Quinto conto energia, non si placano le polemiche
Anche Anev, Ises e Aper si uniscono al coro di proteste sul nuovo schema di incentivi per il fotovoltaico e sul decreto per le altre rinnovabili. Il senatore Ferrante, intanto, spera che sia la Conferenza Stato-Regioni a rivedere i due provvedimenti
13 April, 2012
“Nonostante le recenti rassicurazioni pubbliche del sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico De Vincenti e del capo dipartimento Senni alle associazioni di categoria sul fatto che queste sarebbero state ascoltate in merito ai decreti attuativi del D. Lgs. 28/2011, il governo ha disatteso questo impegno presentando alla stampa i contenuti dei provvedimenti”. Lo scrivono, in una nota congiunta, tre associazioni del settore: Anev (Associazione Nazionale Energia dal Vento), Aper (Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili) e Ises Italia (International Solar Energy Society).
Le associazioni si dicono sorprese dal “completo disinteresse del ministero dello Sviluppo Economico, guidato da Corrado Passera, verso un settore, quello delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, che meriterebbe una visione strategica più lungimirante per continuare a sostenere la crescita e lo sviluppo del nostro Paese”. Oltre al metodo, Anev, Aper e Ises, contestano anche il merito dei nuovi provvedimenti. “Alle censure rispetto alla forma di comunicazione scelta dal Governo - una conferenza stampa di presentazione, senza il preventivo confronto tecnico concordato e comunque dovuto con gli operatori - si devono aggiungere quelle, più gravi, per i provvedimenti annunciati che, se venissero adottati, non consentirebbero certo di passare dal 26% al 35% di energia elettrica da fonti rinnovabili (nel 2020), ma addirittura rischiano di invertire la tendenza”.
Ma a preoccupare le associazioni è anche il rinvio del pagamento dei Certificati Verdi riferiti alla produzione elettrica effettivamente immessa in rete negli anni passati, pagamento che deve essere effettuato a giugno. “Infine – scrivono Anev, Aper e Ises - si deve constatare che, ancora una volta, un principio fondamentale come quello del rispetto e della salvaguardia dei diritti acquisiti viene calpestato con l’introduzione di nuovi oneri su impianti esistenti, mentre nello stesso tempo, peraltro, non si interviene, come invece richiesto da più parti, sull’eliminazione di oneri impropri nella bolletta elettrica”.
Oltre alle associazioni del settore delle rinnovabili, si schiera contro il Quinto conto energia anche il senatore Pd Francesco Ferrante, che critica anche il decreto sulle altre rinnovabili elettriche. “L'introduzione dei registri anche per i piccoli impianti rischia di uccidere un intero settore industriale – scrive Ferrante - ma ci sono anche evidenti storture incomprensibili di dettaglio come ad esempio il fatto che non sia stato confermato il sistema premiante per chi, installando il fotovoltaico sui tetti, li bonifichi dall'amianto. Secondo il senatore, inoltre, nella stesura
dell'ennesimo Conto energia sul fotovoltaico è mancato un adeguato confronto con la rappresentanza del settore. “Il testo – aggiunge - sconta tutta una serie di criticità che rischiano seriamente di vanificare gli ottimi risultati raggiunti in termini di riduzione di CO2, posti di lavoro e in prospettiva di riduzione delle tariffe energetiche”.
L'auspicio dell'esponente del Pd è che sia la Conferenza Stato - Regioni a intervenire sul testo, non solo confermando il bonus per la rimozione dell'amianto, ma anche modificando una norma sul minieolico, “I produttori italiani costruiscono pale di aerogeneratori da 55 KW – osserva Ferrante - quindi il registro dai 50 KW favorisce sostanzialmente quelli più piccoli, prodotti in Cina”. Infine, il senatore Ecodem sottolinea che “dall'orizzonte del Governo sembra scomparso il decreto su rinnovabili termiche. Una scomparsa che penalizza ancora una volta le politiche sull'efficienza
energetica”.