Illuminazione pubblica: i costi aumentano e qualche comune spegne i lampioni
Aumenta il costo dell'elettricità e per contenere la spesa pubblica alcune amministrazioni comunali cominciano a ridurre l'illuminazione, spegnendo i lampioni nelle ore in cui il traffico è limitato o nelle aree meno frequentate. I casi di Piove di Sacco e Felonica
16 May, 2012
Tempi duri, per le casse degli Enti comunali, alle prese con la crisi e con la necessità di ridurre la spesa pubblica. Una delle voci di bilancio che potrebbe essere alleggerita in modo significativo è quella dell'illuminazione pubblica, per la quale l'Italia spende, al pari della Spagna, più soldi della maggior parte degli altri Paesi Ue.
Non è un caso, allora, che proprio in questo momento in cui la spending review è all'ordine del giorno, alcune amministrazioni stiano iniziando a ragionare sulla possibilità di risparmiare sulla spesa per i lampioni, non solo installando dispositivi ad alta efficienza ma anche riducendo l'illuminazione in città. Come il Comune di Piove di Sacco, una cittadina di circa 20.000 abitanti in provincia di Padova, dove è stata emanata un'ordinanza (vedi allegato) che dispone lo spegnimento della maggior parte dei punti luce nelle ore notturne, quelle in cui il traffico e il passaggio dei pedoni sono particolarmente ridotti. «Il sindaco – si legge nel testo dell'ordinanza – ordina al responsabile dell’ufficio Impianti dell’Area I di spegnere dalle ore 1 alle 5 gli impianti di illuminazione pubblica, ad eccezione dei punti luce ricadenti nelle aree videosorvegliate del territorio comunale». La decisione di spegnere i lampioni è seguita a uno studio realizzato dall'ufficio Impianti ed è stata ufficializzata solo dopo il parere favorevole del comando di Polizia locale.
Dello stesso tenore la misura varata dal Comune di Felonica, piccolo centro di circa 1.500 abitanti vicino Mantova, alle prese con un rincaro del 10% della tariffa per l'elettricità. In questo caso, l'amministrazione ha deciso di lasciare al buio alcune parti del territorio comunale. Prima di tutto, sono stati spenti i lampioni dell'area artigianale che sorge nei pressi della stazione ferroviaria, fino a poco tempo fa illuminata nonostante l'assenza di attività notturne. Su via Marconi, la strada che conduce alla stazione, resterà invece acceso solo un punto luce su tre, così come sull'argine del Po, dove la luce sarà ridotta solo nel periodo invernale (15 ottobre – 15 aprile). L'obiettivo dell'amministrazione comunale, comunque, è quello di estendere il progetto, riducendo ulteriormente i costi e i consumi legati all'illuminazione pubblica. L'idea, in pratica, è quella di ridurre la potenza dei lampioni in tutte le strade del paese, tagliando la spesa energetica almeno del 10%.
Le misure permetteranno non solo di ridurre gli sprechi e risparmiare sulla bolletta della luce, ma anche di contrastare l'inquinamento luminoso che affligge molte città italiane. In questo senso, potrebbe fare scuola anche da noi il provvedimento adottato recentemente a Taipei, la capitale di Taiwan, dove l'amministrazione ha deciso di imporre un limite all'intensità delle insegne pubblicitarie e degli schermi giganti installati sulle facciate dei palazzi. I dettagli delle nuove norme non sono ancora stati definiti, ma è certo che saranno previste delle multe fino a 1.300 euro per coloro che non rispetteranno i limiti di intensità luminosa.