Da settembre il Quinto conto energia
Le voci in circolazione prevedono un'adesione solo parziale alle richieste delle Regioni. Niente di fatto, in particolare, per quanto riguarda lo slittamento dell'entrata in vigore dei nuovi incentivi: resta l'indicazione dei 30 giorni a partire dal raggiungimento della spesa annua complessiva di 6 miliardi - Dal Sole 24 Ore del 17.06.2012
18 June, 2012
di Federico Rendina
Scatterà con tutta probabilità il primo settembre il "Quinto conto energia" che ridimensiona i nuovi incentivi al solare fotovoltaico. E in contemporanea cominceranno a carburare anche gli aiuti alle altre energie verdi finora rimaste dietro le quinte: il solare termico, le biomasse, le geotermia. I tecnici del ministero dello Sviluppo sono impegnati in queste ore sulle ultime limature ai due decreti legislativi, che saranno varati, promette il governo, entro i primi giorni della prossima settimana.
Pochi spazi, a quanto si apprende, per recepire le richieste di modifica formulate in extremis dalle regioni. Ma qualche aggiustamento arriverà. Non sui tempi di partenza del nuovo e più avaro regime di aiuti, che partirà come previsto nella bozza governativa dopo 30 giorni dal superamento del tetto dei 6 miliardi di euro l'anno di incentivi previsto per il quarto conto energia in vigore, con al massimo una "microproroga" al primo giorno del mese successivo. I conti sono presto fatti: ieri il "contatore fotovoltaico" pubblicato sul sito del Gse (il Gestore dei sistemi energetici che amministra gli incentivi) segnava quasi 366mila impianti in esercizio per circa 13.500 megawatt di potenza complessiva, corrispondenti ad un monte incentivi di oltre 5.750 milioni di euro l'anno a cui vanno aggiunti 56 milioni di euro di impianti già realizzati e certificati ma non ancora in esercizio. Nelle stime degli esperti la boa dei 6 miliardi dovrebbe essere comunque doppiata entro fine luglio.
Partire in ogni caso non prima di ottobre, avevano chiesto le regioni. Niente da fare. Qualche mediazione è invece allo studio sugli altri punti contesi. Ad esempio sul versante assai critico delle aste competitive introdotte per stilare i registri dei nuovi impianti ammessi a incentivazione. La richiesta di allargare almeno un po' la platea degli impianti esonerati dal registro, e quindi liberi dalla classifica che lascerà fuori quelli che non rientreranno nei nuovi parametri premianti (riguardo ad esempio alla tipologia di costruzione e installazione) potrebbe essere accolta, almeno in parte.
L'ultima bozza di decreto prevede l'esenzione dal registro solo per le piccolissime installazioni, quelle di potenza non superiore ai 12 kilowatt. Le regioni chiedono l'estensione a 100 kilowatt. Il Governo studia un ammorbidimento, ma solo per alcune tipologie: soglie di potenza più alte (50 kilowatt) saranno concesse ad esempio per gli impianti a concentrazione, o ai pannelli solari che sostituiscono le coperture di amianto. Rispunta, come avevano chiesto a gran voce le Regioni, anche il premio per le apparecchiature "made in Europe", che però sarà mitigato definendo requisiti di certificazione stringenti e sovrapponendolo ad una tariffa base un po' più bassa rispetto a quella prevista per gli altri impianti.
Qualche ritocco in vista anche per i nuovi tetti di spesa complessiva. Ai 500 milioni di euro aggiuntivi previsti nell'ultima bozza governativa verranno aggiunti probabilmente altri 500 milioni, ma da ripartire (le proporzioni sono allo studio in queste ore) tra il fotovoltaico e le altre fonti verdi regolate nel secondo decreto.