Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”: i primi giudizi sulla sentenza della Consulta
Il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” esprime i primi giudizi sulla sentenza della Consulta. Per il Comitato l’Acquedotto pugliese non è mai stato trasformato in un soggetto pubblico come la sentenza stessa dichiara. Inoltre con la definizione di servizio idrico come “servizio pubblico locale di interesse generale, privo di rilevanza economica” la competenza sarebbe stata regionale e non governativa
26 March, 2012
Rispetto alla sentenza della Consulta del 21 marzo, pur riservandoci di esprimerci nel merito, come sempre dopo un’analisi approfondita e dettagliata della stessa, riteniamo di dovere chiarire alcuni punti essenziali.
1. La Consulta non ha bocciato la ripubblicizzazione del Servizio Idrico.
2. La Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge del governo pugliese, rimarcando le numerose incongruenze giuridiche. L’acquedotto pugliese SpA non è mai stato trasformato in un soggetto pubblico come la sentenza stessa dichiara.
3. Gli aspetti della norma dichiarati incostituzionali sono, in larga parte, riconducibili agli articoli licenziati dalla Regione Puglia, difformi dal testo originario elaborato con il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”–Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua a fine 2009 con il contributo di esperti costituzionalisti.
4. Fondamentale errore di carattere giuridico da parte del Governo regionale è stato quello di eliminare la definizione di servizio idrico come “servizio pubblico locale di interesse generale, privo di rilevanza economica”, attribuendo così automaticamente (ai sensi dell'art. 117 della Costituzione) la competenza in materia al Governo nazionale.
5. Inoltre, uno dei passaggi "imputati" è quello nel quale si dichiara che "Il servizio idrico integrato della Puglia è affidato a un’azienda pubblica regionale che realizza la parte prevalente della propria attività con l’ente pubblico che la controlla", accezione che è propria del regime di una Spa in house non di un soggetto di diritto pubblico.
Per un raffronto fra il disegno di legge licenziato dal tavolo tecnico congiunto (fra Comitato Pugliese-Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e Governo della Regione Puglia) con la legge approvata dal Consiglio regionale il 14 giugno 2011, si rinvia alla valutazione diffusa dal Comitato pugliese nel mese di giugno 2011 http://www.lacquanonsivende.blogspot.it/2011/06/comunicato-stampa-valutazioni-sulla.html, nella quale si mettono in evidenza le forti contraddizioni sui contenuti, oltre alle perplessità sulle modalità e i tempi dell’approvazione del Disegno di Legge http://www.lacquanonsivende.blogspot.it/2011/06/lettera-al-governo-regionale-su-legge.html.
Più volte il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua ha chiesto direttamente al Presidente della Regione Nichi Vendola e all’Assessore alle OO. PP. Fabiano Amati un confronto che, fra le altre cose, scongiurasse i rischi di illegittimità che si andavano profilando al quale, però, il Governo regionale si è sottratto, rivolgendo al Comitato in risposta solo gravi insinuazioni. http://www.lacquanonsivende.blogspot.it/2011/06/ass-amati-gravi-insinuazioni-contro-il.html http://www.lacquanonsivende.blogspot.it/2011/06/puglia-da-assessore-amati-affermazioni.html
Sono, purtroppo, intempestive le recenti scuse http://www.regione.puglia.it/index.php?page=pressregione&opz=display&id=12604 e, soprattutto, non sufficienti a cancellare i danni prodotti anche a causa della mancanza di ascolto, confronto e interlocuzione.