Società in house, il mercato può attendere
La spending review da ieri è legge. Alleggerito, rispetto al decreto del Governo, il testo per le società strumentali della pubblica ammnistrazione. Rinviati al 2014 i vincoli per le società in house
08 August, 2012
La spending review da ieri è legge. La Camera ha approvato il decreto legge del governo dello scorso giugno. Si conclude così il tormentone estivo della revisione della spesa pubblica, con tagli, cancellazioni, lotta agli sprechi della pubblica amministrazione. Per quanto riguarda gli enti strumentali degli enti pubblici, il testo finale del provvedimento, rispetto al decreto iniziale del governo Monti, ha un carattere molto più soft. Infatti, le legge prevede che per le società strumentali, per le quali non vengono modificate le tappe previste per l'alienazione (31 giugno 2013) e per lo scioglimento (31 dicembre dello stesso anno), una modifica dell'ambito di applicazione, che secondo alcuni potrebbe ridurre gli effetti della razionalizzazione governativa. Il decreto originario dell'esecutivo prevedeva infatti che rimanesse in vita solo la Consip, la società pubblica degli acquisti (che è stata anche rilanciata), ma che venissero eliminate le numerose società strumentali che operano per la pubblica amministrazione. Proprio sulle eccezioni ha lavorato il Parlamento, escludendo alla fine le finanziarie regionali, le società che "svolgono servizi di interesse generale" e quelle attive nei territori in cui non sia possibile fare ricorso al mercato. A definire questa condizione saranno le stesse società pubbliche proprietarie, ma sarà poi l'Antitrust a dare il via libera on un parere vincolante. La legge sulla spending review infine ha rinunciato a intervenire sulla materia della liberalizzazione dei servizi pubblici locali, sui cui di recente si è espressa la Corte costituzionale con la sentenza 199/2012. Per le liberalizzazioni, dunque, rimangono in vigore le regole europee, che permettono l'affidamento diretto a società interamente pubbliche che lavorino in modo prevalente per l'ente affidante e siano soggette al "controllo analogo". Il limite dei 200 mila euro, oltre il quale l'affidamento in house non sarà più possibile, scatterà nel 2014. Le gestioni attuali sopra tale soglia trovano nella legge di revisione della spesa un anno di proroga ulteriore.