L'inquinamento luminoso potrebbe causare la depressione
Secondo una recente ricerca condotta negli Stati Uniti, l'esposizione prolungata di femmine di criceto a fonti di luce artificiale nelle ore notturne altera la produzione di alcune sostanze coinvolte nell'insorgenza della depressione. Ma bastano 8 ore di buio per far scomparire i sintomi
26 July, 2012
L'inquinamento luminoso potrebbe favorire la depressione. Lo sostiene un articolo scientifico pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry in base a studi condotti da ricercatori americani su femmine di criceto esposte a luce artificiale non particolarmente intensa (per simulare appunto le condizioni di inquinamento luminoso tipiche della maggioranza delle città industrializzate). Le femmine infatti, nella specie umana come in diverse specie animali, sono naturalmente più inclini dei maschi a manifestare fenomeni depressivi.
I ricercatori hanno rilevato che, dopo 40 giorni di esposizione alla luce artificiale, i piccoli roditori producono maggiori quantità di TNF, una proteina che viene secreta in risposta a lesioni o infiammazioni, ma che, in assenza di questo tipo di problemi, potrebbe avere un ruolo nel favorire la depressione.
Lo studio ha inoltre dimostrato come l'esposizione prolungata a luce artificiale riduca la protezione di melatonina, che oltre ad avere una funzione antiossidante, è importantissima nella regolazione dei ritmi biologici quotidiani. «I risultati che abbiamo riscontrato nei criceti – spiega Tracy Bedrosian, il primo autore dello studio - sono coerenti con ciò che sappiamo sulla depressione negli esseri umani». Non è la prima volta che l'illuminazione notturna e l'inquinamento luminoso vengono messi in relazione con l'insorgenza di patologie più o meno gravi. Qualche tempo fa, altri ricercatori avevano associato l'esposizione notturna alla luce artificiale all'insorgenza di alcune forme tumorali.
Nel caso della depressione, gli studiosi spiegano che i sintomi scompaiono non appena vengono ridotti i livelli di illuminazione. Otto ore di buio completo, in particolare, sembrano essere sufficienti a ripristinare la condizione normale nei criceti.