Roma, emergenza rifiuti: Monti dell'Ortaccio o estero?
Continua la telenovela rifiuti nella Capitale. Sulla scelta ddell'area di Monti dell'Ortaccio, di proprietà di Cerroni come la vicina Malagrotta, per la discarica temporanea, la città è contraria e c'è il problema dei rifiuti non trattati, che il nuovo sito non potrebbe accogliere. Così, Sottile rilancia: portare questi ultimi all'estero. Ma il nodo sono i costi
28 August, 2012
Continua il balletto di ipotesi sulla soluzione del problema rifiuti nella Capitale. Ricapitolando, la situazione è questa: il commissario per l’emergenza Goffredo Sottile ha individuato nell’area di Monti dell’Ortaccio il luogo idoneo dove imbastire una discarica provvisoria, grazie a un progetto presentato da Manlio Cerroni, che dell’area è proprietario. La scelta del prefetto però ha scatenato proteste per problemi di duplice natura. Il primo, riguarda strettamente la scelta del sito: Monti dell’Ortaccio si trova a poche centinaia di metri da Malagrotta (anche la storica discarica capitolina sorge su terreni di proprietà di Cerroni), e naturalmente gli abitanti della Valle Galeria non ci stanno perché vedono la nuova discarica come un ampliamento della precedente. Per questo, tutti i comitati di quartiere e le associazioni di zona hanno indetto una grande manifestazione per martedì 4 settembre, al fine di far tornare il prefetto sui suoi passi. Il secondo problema ha invece una natura più spiccatamente tecnica. A Monti dell’Ortaccio il progetto prevede che arrivino solo rifiuti già trattati. Ma come è ormai noto a tutti, per ora roma non riesce affatto a trattare tutti i rifiuti che produce. Il Patto per Roma (siglato da tutte le istituzioni insieme al ministro Clini) prevede che i quattro impianti di Tmb (trattamento meccanico biologico) funzionino finalmente a pieno regime. In questo modo tutti rifiuti saranno trattati (significa che sono meno inquinanti e ridotti di dimensione) e andranno a Monti dell’Ortaccio dal 31 dicembre.
Ma nonostante il Patto, è difficile immaginare quando tutto questo avvenire, e i 4 impianti da soli potrebbero non essere sufficienti. Sottile, anche davanti al ministro Clini, ha espresso tante perplessità su una soluzione a breve termine. “Il 31 dicembre Malagrotta deve chiudere e c’è il forte rischio che la città per quella data non abbia alternative per la gestione dei rifiuti”. Ergo, il tempo stringe, il piano per la differenziata è finito nelle nebbie e Monti dell’Ortaccio rischia di essere un inutile lenitivo sulla questione. Dal canto suo, Cerroni è stato chiaro: il nuovo sito già per fine ottobre potrebbe essere pronto. Ma dal ministero dell’Ambiente sono categorici: “Solo rifiuti trattati”.
Quindi? Proprio stamane sottile ha rilanciato una sua vecchia “exit strategy”: quella di portare parte dei rifiuti all’estero. Soluzione costosa ma al momento l’unica che può garantire alla Capitale di non trovarsi invasa dai rifiuti in inverno. “Bisogna essere franchi – ripete il prefetto – perché Napoli, che da anni ha un problema grave 5 volte più del nostro, ha adottato questo tipo di soluzione. Portando i rifiuti all’estero il problema di Roma si risolverebbe in meno di un mese. Certo, bisogna poi arrivare a una strategia condivisa ed efficace per il post-Malagrotta, perché non si possono portare rifiuti oltreconfine per anni”. Qui però subentra un problema di costi. Se calcoliamo le 1200 tonnellate di rifiuti prodotte a livello giornaliero da Roma, portarle in Germania, in Olanda o in Austria potrebbe costare tra i 150 e i 180 mila euro al giorno. Una spesa difficilmente sostenibile per ogni genere di ente locale, vista la cura dimagrante dell’ultima finanziaria. Un’altra alternativa sarebbe quella di stringere accordi con altre regioni, ma il problema anche qui è tecnico: in Italia, soprattutto al Nord, i rifiuti non trattati non se li prende nessuno. Nei prossimi giorni Sottile incontrerà di nuovo Clini, ma l’intreccio è ancora bello grosso e pare difficile scioglierlo a breve.
1 commenti
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01.09.2012 10:09
anche se non accadrà, come è giusto pensare che i costi maggiori che si dovranno pagare siano a carico delle amministrazioni che si sono succedute dal 1997 ad oggi. nel nostro paese nessun politico paga per le omissioni che si riversano sui residenti. Anche a Marino si prosegue con una raccolta che fa regalare circa un milione l'anno alla discarica, perchè? quale l'interesse di qualcuno a danno dei molti?