Sequestro discarica di Conversano
L'accusa è quella di non assicurare gli standard di sicurezza previsti della legge. L’intervento del pm costringe la Regione al provvedimento con cui autorizza per dieci giorni lo smaltimento a Trani. Aticolo di Giuliano Foschini del 17 ottobre 2012 da bari.repubblica.it
18 October, 2012
Giuliano Foschini
Due indagati. Un sospetto cinematografico, con i rifiuti sotterrati in piena campagna. Ora un sequestro e una provincia in piena emergenza, con i rifiuti di una decina di comuni spediti a 100 chilometri di distanza. In Puglia è scoppiato da qualche giorno un nuovo caso discariche: a innescarlo il sequestro della discarica di Conversano, disposto dal pm Baldo Pisani dopo una lunga indagine condotta dai carabinieri del Noe di Bari. Iscritti nel registro degli indagati sono i due amministratori della Lombardi Ecologia, la società che ha realizzato la discarica e ora continua a gestirla, essendo in associazione d'impresa con altre aziende.
L'accusa è quella di non assicurare gli standard di sicurezza previsti della legge: su tutti le pareti di contenimento della vasca che ospita i rifiuti che non sarebbe coibentata con l'argilla, come previsto. Tanto che il percolato avrebbe infiltrato i campi attorno. Campi dove tra l'altro sono insediate le produzioni agricole. Inoltre agli atti ci sono le dichiarazioni, documentate anche da due sopralluoghi del Noe, di un ex dipendente dell'azienda che racconta come fosse abitudine della ditta sotterrare rifiuti pericolosi fuori dalla discarica. Nelle campagne attorno a Mola e Rutigliano.
Una situazione tanto particolare da spingere il pm Pisani a disporre il sequestro immediato dell'impianto senza concedere la facoltà d'uso. In questa maniera i carabinieri potranno effettuare tutti i rilievi del caso. "Secondo noi si poteva fare in maniera diversa - spiega il difensore dei Lombardi,
l'avvocato Francesco Paolo Sisto, che ha presentato ricorso al tribunale del Riesame - Le accuse dell'argilla sono davvero sbagliate: abbiamo prodotto anche le fotografie che dimostrano la cava da cui è stata prelevata l'argilla. In ogni caso ci sono due vasche gemelle: si possono fare gli stessi accertamenti dando la facoltà d'uso dell'impianto ed effettuando tutte le analisi del caso in quella vuota senza bloccare una provincia".
Effettivamente il problema esiste. Tanto che ieri, su delega del Governatore Vendola in qualità di commissario straordinario per la gestione di rifiuti, l'assessore all'Ambiente, Lorenzo Nicastro, ha firmato l'ordinanza consentendo il conferimento provvisorio nella discarica di Trani di tutti i rifiuti dei comuni dell'Ato Bari 5, in pratica il sud est barese. "Speriamo nel frattempo di ottenere il dissequestro - dice Nicastro - Ho avuto modo di sentire il sindaco di Trani per preannunciargli la decisione che stavamo assumendo e per chiarirgli il carattere temporale ristretto del provvedimento. Ho anche chiarito che la decisione è dettata da un'impellenza: il principio di solidarietà cui ci siamo ispirati e a cui la stessa Conversano aveva soggiaciuto in passato - prosegue Nicastro - ha determinato in Trani la scelta sulla base di valutazioni tecniche in termini di tonnellaggi da conferire e di volumetrie a disposizione nei siti". Sulla vicenda è intervenuta anche l'Arpa che ha dato il via libera all'operazione effettuando una serie di analisi nelle acque attorno alla discarica che non sono risultate inquinate.
Un altro aspetto della vicenda, però, riguarda i costi del conferimento. Per ripercorrere la storia di questo grande affare è bene usare la denuncia di Legambiente, e della sua rappresentante Antonella Berlen. "Dall'inizio del 2010 a oggi - dicono - il costo di smaltimento dei rifiuti nell'Ato Bari 5 è passato da 50 a 110 euro a tonnellata. Ed è destinato a crescere ancora. Arrivando al paradosso per cui quasi non sarà conveniente effettuare la raccolta differenziata". Ma che è successo? L'appalto della discarica era stato affidato negli anni scorsi dalla Regione Puglia a una serie di privati. La gara era però stata impugnata davanti al Tar e infine annullata dal Consiglio di Stato. Circa due anni fa la giunta Vendola è stata così costretta a ribandire la gara d'appalto alla quale si è presentata un unico concorrente: il Progetto Ambiente Bacino Bari Cinque composto dal consorzio Cogeam, cioè Marcegaglia, Cisa e Lombardi Ecologia, sostanzialmente lo stesso raggruppamento di imprese che aveva costruito e gestito l'impianto.
Nel frattempo però le condizioni sono cambiate. E quindi sono cambiati anche i costi. "La precedenza ordinanza - spiegano da Legambiente - aveva fissato la tariffa in 83,37 euro per tonnellata mentre ora siamo oltre i 100. Questo nonostante ora si tratti di Cdr, un prodotto più raffinato non fosse altro perché dà più profitti a chi gestisce l'impianto: quindi siamo al paradosso che i costi per il trasporto e la valorizzazione energetica del cdr sono maggiori di quelli di smaltimento dei rifiuti in discarica. In definitiva, mentre fino al 6 gennaio 2010, per smaltire i rifiuti in discarica, pagavamo 50 euro per tonnellata per trasportare il cdr a Massafra e cederlo all'Appia Energy (cioè alla stessa Marcegaglia e Cisa) che lo deve incenerire per produrre energia e beneficiare dei premi previsti per chi incenerisce rifiuti, dal 27 aprile 2011 paghiamo oltre 110 euro per tonnellata di rifiuti conferiti nell'impianto complesso, a cui bisogna aggiungere l'IVA e l'ecotassa. Sempre alla stessa Mercegaglia". E' così che stanno le cose? "Purtroppo - spiegano dalla Regione - l'annullamento del contratto da parte del Consiglio di Stato ha provocato una variazione al rialzo delle tariffe perché nel frattempo erano passati più di sei anni. Sinceramente non si poteva fare diversamente".
La nuova società che si è aggiudicata la gara, la Progetto Ambiente (difesa dall'avvocato Michele Laforgia e non toccata dall'inchiesta penale) spiega invece che è tutto trasparente: "Non è vero - dicono - come qualcuno sostiene che se si facesse la differenziata i comuni del bacino andrebbero a pagare di più. Il contratto è stato in questo senso calibrato e ora, com'è normale che sia, se si facesse più differenziata si pagherebbe di meno la tassa dei rifiuti. Per quanto riguarda la
questione dei consumi, sia l'obbligo sia i costi erano già stati prestabiliti dal capitolato di gara. Noi non abbiamo alcuna responsabilità ". Legambiente però insiste, sostenendo che la nuova gestione ha provocato un rincaro importantissimo per le casse dei comuni. "A Conversano, per esempio, prima si pagava per il solo costo di smaltimento una cifra che oscillava tra i 650mila e 981 mila euro mentre ora a Progetto ambiente dovrebbero andare circa 1 milione e 250mila euro a cui dovrebbe aggiungersi sia l'Iva sia l'ecotassa. Lo stesso discorso vale per gli altri comuni: da Monopoli a Polignano, si pagherà almeno il doppio rispetto a quanto si pagava prima con la differenza che ora chi gestisce la discarica guadagna di più dallo smaltimento dei rifiuti".
http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/10/17/news/conversano_discarica-44689387/