Rifiuti, la guerra delle discrepanze a Roma. Quelle sul passato, e quelle sul futuro
Guerra di cifre senza fine sulla raccolta differenziata tra Ama e Legambiente. E non solo: Ama, Conai e istituzioni stanno lavorando al nuovo piano per la differenziata, che però mostra alcune divergenze con quello già in essere della Regione che prevede un livello di differenziata del 65% in tutto il Lazio già per quest’anno. Idati della Agenzia per i Servizi Pubblici Locali
09 July, 2012
Raccolta rifiuti: a Roma, più che un’emergenza, ormai sta diventando un gigantesco calderone dove si rincorrono voci, proteste, pseudo-strategie e soprattutto cifre, più o meno allarmistiche.
Ragioniamo grazie ai dati e ai documenti forniti dalla Agenzia
per il Controllo e la Qualità dei Servizi Pubblici Locali di Roma Capitale.
Le tonnellate di rifiuti raccolte in modo differenziato a Roma sono passate da 305.000 nel 2007 a 403.000 nel 2010, con un incremento netto complessivo del 32%. A dicembre 2011 la raccolta differenziata a Roma ha superato il 25% (il dato definitivo dovrebbe attestarsi al 25,2%). Rispetto al 17% del 2007 si registra, dunque, un incremento di circa l'8%. Sono i dati diffusi qualche mese fa da Ama, la quale ha ribadito che tutti i materiali conferiti correttamente nei contenitori per la raccolta differenziata nella città di Roma vengono trattati e avviati alle filiere di recupero. Qualora gli impianti di trattamento Ama non fossero sufficienti, il trattamento viene assicurato, come prescritto dalle vigenti norme, in impianti analoghi presso terzi. Proprio in questi giorni però, Legambiente ha fornito un quadro ben diverso, con una differenziata ferma a 300 mila tonnellate e spiccioli (circa il 17%), e con un 50% del totale dei rifiuti che arriva a Malagrotta privo di trattamento, complice un funzionamento a mezzo servizio degli impianti di trattamento. Ama, dal canto suo, ha smentito tutto il caos su Tmb sollevato dall’associazione.
Ma le polemiche restano. Così come si attende con trepidazione il piano per dare una svolta al porta a porta a Roma. Così recita una nota su Agenzia Roma. "Con DGR Lazio 13 aprile 2012, n. 162, la Giunta Regionale ha approvato le “Linee guida per la gestione delle Raccolte Differenziate dei rifiuti urbani nella Regione Lazio”. Queste “linee guida” indicando le percentuali di frazione estranea statisticamente connessa alle diverse modalità di raccolta, non indicano tuttavia i livelli minimi di qualità indicati nell’Accordo Anci-Conai, per cui deve essere cura delle autorità e dei gestori locali adottare il sistema di raccolta che non solo minimizza i costi economici complessivi (costi di raccolta e di eventuale selezione delle differenziate, al netto delle possibili entrate da vendite di materiale separato), ma che tiene conto anche dei risultati in termini di sostenibilità ambientale: la possibilità di avviare effettivamente a recupero i materiali separati. Se non vengono raggiunti i requisiti minimi di qualità dei materiali separati, le raccolte differenziate diventano un duplice fallimento: dal lato economico, per via del maggior costo di raccolta e selezione e della mancata riduzione del costo di smaltimento; dal lato ambientale, per il mancato rispetto dell’obiettivo finale del ciclo dei rifiuti, ossia la minimizzazione dello smaltimento e dei residui a discarica.
Dovrebbe quindi essere più nettamente ribadito il punto cruciale per la sostenibilità del piano rifiuti regionale, essenzialmente basato sulla raccolta differenziata: l’effettiva destinazione dei materiali separati al riciclaggio e quindi il rispetto dei requisiti di qualità minima derivanti dagli accordi con i consorzi di recupero. Come più volte ribadito, la differenziazione dei rifiuti è infatti solo un obiettivo intermedio, essendo invece cruciale la possibilità di riciclare i materiali separati nel sistema produttivo. Senza questa effettiva possibilità la separazione dei materiali rappresenta solo un costo aggiuntivo e non garantisce la minimizzazione dello smaltimento in discarica.
Un orientamento più costruttivo in questo senso è emerso dal gruppo di lavoro che ha visto impegnati insieme Roma Capitale, Ama, il Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) e il Ministero dell’ambiente allo scopo di approvare un Piano di sviluppo della raccolta differenziata a Roma, finalizzato a garantire uno sbocco effettivo ai materiali separati. L’obiettivo del Piano, che dovrebbe essere approvato a breve in via definitiva, è quello di raggiungere entro il 2014 il 50% di riciclo dei rifiuti urbani di Roma (e quindi di raccolta differenziata di buona qualità), per arrivare al 65% entro il 2016. A questo proposito, sembra quindi determinante il coinvolgimento del Conai, in quanto organo in grado di mettere in contatto i soggetti responsabili della programmazione del ciclo dei rifiuti (e della raccolta differenziata) con i soggetti che effettivamente riciclano le frazioni differenziate: nel 2011 circa la metà degli imballaggi riciclati e recuperati in Italia è passata attraverso la mediazione del Conai.
Gli obiettivi sarebbero perseguiti estendendo progressivamente la raccolta domiciliare (a maggiore resa quantitativa e qualitativa) nel territorio di Roma, fino a raggiungere almeno un milione di abitanti nel 2014, con la possibilità di arrivare eventualmente fino a due milioni in funzione del livello di differenziata raggiunta. L’estensione della raccolta domiciliare oltre i territori interessati dalla prima fase comporterebbe infatti costi unitari crescenti a causa delle specificità territoriali e delle caratteristiche abitative delle zone ulteriori, che quindi verranno prese in considerazione solo se la prima fase non consentirà di raggiungere gli obiettivi.
Emerge tuttavia una preoccupante discrepanza fra le previsioni – già impegnative – di questo Piano operativo per Roma e la via indicata dalla Regione Lazio nel Piano regionale rifiuti per l’uscita dall’emergenza (DCR 18 gennaio 2012, n. 14). Si ricorda infatti che la Regione (non presente, al pari della Provincia peraltro, nel gruppo di lavoro sulla differenziata a Roma) prevede già per il 2012 un livello di raccolta differenziata regionale pari al 65%.
Il Piano regionale inoltre prevede che il residuo indifferenziato sia avviato a trattamento meccanico biologico (TMB) per divenire, in parte (25-30%), combustibile derivato dai rifiuti (CDR) destinato all’incenerimento. Il processo nell’insieme comporta però ancora una percentuale significativa di prodotti (frazione organica stabilizzata (FOS), residui di lavorazione e scarti) la cui destinazione finale è comunque la discarica".
3 commenti
Scrivi un commentoAgenzia Spl Roma
11.07.2012 20:07
Grazie per la pronta precisazione nell'articolo.
Agenzia Spl Roma
11.07.2012 12:07
L'articolo, dal punto "Con DGR Lazio 13 aprile 2012, n. 162 ..." in poi, è integralmente "tratto" dal nostro sito istituzionale (http://www.agenzia.roma.it/home.cfm?nomepagina=leggi_sguardo&id=3427).
Di regola, quando si usa materiale di terzi, sarebbe buona norma virgolettare e citare espressamente la fonte ... sono sicuro che la prossima volta sarete più attenti.
cosimo
10.07.2012 06:07
Legambiente si conferma cinghia di trasmissione del PD. Siccome gli brucia dover ammettere che sotto Alemanno un incremento deciso della differenziata c'è stato.. continua a fare disinformazione sparando cifre e percentuali inventate perché fino a prova contraria i dati della raccolta li ha l'AMA che raccoglie l'immondizia, non mi risulta che Legambiente a parte sparare cifre lo faccia anche se sarebbe molto bello e molto più utile delle chiacchiere che sparge in giro