Milano: la Darsena porta (il) Consiglio
Venerdì 5 ottobre seduta speciale e sopralluogo dei Consiglieri comunali della Commissione Ambiente sulle sponde della Darsena per decidere il futuro dell’oasi spontanea, nell'ambito del progetto di riqualificazione. Ascoltati WWF, Consigli di Zona, cittadini, architetti e tecnici del Comune e l’associazione EcodalleCittà. Tempi stretti per il Comune per l’approvazione definitiva del progetto in corso e per decidere se e come salvare l’oasi spontanea
05 October, 2012
Sulla sponda di viale Gorizia, il presidente della Commissione Ambiente, Mobilità, Arredo Urbano e Verde Carlo Monguzzi ha introdotto la seduta e il sopralluogo dedicati alla delicata questione dell’oasi spontanea e al futuro della Darsena, audizioni richieste da WWF ed EcodalleCittà: presenti una decina di consiglieri di maggioranza e opposizione.
Si ricorda che il 13 luglio scorso la Giunta Comunale aveva approvato il progetto definitivo di ristrutturazione e nuova costruzione per la riqualificazione della Darsena e le linee di indirizzo per la convenzione con la Società EXPO 2015 S.p.A., inserito nel più vasto tema “Via d’Acqua-Parco di Expo”. Riqualificazione razionalizzata negli interventi e nella riduzione dei costi e resa compatibile con il mutato scenario economico e con il budget messo a disposizione da Expo 2015 Spa, per un importo di 17 milioni di euro. Al Comune di Milano era stata quindi affidata la progettazione definitiva ed esecutiva, in vista del passaggio di consegne alla Società Expo 2015, che diverrà responsabile dell’attuazione dell’intervento.
Il WWF Lombardia, per voce di Claudia Pingue, ha spiegato le ragioni ambientali che suggerirebbero di preservare e conservare l’habitat di flora e fauna (canneti naturali e avifauna protetta per legge) che si è spontaneamente creato in questi mesi sul lato ovest della Darsena, dal bacino di incrocio dei due Navigli, fino a Piazza Cantore. L’eccezionalità dell’oasi spontanea nel centro di Milano andrebbe tutelata, potendo costituire una testimonianza di biodiversità naturale in un contesto urbano, utile anche per la Milano dell’Expo. Inoltre si è ricordata l’espressa volontà dei cittadini milanesi col referendum del 2011: riconoscere la Darsena quale “porto delle città e area ecologica” salvaguardando il verde spontaneo. Il WWF sostiene con uno specifico progetto la conservazione dell’oasi che si può benissimo integrare con la riapertura del bacino come porto fluviale.
L’architetto Ivo Cassetta ha poi illustrato meglio il progetto del WWF che prevede un compromesso per salvaguardare l'oasi, trasferendola in parte o totalmente verso Piazzale Cantore.
Anche l’associazione EcodalleCittà, per voce del presidente Paolo Hutter, ha sostenuto la necessità di preservare l’ambiente naturale unico per Milano che si è creato con l’oasi e ha ricordato le numerose inchieste e interviste che EcodalleCittà ha condotto presso i cittadini della zona, favorevoli per due terzi alla conservazione dell’oasi. "A parte la necessaria risistemazione dell'area e il bisogno di creare un argine tra le sponde per consentire di alzare l'acqua, perché il Comune non può conservare l'oasi?", ha domandato Hutter.
Sono seguiti gli interventi dei rappresentanti dei Consigli di Zona competenti, Zona 1, 5 e 6, tutte confinanti col territorio della Darsena. La Zona 6 in particolare ha evidenziato come non sia emersa tra i residenti una volontà precisa e univoca di conservare l’oasi. Comunque i residenti della zona auspicano che, conservando o trasferendo l’oasi, si ricrei uno spazio naturale nel Progetto Darsena, protetto e tutelato, che possa costituire un’ulteriore attrattiva e punto di osservazione della natura in città. La Zona 1 ha invece ricordato il progetto di Darsena Pioniera, che prevedeva di mantenere l’oasi al centro del bacino della Darsena, con un’isola naturale di circa 300 metri quadrati.
L’assessorato Urbanistica ed Edilizia Privata, per bocca dell’architetto Giancarlo Tancredi, Progetti strategici del Comune Milano, ha tuttavia sostenuto come la questione Darsena riguardi la competenza di più soggetti, in primis la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano (ufficio periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali), le cui direttive impongono di ripristinare il bacino d’acqua, la storica funzione portuale del territorio e il ripristino architettonico di sponde e mura quale bene culturale sotto tutela. Il progetto in corso di definitiva approvazione inoltre ora fa capo direttamente ad Expo 2015. L’attuale progetto, che prevede anche la pedonalizzazione del percorso da piazza XXIV Maggio a Piazza Cantore, è già stato approvato dalla Giunta comunale, va presentato in via definitiva al Comune entro metà ottobre e un ritardo nella partenza dei lavori oltre i primi mesi del 2013 renderebbe difficile ultimare la riqualificazione in tempo per Expo 2015 e rischierebbe di lasciare ai milanesi una Darsena ancora abbandonata.
Il progetto del Comune prevede quindi la cancellazione dell’attuale oasi spontanea e la creazione di una nuova area verde, in cui si tenterà di far rinascere l’oasi, nel settore tra Piazzale Cantore e viale D’Annunzio. Su questo tema c'è già stato un incontro tra i progettisti comunali e le associazioni ambientaliste ed è emersa la disponibilità del Comune a realizzare l'isola ecologica nell'area verso piazzale Cantore. L’assessorato all’Urbanistica sta inoltre cercando, insieme al Garante per la Tutela degli Animali e ad associazioni come WWF e Lipu di trovare le soluzioni migliori per difendere l’avifauna che nidifica e transita nell’oasi e per questo sarebbe fondamentale iniziare i lavori nei mesi invernali, periodo in cui la presenza di uccelli acquatici sarà molto ridotta.
Il Settore Urbanistica ha inoltre avvisato che tutta l’area – oasi inclusa – sorgerebbe sulle terre di scavo dei precedenti cantieri che sono per legge equiparate ai rifiuti; quale che sia la tipologia di cantiere e di lavori per la riqualificazione, comunque tale materiale andrebbe rimosso e smaltito e pertanto l’oasi naturale non potrebbe restare nell’attuale sito.
I tecnici del Comune hanno infine ricordato come sussistano anche competenze e diritti della Regione Lombardia sulla Darsena, e il rischio che, in mancanza di una decisione definitiva del Comune, “la palla rimbalzi alla Regione”.
Al termine del sopralluogo il WWF ha guidato i Consiglieri e gli altri rappresentanti a vedere dove potrebbe sorgere l'"isola ecologica sostitutiva": non proprio l'attuale bacino (vuoto) della Darsena, ma nell'area attualmente occupata dal locale "Bobino", in causa con il Comune innanzi al TAR. Area che, se la vertenza avrà esito positivo, potrà essere a tutti gli effetti inclusa nella "nuova" Darsena.