Taranto, raddoppio inceneritore di Massafra: «L’Arpa valuterà con rigore»
Il prof. Giorgio Assennato, direttore generale Arpa Puglia intervistato sul raddoppio dell'inceneritore con recupero di energia di Massafra: «L’Arpa valuterà con rigore. Il contesto non è secondario, il nuovo impianto è previsto in un'area critica». www.corrieredelgiorno.com del 17 maggio 2012 - Massimo D'Onofrio
21 May, 2012
Il signore delle polveri sottili dice che serve rigore. Giorgio Assennato, direttore generale dell’Arpa, guarda ben oltre l’orizzonte del raddoppio dell’unico termovalorizzatore attivo in Puglia. E vede una realtà complessa e, dal punto di vista ambientale, fragilissima in cui ci sono anche Statte e Taranto. «E’ un’area critica» sostiene Assennato con indiscutibile cognizione di causa alla vigilia della conferenza dei servizi in Provincia di domani, dove si dovrà valutare un progetto – anche finanziariamente – di notevole impatto: 60 milioni di euro, parola e cifre di Antonio Albanese.
Il prof. Giorgio Assennato, direttore generale Arpa Puglia
«L’Arpa – sottolinea il direttore – è impegnata nella valutazione di un impianto che andrebbe a incidere in una stessa area a pochi chilometri da Massafra e Statte e che fa parte di una zona condizionata da ben altri impatti antropici». Il “contesto”, insomma, non è secondario rispetto al merito del progetto su cui, Assennato tiene a ribadirlo, «si pronuncerà il dipartimento di Taranto». Ciò che preme sottolineare al direttore generale è un altro aspetto, questo sì di portata più ampia: «L’Arpa sarà molto attenta nel fare una valutazione in funzione di sorgenti d’emissione molteplici». E ricorda che «tempo fa abbiamo espresso parere negativo all’impianto Bio Energie, proprio a Massafra, nel quale si dovevano produrre biogas».
Nulla in comune, ovviamente, con le 94.000 tonnellate/anno di Cdr convertite in energia dall’inceneritore del gruppo Marcegalia-Cisa, un gigante da 10 megawatt di potenza (per 75 Gigawattora di energia elettrica prodotta) che, se avesse il nulla osta necessario, raddoppierebbe dimensioni e prestazioni. Per questo Assennato vuole «rassicurare la comunità ionica», quindi non solo quella di Massafra, che «l’Arpa sarà presente alla conferenza dei servizi a tutela dell’ambiente e della salute assieme agli altri enti».
Del resto, non potrebbe essere diversamente: «Come organo di controllo ambientale – riflette il direttore generale – abbiamo una grande responsabilità. E in questo senso stiamo collaborando attivamente con la Commissione Ambiente del Consiglio regionale nella predisposizione del disegno di legge sul danno sanitario con conseguente riduzione delle emissioni». Assennato cita il benzopirene e gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), “nemici invisibili” da abbattere per innalzare la qualità dell’aria: «In quest’ottica – ragiona – ne consegue che qualunque aggravio di emissioni diverso da zero sarà valutato con rigore».
Nel caso specifico del termovalorizzatore, Assennato ha un’idea molto netta: «Quelli di ultima generazione, come credo sia anche quello di Massafra, hanno un altissimo livello tecnologico e riescono ad ottenere una grande riduzione degli impatti ambientali, che sono oggettivamente modesti». Di più: «A titolo personale, posso dire che non sono contrario, perché effettivamente questi impianti hanno prestazioni tecnologiche e ambientali che permettono basse emissioni».
Il problema, semmai, è un altro. E Assennato lo spiega con chiarezza: «Il problema vero è la compatibilità ambientale e territoriale specifica, ossia data la situazione. È ovvio che se un impianto del genere viene proposto in un’area deserta, non antropizzata e senza pressioni ambientali rilevanti, il contesto è differente a parità di prestazioni Aia. Nel caso di Massafra, data la situazione territoriale tarantina, che lo ricordo è oggetto di perizia epidemiologica anche con riguardo a Massafra e Statte, la valutazione va fatta con molto rigore». Senza pregiudizi ma con molto giudizio.
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