza il valore delle risorse locali e si permette alle regioni e/o alle diverse entità territoriali di esprimere il
proprio potenziale in termini di capacità di innovazione e competitività. Attraverso questo approccio di sistema, inoltre, i rifiuti non sono più uno scarto, ma diventano una risorsa
preziosa.
“Le tecnologie sono pronte e l'industria si impegna a fornire soluzioni competitive e sostenibili dal punto di vista economico e ambientale”, ha affermato Catia Bastioli. “In Sardegna, insieme a Polimeri Europa nella joint venture Matrica, ci stiamo impegnando nella costruzione di quella che diventerà la più grande bioraffineria di terza generazione in Europa e collaboriamo fianco a fianco con coltivatori, comunità
locali e istituti di ricerca. Le bioraffinerie di terza generazione ci consentiranno di realizzare bio-prodotti da raccolti coltivati in terreni marginali e non irrigui, oltre a rifiuti e residui che verranno valorizzati e utilizzati per generare l'energia necessaria per la fase di trasformazione. Questi sviluppi trainati dall'industria saranno il fattore chiave
che garantirà lo sviluppo di una Bioeconomia forte e matura in Europa. Per raggiungerne tutto il potenziale occorre però che l'Unione Europea e gli Stati membri collaborino insieme per mettere in atto il piano d'azione sulla Bioeconomia proposto dalla Commissione europea”.
Maraid McGuinness, in rappresentanza del Parlamento europeo e membro del Comitato per lo Sviluppo Rurale, ha a sua volta sottolineato l’importanza per il settore della Bioeconomia di una partnership attiva con gli agricoltori e ha citato l’esperienza Novamont e il suo approccio “inclusivo” come modello chiave cui ispirarsi.