La crisi insegna anche a sopportare. In calo le vendite di condizionatori
Nessun boom, nonostante il clima, si cercano soprattutto i più economici ventilatori - da La Repubblica del 22.06.2012
22 June, 2012
Mariachiara Giacosa
Arriva il caldo tropicale, ma i piemontesi non rinunciano a tener d’occhio il portafoglio. Difficile per ora fare previsioni su come andranno le vendite di pinguini, condizionatori e ventilatori, ma i primi dati parlano di un calo del 10 per cento rispetto allo scorso anno.
Il caldo, in effetti, è scoppiato solo da pochi giorni e, in tempi di soldi scarsi e bilanci famigliari sempre più risicati, chi ha in testa di comprare un condizionatore aspetta fino all’ultimo per essere sicuro che la spesa valga la pena. Inutile tirar fuori tanti soldi se poi i trenta gradi son questione di due o tre giorni, o poco più. Per chi poi rinuncerà alle ferie il condizionatore potrebbe essere un regalo di consolazione per rinfrescare i mesi estivi da passare a casa. Se lo augurano i responsabili di negozi e supermercati che per provare a
convincere anche i compratori più titubanti espongono, spesso all’ingresso in posizioni privilegiate, muraglie di prodotti in offerta.
«Offerte da brivido», «Niente Iva, sconti del 21 per cento» e «Freddo in saldo» recitano i cartelli pubblicitari della grande distribuzione.
«Le vendite sono iniziate da poco, e in ritardo rispetto all’anno scorso, perché prima non faceva caldo e ormai chi compra aspetta fino all’ultimo — spiegano al punto vendita Darty di via Lagrange — Vendiamo 15-20 condizionatori al giorno, con punte di una cinquantina nel fine settimana». Stesso discorso da Auchan dove l’asticella delle vendite è in recupero, ma a piccoli passi. Si vendono bene i ventilatori a pale, che non costano cifre astronomiche e sono alla portata di tutti, mentre arrancano i prodotti più cari e cioè i condizionatori. «Il boom non c’è stato — spiega Santo Grasso, direttore dell’Ipermercato Auchan di Torino — ma stiamo vendendo qualche pezzo in più rispetto allo scorso anno». Secondo Confersercenti, che rappresenta i pochi negozi di casalinghi indipendenti rimasti sul mercato senza essere fagocitati dalla grande distribuzione, la corsa all’acquisto va molto a rilento e anzi «chi compra — spiegano dall’associazione — lo fa con grande attenzione alla spesa». In generale per un condizionatore si possono spendere da 149 euro fino a 1300. La spesa media è contenuta e si ferma a 299 euro. La scelta dei torinesi va a favore dei modelli portatili, tipo il «pinguino», preferiti rispetto a quelli, più cari e che richiedono l’installazione di un professionista, che si posizionano a parete.
L’acquisto è comunque solo la prima metà del problema: una volta comprato il condizionatore va usato e a quel punto i suoi effetti si vedono sui consumi di energia e sulla bolletta. Comunque chi ha il condizionatore a casa, bolletta o non bolletta, ha iniziato a usarlo. Negli ultimi giorni i consumi a Torino sono cresciuti. La potenza erogata dalle stazioni di Iren Energia a Torino è stata di 437 megawatt lunedì, 450 martedì, 456 mercoledì e 467 ieri, in base alle rilevazioni delle 11 di mattina, che è l’orario in cui si registrano i picchi di consumo. Un trend destinato a salire visto le previsioni per i prossimi giorni.