Acea, stop alla vendita
Sospesa la decisione del Tar di pochi giorni fa. Il Consiglio di stato accoglie il ricorso di alcuni consiglieri di opposizione. La cessione del 21 per cento delle quote slitta in avanti. Le opposizioni esultano. Legambiente: "Alemanno ritiri la delibera"
24 July, 2012
Il Consiglio di stato ha sospeso la decisione del Tar del Lazio dell'11 luglio scorso e ha accolto il ricorso di alcuni consiglieri comunali di opposizione contro la delibera comunale della giunta Alemanno, che prevedeva la vendita del 21 per cento delle quote della spa capitolina che si occupa di acqua ed energia. Il Tar, giorni fa, aveva infatti mantenuto in vita la delibera consiliare. Ora i giudici di Palazzo Spada hanno deciso diversamente riguardo l'iter di approvazione della delibera stessa. In altre parole, non si potrà procedere alla vendita senza aver prima trattato i 30 mila ordini del giorno collegati alla delibera stessa, presentati dalle opposizioni. Il Consiglio di Stato ha accolto l'appello dei ricorrenti in quanto ha "ritenuto, ad un primo sommario esame, la sussistenza del fumus boni iuris dell'appello" e anche che "è immediatamente rilevante la lesione dell'interesse dei consiglieri ad esplicare appieno le proprie funzioni, comprensive del diritto a discutere gli ordini del giorno e del successivo diritto ad esercitare il diritto di voto". Il ricorso al Consiglio di Stato era stato presentato dai consiglieri Gianluca Quadrana (lista civica per Rutelli), Francesco Smedile (Udc) e Maria Gemma Azuni (Sel-Misto), che contestavano il pronunciamento del Tar di giorni fa. Le opposizioni gridano vittoria. Mentre Legambiente Lazio, per bocca della sua direttrice, Cristiana Avenali, afferma che “Dopo il nuovo schiaffo del Consiglio di stato, Alemanno ritiri la delibera per la vendita di Acea. È sconcertante che il Sindaco della Capitale continui a fare strappi istituzionali di questa portata su una scelta come quella di vendere la società che gestisce l'acqua, forzando norme e regolamenti, come hanno decretato i giudici di Palazzo Spada. L'acqua è pubblica, i referendum lo hanno sancito, pochi giorni fa la sentenza della Corte Costituzionale lo ha confermato in modo assoluto. Alemanno se ne faccia una ragione, ritiri la delibera e chieda scusa ai romani.”