Milano compra tutto alla spina, è la ecospesa più conveniente
da La Repubblica del 27.04.2012
28 April, 2012
Dopo i detersivi arrivano anche vini, liquori e cereali venduti secondo la tradizione
Il contenitore si acquista solo la prima volta e poi si ricarica direttamente dal fornitore
di LUCIA LANDONI
Detersivi e prodotti per l’igiene personale, ma anche latte, vino, olio e legumi: è l’offerta della Milano 'alla spina', quella dei negozi dove non si usano imballaggi e i contenitori si riciclano. Questi punti vendita si stanno moltiplicando, premiati dalla clientela perché abbinano rispetto dell’ambiente e convenienza. «Voglio avvicinare i milanesi a una filosofia di consumo consapevole — dice Martha Waibl di Ricarica, negozio di detersivi in zona Sarpi (www.facebook.com/ricaricamilano) —. Da quando ho aperto la domanda è cresciuta in modo esponenziale. Arrivano casalinghe, pensionati e tanti curiosi attratti dalle taniche in vetrina».
Il contenitore di plastica si compra la prima volta (costa da 50 centesimi a 1.50) o lo si porta da casa. «È bello vedere clienti che da mesi usano lo stesso flacone o ragazzi che regalano alla mamma una fornitura di concentrato per piatti — continua Martha —. I prezzi dei detersivi biologici sono più alti di quelli tradizionali, che comunque vendiamo sfusi, ma il risparmio sta nel consumo ridotto che se ne fa».
Il segreto è la possibilità di acquistare la quantità desiderata dei prodotti, riducendo gli sprechi. «Gli anziani non riescono a trasportare le confezioni standard — spiegano Andrea Maraffino e Marco Beretta, che gestiscono MioBio, negozio di alimentari bio in via Thaon de Revel (www.mio-bio.it) —. Da noi trovano vino, detersivi, cereali e legumi alla spina. Il cliente versa
ciò che vuole nei contenitori che porta da casa. Non abbiamo sacchetti. Chi li scorda va via con la merce avvolta in carta di giornale o stipata nelle cassette delle aziende agricole».
Tratta con i produttori, abbattendo i costi di imbottigliamento e trasporto, anche Rocco Filardi. Originario di Campomaggiore, vicino a Potenza, ha «portato a Milano un po' di Basilicata» con Il Torchio (www.iltorchio33.it) di via Aselli. Le cisterne in acciaio contengono 1500 litri di vino l’una e le latte l’olio «arrivano dal frantoio del mio paese». Rocco vende Chardonnay, Merlot e Montepulciano, e garantisce un risparmio che deriva dall’eliminazione di bottiglie ed etichette. «Chi vuole la bottiglia la paga 60 centesimi. Così la gente si ricorda di portarsi il contenitore — sorride Rocco —. Altrimenti ci sono le damigiane o le sacche alimentari (ognuna contiene l’equivalente di 13 bottiglie ma ingombra meno)».
Il commercio di vino sfuso non è peraltro appannaggio esclusivo dei piccoli negozi: a Milano si contano tre punti vendita della catena tedesca Vom Fass (www.vomfass.it), specializzata in liquori e distillati alla spina. Il cliente è accolto dai colori di centinaia di ampolle, tra le quali può scegliere il prodotto preferito. Anche qui la bottiglia si compra la prima volta e poi si riutilizza.
Ma non tutti sono entusiasti del commercio alla spina: Francesco Buttà ha sospeso l’attività di QuiLatte (www.quilatte.it), sistema di distribuzione itinerante di latte crudo, per le pressioni delle catene di supermercati. «Hanno messo in giro la voce che il latte appena munto non dà garanzie igieniche e la clientela si è dimezzata — racconta —. Ma tanti sentono la mancanza del nostro furgone fuori dalle scuole e dalle fermate della metro. Apriremo una pagina Facebook per raccogliere le opinioni della gente e chiedere al Comune l’appoggio per estendere l’esperimento a tutta la città. Milano vuole il latte alla spina».