Acqua. Eco dalle Città alla scoperta di Smat
Eco dalle Città a colloquio con Paolo Romano, amministratore delegato dell'azienda che si occupa del servizio idrico integrato nel torinese: i numeri della società, la tariffa acqua dopo il referendum del giugno 2011, i Punti acqua Smat
03 July, 2012
A Roma in questo momento uno degli argomenti caldi è la vendita di una quota di Acea da parte del Comune. Anche a Torino potrebbe accade una cosa del genere? Partendo da questo argomento inizia la chiacchierata di Eco dalle Città con l'amministratore delegato di Smat, Paolo Romano: “La situazione è completamente diversa. Acea è una multiutility quotata in borsa. Smat invece è una società completamente pubblica”.
I numeri di Smat
Paolo Romano descrive e tratteggia le dimensioni (anche economiche) dell'azienda: “Smat serve 280 comuni all'incirca tutta la provincia di Torino e svolge attività finalizzate principalmente al servizio idrico integrato. Queste attività hanno consentito a Smat di avere avuto nel 2011 un utile netto di 26 milioni di euro (contro i 17 milioni del 2010) per un fatturato di circa 300 milioni di euro e con investimenti che vanno dai 70 ai 100 milioni di euro”. L'ad Smat ci tiene a ricordare un'altra differenza tra Roma e Torino: l'azienda torinese eroga il servizio su area vasta: “Sarebbe più facile e remunerativo fare servizio solo su Torino e l'area metropolitana che rappresentano zone dense. Ma dovendo portare l'acqua fino alle famiglie delle alte vallate ci troviamo ad affrontare dei costi che non sono ripagati dai pochi utenti che abitano in quelle zone. E qui entra in gioco il meccanismo solidaristico legato alla tariffa - sottolinea Paolo Romano - dove alcuni cittadini danno solidarietà ad altri. Realizzare questo significa che siamo stati in grado di trasformare il servizio idrico in un servizio sociale”.
La tariffa acqua dopo il referendum del giugno 2011
Rimanendo in campo economico, una delle questioni rimaste aperte dopo l'esito del secondo referendum sull'acqua del giugno 2011 riguarda la remunerazione del capitale investito. Alla luce di questo risultato l'Aeeg è attualmente impegnata nella redazione del nuovo metodo per il calcolo della tariffa. “Stiamo aspettando che l'Autority indichi il nuovo metodo per il calcolo della tariffa - ha continuato Romano - Prima avevamo il metodo normalizzato, che per definire la tariffa stabiliva che dovevano essere fatte una serie di cose. Ora, sulla base del referendum, non è più possibile reinserire il 7% del capitale investito. Come si consentirà di investire il capitale? Lo sta studiando l'Aeeg. Entro la fine dell'anno dovrebbero indicare il metodo da utilizzare per la fase transitoria (2013), che terrà conto anche dell'esito referendario. Vedremo cosa ne uscirà”.
Con il secondo quesito referendario si apre quindi un problema per gli investimenti e sul sistema tariffario?
“Bisognerà comunque fare in modo che sia garantita la sostenibilità economica degli investimenti. Tagliando completamente la remunerazione del capitale rischieremmo di avere un buco di 30 milioni di euro. Come fare a coprire questo buco? - si chiede l'ad Smat – E' un problema reale, perché occorrerà dare determinate garanzie. Noi eravamo riusciti a ottenere un certo equilibrio. Se si cambia questo equilibrio bisogna spiegare in che modo si dovrà operare. Non è pensabile far registrare un disavanzo di 30 milioni. Dovremmo inoltre tener conto del fatto che le tariffe italiane sono tra le più basse in Europa. I tedeschi l'acqua la fan pagare tre, quattro volte di più”.
I Punti acqua Smat
Tra le attività commerciali di Smat rientrano anche i Punti acqua, arrivati a quota 61 nel territorio torinese. Si tratta di punti di erogazione acqua alla spina costituiti da un chiosco di forma esagonale, alto circa due metri. Nella struttura sono presenti tre punti di erogazione: uno per l’acqua naturale, uno per l’acqua naturale refrigerata ed uno per l’acqua gasata refrigerata. L’acqua naturale, a temperatura ambiente o refrigerata, è in distribuzione gratuita mentre quella gasata refrigerata è a pagamento (5 cent. Per 1,5 l). Perché far pagare l'acqua? “Serve per sostenere il progetto - ha spiegato l'ad Smat - In media per l'installazione di un punto acqua ci vuole un investimento iniziale 30 mila euro, che normalmente si ammortizza in quattro anni. Successivamente bisogna tener conto di altri costi, tra i quali quelli per la manutenzione. L'Autorità - ha concluso Paolo Romano - sta pensando di inserire in tariffa le spese per i distributori: a quel punto l'acqua sarebbe gratuita”.