Terremoti ed edilizia antisismica. Solo il 30% degli edifici nelle zone più a rischio è a norma
Nostra intervista a Roberto De Marco, ex direttore del servizio sismico nazionale. (Direttore fino al 2002...)
06 April, 2009
Quanto dell'edificato italino è costruito secondo criteri antisismici?
Quasi soltanto ciò che è stato costruito dopo il terremoto dell'Irpinia del 1980. Pochissimo del vecchio patrimonio edilizio è stato messo a norma, e poi ovviamente c'è l'abusivismo che sfugge ai controlli, e ci sono stati condoni.
Quanto è sicuro un edificio antisismico?
Non ci si può illudere che un terremoto non faccia danni. In particolare nelle zone abruzzesi che sono considerate tra le più a rischio in Italia. Le norme e le tecniche antisismiche sono studiare per limitare i danni e soprattutto per evitare che le persone muoiano.
Ma sul vecchio edificato cosa si può fare?
Negli ultimi 20-30 anni è andata molto avanti la ricerca su come mettere in sicurezza gli edifici, sia quelli in muratura che in cemento armato. E' stato rivalutato il vecchio rimedio di mettere delle catene, si fanno iniezioni alle fondamenta, si inseriscono micropali, e reti elettrosaldate. Certo sono interventi costosi.
E lo stato non ha fatto niente per incentivare queste ristrutturazoni?
Si, c'è stato il famoso provvedimento del 35 % di detraibilità per spese di ristrutturazione ovvero manutenzioni straordinarie. Ma evidentemente non bastava, visto che la maggior parte degli edifici non è stata protetta. Gli interventi su edifici storico-artistici poi sono ancora più impegnativi perchè si tratta anche di conservarli non solo di rafforzarli.
Ci sono statistiche?
Si presume che circa il 30% degli edifici delle zone tradizionalmente definite come sismiche sia a norma. Poi bisogna vedere se gli fanno le manutenzioni. Ma la distinzione tra zone sismiche e non sismiche è stata superata e criteri antisismici - in misura maggiore o minore secondo le valutazioni delle regioni e dei progettisti - vanno tenuti presente ovunque: quindi oggi si può dire che sia antisismico il 20% dell'edificato nazionale.
E' vero che prevenire i danni attraverso le ristrutturazioni costerebbe meno che soccorrere gli sfollati e ricostruire da zero?
In teoria sì, ma in pratica non abbiamo le prove, perchè da nessuna parte in Italia si è fatta una vera prevenzione, quindi non si possono fare confronti economici.
Ma i paragoni col Giappone o la California dove le stesse scosse fanno assai emno danni?
Non si possono fare confrontri precisi con paesi così diversi.
E allora?
In ogni caso la prevenzione è doverosa perchè stiamo parlando di vite umane. E la sollecitazione e l'aiuto pubblico alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio sarebbe - coem dicono gli ambientalisti - la " più grande opera pubblica" necessaria all'Italia.
Sono gli stessi interventi necessari al risparmio energetico?
Tecnicamente no, sono diversi. Ma non c'è dubbio che se si mette mano a un edificio è più conveniente fare contemporaneamente ambo le cose.
Si può prevedere una scossa di terremoto ordianndo l'evacuazione?
No
LETTI PER VOI - Edifici elastici - Luigi dell'Aglio da Il Sole 24 Ore del 07.06.2002