Bari, raccolta differenziata al 20% e aumenta la Tarsu
Mentre a Milano parte la raccolta dell’umido, il Comune di Bari aumenta la tassa sui rifiuti, causa il mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata stabiliti dall’ecotassa regionale, nonché la necessità di ottemperare all’obbligo di copertura dei costi imposto dal decreto Monti. RD al 20%: il rimpallo delle responsabilità. Sono i baresi a essere sporchi o, piuttosto, sono i negozianti a non differenziare? Risparmiare si può?
05 September, 2012
Mentre a Milano in queste ore è partita la distribuzione della minipattumiera aerata da riporre sotto il lavello e dei bidoni carrelati per la raccolta dell’umido, così da estendere, secondo una precisa programmazione, la raccolta dell’organico in tutta la città entro il 2014 e aumentare di oltre 10 punti la percentuale di raccolta differenziata (dall’attuale 33% al 43%), a Bari, nelle stesse ore, l’amministrazione comunale, nella conferenza stampa del 3 settembre, ha dovuto evidenziare il mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata (la media semestrale nel 2012 è pari al 20% circa) e il conseguente relativo aumento della tassa comunale aumentato a 2,73 € al mq.
Ma a cosa sono dovuti gli aumenti della Tarsu, difficili da digerire soprattutto per tutti quei cittadini virtuosi, che con i loro sforzi consentono alla città una raccolta annuale di 40.000 tonnellate di frazioni riciclabili, e relativi introiti Conai?
In primo luogo, sia l’Amiu che l’amministrazione concordano sul fatto che l’aumento è dovuto alla rimodulazione dell’ecotassa regionale. Dal gennaio 2013 la nuova ecotassa, ancorata al raggiungimento di standard qualitativi e quantitativi (ossia raccolte di qualità monomateriali e percentuali di raccolta differenziata superiori al 40%), obbligherà l’amministrazione barese a versare 25,82€ (in luogo dei precedenti 7,50€) per ogni tonnellata di indifferenziato conferita in discarica. Secondo il sito Rifiuti e Bonifiche della regione Puglia, che raccoglie le dichiarazioni di tutti i gestori dei rifiuti, delle 16.000 tonnellate mensili di RSU mediamente prodotte a Bari, oltre 13.000 tonnellate di indifferenziato finiscono in discarica. Un vero e proprio salasso economico, dunque, che si somma allo spreco dei materiali riciclabili che finiscono in discarica, materiali che renderebbero entrate positive con gli introiti del Conai.
In secondo luogo, gli adeguamenti tariffari che il decreto Monti impone hanno obbligato l’amministrazione barese alla piena copertura e sostenibilità dei costi dei servizi che l’Amiu deve erogare. La copertura è passata dal 61% del 2007, al 74% del 2010, al 90% del 2012, mentre il costo del servizio è aumentato, iva inclusa, da 52,5 milioni del 2007 ai 60,5 milioni del 2012, così come riportato nelle tabelle Amiu.
Raccolta differenziata al 20%. Il rimpallo delle responsabilità. Secondo le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa dall’amministrazione barese e dall’Amiu, la responsabilità delle deludenti perfomance della raccolta differenziata è da ascrivere alla mancata chiusura del ciclo (dunque alla Regione Puglia, ndr), che non procura al comune gli impianti pubblici. In particolare l’Amiu del comune di Bari ha dichiarato che fino a quando non sarà approvato e finanziato il progetto concernente l’impianto di digestione anaerobica atto a ricevere la frazione umida e finalizzato alla produzione e combustione di biogas, non sarà conveniente procedere alla raccolta differenziata dell’umido.
In effetti non esistono tutt’oggi in Puglia impianti di compostaggio pubblici, ma è tuttavia presente nelle vicinanze, a Modugno, uno dei più grandi impianti privati di compostaggio del sud Italia, che riceve la frazione organica da molti comuni della Puglia, quasi tutti della provincia di Bari e di Brindisi. L’impianto, tra l’altro, punta non sulla produzione di biogas a partire da frazione umida di qualità bassa, bensì sulla produzione di “compost di qualità” (dunque a partire da frazione di umida di elevata purezza), da utilizzare in agricoltura. Perché il comune di Bari non può utilizzare tale impianto per il conferimento della propria frazione dell’umido e ridurre dunque i costi del trattamento dell’indifferenziato?
Sono i baresi a essere sporchi o, piuttosto, sono le utenze commerciali a non fare la raccolta differenziata?
Durante la conferenza stampa, inoltre, L’Amiu ha mostrato numerose fotografie allo scopo di denunciare la sporcizia e le cattive abitudini dei baresi. Quello che è emerso, tuttavia, è che la quasi totalità dei rifiuti visibili in fotografia provengono da utenze non domestiche, ossia dagli esercizi commerciali, tra l’altro i principali evasori della tassa, secondo l’amministrazione (si ipotizza che oltre 12 mila utenze commerciali non siano iscritte al ruolo Tarsu, e si attendono imminenti i controlli della guardia di finanza).
Determinante a questo punto è la mancanza di una raccolta differenziata efficace e specifica per le utenze commerciali, origine della maggior parte dei rifiuti che si riversano in strada e la continua non applicazione delle ordinanze sindacali. Gli imballaggi di cartone, quando non sono buttati nei cassonetti dell’indifferenziato, sono addossati, non ripiegati e senza alcun criterio, ai bordi delle strade; il volantinaggio, abusivo, prolifera, e sporca inevitabilmente le strade; i contenitori di cibo e bevande (plastiche e lattine) sono abbandonati costantemente nei luoghi di passeggio. Nel quartiere di Bari Vecchia si è dovuto registrare il fallimento di Igenio, l’isola ecologica mobile, utilizzato da sole 9 utenze non domestiche, mentre le altre continuano ad utilizzare il cassonetto, nella totale mancanza di controlli da parte dei vigili urbani, nonostante la continua non applicazione delle ordinanze sindacali.
I servizi di igiene e spazzamento delle strade. In queste settimane molti giornali e la stessa Amiu hanno denunciato il peggioramento delle condizioni di igiene e decoro della città (si è riscontrato, in particolare, il mancato lavaggio dei marciapiedi tramite le idropulitrici manuali, che in genere affiancano quelle automatizzate, e il mancato lavaggio dei cassonetti nelle ore immediatamente successive allo svuotamento, perché gli orari di conferimento non sono rispettati). L’ Amiu ha dichiarato l’impossibilità di contenere alcune cattive abitudini, come l’abbandono di bottiglie di vetro sul lungomare della città e nelle piazze del murattiano e del centro storico. Nonostante il fatto che un’ordinanza sindacale avesse da tempo vietato la vendita delle bottiglie di vetro oltre un determinato orario.
Risparmiare si può? Quali sono le proposte?
Nel seminario “Bari, una città che fa la differenza” del 17 giugno scorso, sono state offerte delle soluzioni tecniche per raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata. In primo luogo l’introduzione di un programma di prevenzione e riduzione dei rifiuti, poi l’attivazione di un crono-programma relativo alla raccolta differenziata domiciliare in tutti i quartieri e, fondamentale, la partecipazione attiva dei vigili urbani. Quello dei rifiuti è un problema politico e sociale: controlli e sanzioni, da una parte, possono arginare i fenomeni più deleteri, mentre, dall’altra, l’introduzione di un sistema di premialità per i cittadini ligi spingerebbe al rispetto delle regole ed incentiverebbe i comportamenti virtuosi (come l’attività di compostaggio domestico o da balcone).
In chiusura di conferenza stampa l’amministrazione ha invitato tutti i cittadini a produrre critiche e/o formulare proposte per efficientare il sistema “Amiu-Bari”, al fine di centrare gli obiettivi di legge. Tra le proposte più significative quella, del Conai, di effettuare raccolte mono-materiale, più pulite delle raccolte “multi-materiale”, perché consentono obiettivi di qualità e introiti comunali più remunerativi. È ciò che si sta applicando nell’Ato Lecce 2, Aro 4 (Corigliano d’Otranto, Carpignano salentino, Castrignnao dei greci, Melpignano, Martano, etc.), poiché le raccolte mono-materiale sono tre o quattro volte meno costose. Lo stesso comune di Lecce, ancora, ha vinto nel 2011 e nel 2012 il premio “Blue Award” e il “Green award” per la raccolta del vetro bianco e del vetro verde.
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