Puglia: polemiche Vendola-Comitato acqua pubblica
Il Forum pugliese e il governatore sono ai ferri corti. Motivo: le iniziative della Regione in materia di disciplina dei servizi pubblici locali. "Dobbiamo evitare la penetrazione delle organizzazione criminali" dice il Presidente. "Servono battaglie politiche e culturali per fermare l'onda privatizzatrice", affermano i sostenitori di base
04 June, 2012
In regione Puglia infuria la polemica tra il presidente della regione, Nichi Vendola, e il Comitato pugliese “Acqua bene comune” (www.acquabenecomune.org). Il Comitato, aderente al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, accusa il governatore della regione di voler mettere le mani avanti rispetto al quadro normativo nazionale che, in materia di servizi pubblici locali, si è venuto nel tempo a creare e al rischio legato all'ingresso dei privati nella gestione dell'acqua in particolare. Vendola, con una lettera pubblicata ieri sul quotidiano "il manifesto", smentisce il Comitato pugliese e ribadisce il ruolo avuto dalla regione Puglia nei confronti del decreto legge 138 del 2011 con il ricorso presentato a suo tempo davanti alla Corte costituzionale. "Il quadro afferma - il governatore della Puglia - è giuridicamente blindato e occorrerebbe una battaglia culturale e politica per segnalare la natura autoritaria di un disegno di riforma che è in radicale contrasto con l'esito dei referendum". Per Vendola il quadro normativo si è completato sia attraverso il decreto "Salva Italia" (il comma 1 dell'articolo 14 del decreto legge) sia attravreso il decreto legislativo 1 del 2012 (commi 4 e 5 dell'articolo 25, che parla espressamente di promozione della concorrenza nei servizi pubblici locali). "A fronte di questo quadro - sostiene il presidente della giunta regionale - e in caso di bocciatura del nostro ricorso dinanzi al giudice costituzionale, occorre irrobustire il ruolo del pubblico nelle sue prerogative di programmazione, regolazione e controllo". Una posizione, quella del governatore, nuovamente criticata dal Comitato pugliese, che in un successivo comunicato afferma che "predisporsi alla bocciatura dinanzi al giudice costituzionale e di annunciarlo pubblicamente ancor prima che tale eventualità si sia verificata, ci sembra quantomeno prematuro". Il Comitato giudica infine politicamente sbagliato arrendersi al ruolo che le norme statali hanno definito per gli operatori pubblici del settore. La polemica continua.