Rifiuti, il comitato Sos discarica Riano si appella a Zingaretti: «No a Quadro Alto e Pian dell'Olmo»
I cittadini chiedono a Zingaretti di farsi «portavoce di questi diritti». «Basta discariche sul modello Malagrotta. La Provincia faccia chiarezza sulle posizioni favorevoli a Pian dell'Olmo», scrive il comitato
12 April, 2012
Non ripetere il «modello Malagrotta» altrove, e dunque no alle ipotesi Quadro Alto e Pian dell'Olmo e no a discariche in altri luoghi. È l'appello del comitato Sos discarica Riano che, in una lettera al presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, chiede a Palazzo Valentini di farsi «portavoce di questi diritti, rendendosi al tempo stesso promotrice e sostenitrice di cicli virtuosi che valorizzino i rifiuti a risorsa economica e ambientale» percchè, spiega, «non si può continuare a ragionare su provvedimenti che ricadrebbero sulla vita delle comunità cittadine, sull'economia di un vasto territorio, sulla compromissione dell'ambiente, nonchè sulla salute della gente che, ci peritiamo di ricordare, è uno dei diritti primari sanciti dalla Costituzione Italiana».
«Malagrotta - scrive il comitato - è una fabbrica di percolato e di diossina, un mostro che uccide la gente e l'ambiente: chiuderla per aprirne un'altra da un'altra parte significherebbe semplicemente trasferire l'illegalità in un altro territorio, dando inizio altrove a ciò che non si può e non si deve continuare a fare a Malagrotta. Non v'è dubbio, infatti, che la risibile percentuale di raccolta differenziata e il deficit degli impianti di trattamento meccanico-biologico e di compostaggio a Roma non diano attualmente scampo al gravame delle oltre 2700 tonnellate di rifiuto indifferenziato giornaliero che vengono tuttora smaltite a Malagrotta, e che tal quale verrebbero riversate in qualsivoglia altra discarica si pensasse di allestire». «Nonostante le recenti inequivocabili dichiarazioni ufficiali rilasciate dal ministro Corrado Clini riguardo all'assoluta non idoneità dei siti 'S4' (Quadro Alto) e 'S5' (Procoio Vecchio - Pian dell'Olmo) a divenire luoghi di discarica per i rifiuti di Roma, dichiarazioni ampiamente supportate dal perentorio parere negativo espresso dall'Autorità Bacino del Tevere nonchè riflesse nel Memorandum del Ministero dell'Ambiente del 28 marzo 2012, rileviamo come - osserva il comitato - restino tuttora apparentemente non smentite alcune preoccupanti esternazioni fuori dal coro di matrice Pd - ci riferiamo nello specifico a posizioni espresse in favore di Pian dell'Olmo quale ipotesi di discarica temporanea per i rifiuti di Roma -, molte delle quali fuoriuscite dallo stesso ambito della Provincia».
«Riteniamo - sottolinea il comitato Sos discarica Riano - che questa ipotesi mantenga inopportunamente alimentate forti tensioni sociali su una popolazione già duramente provata da molti mesi di legittima opposizione, e chiediamo che su di essa venga resa ufficialmente chiarezza. Consideriamo che questo sia un atto dovuto, essendo ormai ben evidente come le soluzioni precedentemente indicate dalla Regione Lazio - fra di esse Quadro Alto e Pian dell'Olmo - risultino inidonee e illegali, nonchè scelte senza il supporto delle necessarie valutazioni ambientali e di rilievi preventivi bensì sulla base di meri 'riferimenti bibliograficì (come candidamente ammesso pochi giorni fa dall'Ing. Moretti, tecnico del prefetto Pecoraro, di fronte alla Commissione Ecomafie)». «Il momento decisionale è imminente, e mai come adesso è inderogabile essere cristallini sul fatto che la salute dei cittadini di Riano e la tutela del loro territorio devono essere al di sopra e al di fuori di ogni logica e compromesso politici - aggiunge il comitato - I cittadini tutti, indipendentemente dal loro orientamento politico individuale, si stanno battendo da mesi per questo, lo deve adesso manifestare apertamente la Provincia di Roma, schierandosi insieme ai cittadini dalla parte della legalità e della civiltà, affermando in tal senso senza mezzi termini che sia Quadro Alto che Pian dell'Olmo non si devono toccare. È un'occasione, questa, che la Provincia di Roma ha, per il tramite dei suoi Dirigenti, anche in vista della candidatura Pd a governare la Capitale d'Italia, per far sapere a tutti in modo non ambiguo che i principi guida della sua linea d'azione sono in via primaria gli interessi della cittadinanza».
«È fuori di ogni dubbio - continua la lettera - che la dichiarazione di un'emergenza rifiuti a Roma sia stata palesemente strumentale e fortemente cercata. È stata strumentale perchè, ne converrà, ha senso usare la parola emergenza quando è un grave ed imprevedibile accadimento a determinarla, come una calamità naturale o qualsivoglia causa di forza maggiore. Nel caso dei rifiuti a Roma, invece, la situazione che si è venuta a creare è unicamente scaturita dall'immobilismo istituzionale, che ha omesso negli anni di predisporre ed attuare per tempo i provvedimenti atti a prevenire un problema, nonostante su Malagrotta pendesse dal 2007 la procedura di infrazione e messa in mora istituita dalla Corte Europea di Giustizia, preferendo rifugiarsi in un meccanismo di continua proroga alle proroghe». «È non veritiera, l'emergenza, perchè se tale fosse stata quando ormai quasi un anno fa è stata dichiarata, le strade di Roma sarebbero già da tempo ridotte come lo erano quelle di Napoli alcuni mesi or sono - aggiunge il comitato - Ora, che Malagrotta debba chiudere non v'è dubbio alcuno: l'illegalità dei conferimenti di rifiuti non trattati è sotto gli occhi di tutti e i cittadini di quei luoghi hanno pagato negli anni un tributo altissimo di gravi malattie e morti (tanto che la Procura di Roma ha aperto un'indagine per far luce su alcuni casi sospetti di neoplasie fulminanti), per non parlare dell'irreversibile disastro ambientale di quel territorio, che i rapporti dell'ISPRA ben certificano. Queste sono le vere ragioni che devono indurre a chiudere il pluridecennale capitolo di Malagrotta, di cui il provvedimento sanzionatorio dell'Europa è solo la logica conseguenza». «Ribadiamo come cittadini il nostro bisogno e il nostro volere di legalità; se siamo in Europa dobbiamo agire come l'Europa, senza deroghe. E se c'è un immediato pre-emergenziale da gestire, sono disponibili provvedimenti transitori senza bisogno di mutilare nuovi territori, come ad esempio la soluzione adottata da Napoli, che si è rivelata fattibile, attuabile in tempi rapidi, e ha risolto un'emergenza già in atto, risultando al tempo stesso anche economicamente vantaggiosa», conclude la lettera.