Contratti di fiume. Presentato a Ferrara il programma del VII tavolo nazionale
Agenda 21 Italia: “Il Governo li riconosca come strumento strategico per la gestione del territorio”
21 September, 2012
Coordinamento delle politiche di prevenzione per il rischio idrogeologico, manutenzione dei territori e dei paesaggi fluviali, gestione e controllo della qualità delle acque, raggiungimento dei target e degli standard stabiliti dalle Direttive Europee entro il 2015.
Sono questi alcuni degli obiettivi del VII tavolo nazionale sui contratti di fiume che è stato presentato venerdì 21 settembre a Ferrara e che verrà organizzato a Bologna il 16 Novembre dal Coordinamento delle Agende 21 Locali italiane.
“Sono scopi ambiziosi ma fondamentali – ha detto Emanuele Burgin, Presidente del Coordinamento delle Agende 21 Locali italiane nell’ambito della conferenza “Contratti di Fiume, strumento per la gestione e riqualificazione dei paesaggi fluviali e delle aree a rischio idrogeologico” – affinché si arrivi finalmente a considerare le problematiche fluviali in modo integrato da un punto di vista idrogeologico, paesaggistico ma anche socio economico. I contratti di fiume promuovono di fatto una nuova visione d’intervento. Rappresentano un’esperienza già diffusa in molte parti del mondo che consente di evitare la realizzazione di opere inutili o addirittura dannose per il territorio, secondo un approccio multidisciplinare che prevede la partecipazione e il confronto di tutti gli attori coinvolti.”
I contratti di fiume infatti si configurano come un modo di pianificare e gestire le risorse fluviali differente e sono di fatto un accordo strategico tra soggetti pubblici e privati per la realizzazione di un programma di azioni pluriennali definito attraverso la concertazione. Sono uno strumento al servizio della pianificazione e della programmazione dei territori, senza l’ambizione di sostituirsi ad essi. In Italia infatti chi opera in questo settore o semplicemente si trova ad operare in territori fluviali, è costretto costantemente a confrontarsi con una molteplicità di strumenti di pianificazione e programmazione esistenti (Piani triennali delle OO.PP., PRG, Piani di settore, programmi contenuti negli strumenti di programmazione negoziata, ecc) e contemporaneamente con una altrettanto nutrita schiera di soggetti decisionali (Regioni, Province - programmazione idrica, idrogeologica, idraulica, paesaggistica, agricola- ATO idrici, Uffici del Genio civile, Soprintendenze dei beni culturali ed ambientali, Ispettorati forestali, Comuni, Ente Parco ecc..)
“I Contratti di Fiume – ha sottolineato Massimo Bastiani, Coordinatore scientifico del Tavolo Nazionale Contratti di Fiume - sono uno strumento strategico per la valorizzazione dei bacini idrografici ed è per questo che ne chiediamo il pieno riconoscimento da parte del Governo. I fiumi, in particolare nell’ultimo anno, sono stati protagonisti di eventi calamitosi dalla Liguria, alla Toscana, alla Sicilia, a dimostrazione del fatto che è urgente creare un momento di riflessione collettivo di alto profilo sulla gestione delle aree fluviali, da parte di Enti pubblici, amministratori tecnici e comunità locali, che porti ad una definizione responsabile di azioni a tutela dei cittadini e del territorio.”
Per questa ragione il Tavolo intende dare un contributo propositivo alla diffusione dei Contratti di Fiume, come strumenti di pianificazione e gestione dei territori fluviali, affinché vengano riconosciuti a livello nazionale ed integrati agli strumenti di programmazione, gestione economica e pianificazione del territorio e del paesaggio.