Raccolta differenziata nelle stazioni. Le considerazioni di Roberto Cavallo
Dopo l'articolo sulla situazione alla stazione ferroviaria di Torino Porta Susa, Eco dalle Città ha raccolto le considerazioni di Roberto Cavallo sulla RD nelle grandi utenze (stazioni ferroviarie ed autostradali, aeroporti). Il presidente di ERICA ed AICA lancia una proposta: “Sarebbe importante una significativa azione di comunicazione e riorganizzazione di queste utenze"
23 July, 2012
È "corretta" l'indicazione di FS che impone, nel caso in cui gli addetti si accorgano della presenza anche di un solo corpo estraneo, che il sacco venga conferito nell'indifferenziato? Dopo l'articolo sulla situazione alla stazione ferroviaria di Torino Porta Susa, Eco dalle Città ha interpellato Roberto Cavallo. Ecco le considerazioni del presidente di ERICA ed AICA sulla raccolta in alcune utenze particolari:
La questione secondo me ha due livelli di riflessione. La prima è di contesto, che è quella che mi preme di più. Ovvero alcune utenze particolari, come le Grandi Stazioni, o gli aeroporti o gli le stazioni di servizio autostradali (autogrill e simili) sono in buona sostanza oasi autonome. Non sono così integrate negli appalti e nella progettazione dei sistemi urbani nei quali sono inseriti. Così RFI-FS, piuttosto che i gestori degli aeroporti o le diverse società che gestiscono i pezzi della rete autostradale, provvedono con appalti autonomi ad affidare le raccolte e gli smaltimenti dei rifiuti.
Ciò dal punto di vista organizzativo pone due problemi, uno che non sempre c’è integrazione con il sistema di raccolta “esterno”; ad esempio non ricordo di aver visto la raccolta differenziata dell’umido in stazioni di servizio o stazioni anche quando all’esterno c’è; un altro legato alle quantità. Per un gestore in effetti rischia di essere problematico gestire pochi chilogrammi di imballaggi in plastica, così per razionalizzare mezzi di raccolta, personale, ecc., può risultare conveniente fare un’unica massa da destinare allo smaltimento.
Il fatto che gli addetti alle raccolte abbiano regole ferree nell’analisi dei sacchetti potrebbe derivare da uno dei punti sopracitati, ovvero per rendere conveniente un trasporto e una gestione di un materiale devo averne una quantità sufficiente e per questo devo staccarla ed eventualmente pressarla; una presenza di impurità eccessiva renderebbe tutto ciò vano.
Ovviamente la mia non vuole essere una giustificazione, ma al contrario un invito ad un dialogo tra istituzioni e di conseguenza tra gestori dei servizi di utenze vicine.
Approfitto per lanciare una proposta che ho già avuto modo di sottoporre a CONAI ed altre istituzioni, sarebbe importante condurre una significativa azione di comunicazione e riorganizzazione di queste utenze. Ad esempio nelle aree di servizio l’umido potrebbe essere facilmente compostato sul luogo ed utilizzato nelle aree verdi che ci sono in tutte le aree di sosta o lungo le scarpate autostradali; si potrebbe più facilmente istituire specificatamente per questi luoghi una modalità di vuoto a rendere (soprattutto per imballaggi in plastica e alluminio) in cambio di un riscontro economico da utilizzare presso le utenze stesse o uno sconto sui servizi erogati dall’istituzione coinvolta (parcheggi per stazioni e aeroporti, sconti al bar per autogrill, ecc.).
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