Velo-City all’ONU: bambini in bici, diritto universale
Il 29 giugno scorso si è chiusa a Vancouver (Canada) la conferenza Veloc-City 2012. Firmata la Carta di Vancouver per chiedere alle Nazioni Unite di riconoscere l'andare in bicicletta come diritto dell'umanità. Per Velo-City appuntamento a Vienna dall'11 al 14 giugno 2013
05 July, 2012
Lello Sforza
Con la sottoscrizione della Carta di Vancouver dedicata al riconoscimento del diritto dei bambini di andare in bicicletta, si è aperta l’ultima giornata dei lavori della Conferenza “globale” sulla mobilità ciclistica Velo-City 2012.
I primi firmatari sono stati il Sindaco della città, Gregor Robertson e il Presidente del’ECF, Manfred Neun. Ma poi tutti i presenti sono stati invitati ad apporre la propria firma su enormi tabelloni riportanti il testo del documento.
Con la Carta di Vancouver, che chiunque (cittadini, amministrazioni, ong,) può sottoscrivere fin da subito collegandosi con il sito dell’ECF (www.ecf.com) si chiede alle Nazioni Unite di adoperarsi affinché: in qualunque parte del mondo si trovino, i bambini abbiano il diritto di andare in bicicletta senza correre pericoli di alcun tipo; lo spostarsi in bicicletta sia riconosciuto quale componente fondamentale delle politiche di mobilità sostenibile; siano promosse attività a piedi e in bicicletta per persone di tutte le età a partire dai bambini; siano messe in atto misure per migliorare la sicurezza e l’accessibilità delle strade e degli spazi pubblici, specialmente a beneficio dei bambini.
Non è la prima volta che l’ECF, a conclusione della conferenza Velo-City, lancia una lettera aperta a organismi internazionali che rappresenta anche una maniera per chiamare in causa tutti i partecipanti affinchè, tornati a casa, diventino a loro volta ambasciatori del messaggio sottoscritto: nel 2009 con la Carta di Bruxelles l'ECF ha chiesto alle istituzioni locali ed europee di attivarsi con adeguate politiche per far crescere la media europea di spostamenti in bici al 15% e far dimezzare gli incidenti mortali a danno dei ciclisti entro il 2020; nel 2011 con la Carta di Siviglia indirizzata all’ITF, il Forum Internazionale dei Ministeri dei Trasporti, l'ECF ha chiesto che la mobilità ciclistica entrasse a peno titolo nelle politiche del territorio e che fossero destinate adeguate risorse. E la presenza al Velo-City di Vancouver, per la rima vlta, del Segretario del Forum ITF ha significato, evidentemente, un avvio delle relazioni istituzionali.
Anche quest'anno la Conferenza Velo-City è giunta al termine. Significativa la cerimonia di passaggio di consegne dalla città di Vancouver a quella di Vienna, già al lavoro ormai da mesi anche tramite la propria agenzia di promozione della moblità ciclistica, che ospiterà dall’11 al 14 giugno 2013 l’irrinunciabile evento internazionale sulla pianificazione della ciclabilità. Ma non sono mancate, nel corso della giornata, le occasioni per lanciare anche l'edizione "global" 2014 di Adelaide , già assegnata alla città australiana e di conoscere le città candidate per l'edizione 2015, Nantes in Francia ed Helsinki in Finlandia. E vedere con quana passione, competenza e voglia di esserci mette in competizione sul fronte della mobilità ciclsitica e della qualità della vita più in generale, autorità locali, regionali o nazionali fa un bel sperare.
Al Velo-City di quest'anno gli italiani presenti sono stati solo tre, su mille partecipanti da tutto il mondo, di cui un solo rappresentante di un Comune (Pescara). E se la distanza di Vancouver dall’Italia può aver giustificato in qualche maniera l'assenza di italiani, per il prossimo anno a Vienna, non ci potranno essere giustificazioni. Bisogna esserci!
La mobilità ciclistica, che ormai vede anche in Italia pur con modalità e livelli di intervento diversi, un certo attivismo, non può fare a meno di tali momenti di conoscenza reciproca, scambio di esperienza, condivisione e collaborazone. Vienna è vicina e gli italiani delle istituzioni dovranno intervenire numerosi, qualificati, competenti.
Pertanto rappresentanti di Comuni, Province e Regioni, società di gestione del trasporto pubblico e di bike sharing, agenzie regionali, provinciali o comunali della mobilità, consulenti indipendenti o società di progettazione, mondo accademico o della ricerca di tutta Italia, inizino fin d’ora a segnare in agenda quella data, ad organizzarsi per esserci e a recuperare durante i mesi seguenti il loro inglese fluente: accettare la sfida del confronto e della condivisione è essenziale perché come è stato detto in questi giorni, la mobilità sostenibile deve diventare una priorità mondiale