A Milano l'hanno imbroccata in tanti
In dodici mesi 126 locali privati hanno accettato la proposta di alcune associazioni milanesi di servire nei loro bar e ristoranti solo acqua in brocca. Se tutte le trattorie di Milano e provincia aderissero alla campagna "Imbrocchiamola!" si risparmierebbero 20 milioni di bottiglie di plastica e 1,4 milioni di chili di anidride carbonica
09 October, 2012
Da "Imbrocchiamola!" a "L'abbiamo imbroccata!". In questo gioco di parole sta il lavoro di un anno di alcune associazioni e istituzioni milanesi impegnate a valorizzare il consumo dell'acqua di rubinetto. Il 15 ottobre dello scorso anno partiva infatti la campagna promossa dalla Fondazione Rete civica di Milano, Legambiente Lombardia e dall'università Bicocca, con la partecipazione di Altreconomia, Metropolitana milanese, Amiacque, Fem2 Ambiente e Prothea e il contributo della Fondazione Cariplo. Una campagna finalizzata all'utilizzo, nei locali e nei luoghi di lavoro, dell'acqua di rubinetto. Dodici mesi dopo ecco i primi risultati della campagna: oggi 126 locali (ristoranti, agriturismi, circoli Arci e Acli, bar, rifiugi alpini) servono in tavola acqua nella brocca. 79 di questi sono milanesi, 29 della provincia, mentre 18 sono le aziende che hanno aderito al progetto. Notevole il risparmio nei 365 giorni di attività: 1,5 milioni di bottiglie di plastica non prodotte e, di conseguenza, 100 mila kg. di anidride carbonica emessa in meno. L'iniziativa aveva e ha ancora (la campagna terminerà infatti il 15 giugno del prossimo anno) questi obiettivi: l'acqua del sindaco è buona, di qualità, controllata, migliora l'ambiente per quanto riguarda produzione, trasporto e smaltimento delle acque in bottiglia. Ma i promotori non si limitano a questi primi risultati: "Vogliamo arrivare - affermano - ai 1700 ristoranti di Milano e provincia. Se raggiungessimo questo obiettivo si risparmierebbero 20 milioni di bottiglie di plastica ogni anno e 1,4 milioni di kg di CO2". Per i gestori che possono nutrire dubbi circa la qualità dell'acqua che sgorga dai rubinetti, è pronta la task force dell'università Bicocca per analizzarne i campioni e spiegare il significato di ciascun parametro chimico misurato. Ultimo dato, quello proveniente da Istat, secondo cui le famiglie italiane nutrono una maggior fiducia rispetto al passato nei confronti dell'acqua di rubinetto. Nel 2002 infatti il 40 per cento ammetteva la propria sfiducia, nel 2011 il rapporto è diminuito a solo 3 famiglie su 10.