Bici rubata il 4 ottobre davanti il Comune: ritrovata e lieto fine
Finalmente un capitolo positivo per le tantissime vittime del furto di bici a Milano. Il derubato sotto Palazzo Marino che aveva raccontato la disavventura a Corriere.it e rischiato l'aggressione dei ricettatori di Piazzale Cantore, ritrova la sua bici. Comprata usata da un ignaro (?) cittadino che ora rischia il reato di incauto acquisto o peggio, ricettazione. Questa volta i vigili intervengono. Un episodio che può cambiare a Milano l'indifferenza verso il problema degli innumerevoli furti di biciclette. L'ultimo racconto di Corriere.it
20 October, 2012
La bici rubata davanti a Palazzo Marino ritrovata grazie ai lettori di Corriere.it. Terza puntata e lieto fine per Giuseppe Mazzoni: «Grazie a tutti voi, e a uno in particolare, e ai vigili di Milano»
di GIUSEPPE MAZZONI, su Corriere.it
MILANO - Vorrei fare una premessa: in tutta questa storia in certi momenti ho ricevuto delle telefonate che sembravano degli scherzi o degli agguati (ad esempio di potenziali ladri fotografati inferociti) e non sapevo bene se credere o no a quello che mi veniva detto al telefono, eppure, confermando la tesi secondo cui la realtà supera la fantasia, vi assicuro che è tutto vero!
GIOVEDI 18 OTTOBRE - Sono allo Smau, dove vado in visita ogni anno per interesse personale e professionale. Nel primo pomeriggio ricevo una telefonata dalla Rai di Roma, perché alcuni giornalisti, impressionati dall’interesse che le mie avventure alla ricerca della bici hanno suscitato tra i lettori del Corriere.it, hanno deciso di invitarmi alla trasmissione Uno Mattina, nell’ambito di un breve dibattito dedicato alla mobilità sostenibile ed alle biciclette elettriche. Decido che può essere una buona occasione per dare ancora più risalto al problema dei furti di biciclette, perché si crei una pressione mediatica che spinga tutte le parti coinvolte ad affrontare a fondo il problema e a cercare di risolverlo. Prendo quindi il Frecciarossa delle 19, arrivo a Roma e dormo nell’hotel prenotatomi dalla Rai.
VENERDI 19 OTTOBRE - Vengo intervistato sull’argomento, durante la trasmissione di Uno Mattina nella quale interviene anche l’assessore comunale milanese Pierfrancesco Maran, che spero vivamente seguirà i miei suggerimenti di convocare le varie parti coinvolte al fine di affrontare radicalmente il problema dei furti di biciclette.
Una volta tornato a Milano, appena entrato nella stazione del metrò a Centrale, ricevo una telefonata di un lettore del Corriere.it, che sospetta di aver riconosciuto la mia bicicletta rubata in un garage privato, ma visibile passando dal marciapiede, vicino al Parco Ravizza, in zona Bocconi. Decidiamo quindi di incontrarci vicino al garage per dare un’occhiata. Subito dopo mi ricontatta il commissario Brianzoli, dell’Unità Antiabusivismo della Polizia Locale di Milano, che si è preso a cuore la questione. Mi aveva già contattato in mattinata mentre stavo entrando negli studi Rai a Roma, e in quel momento non gli avevo potuto parlare. Gli racconto del possibile ritrovamento delle bici e a quel punto lui mette in allerta due agenti in zona Bocconi.
Incontro il lettore del Corriere.it, molto gentile, che mi accompagna vicino al garage dove ha individuato la bici. Il palazzo è signorile, e non avrei mai immaginato di trovare lì una bici rubata, ma sembra effettivamente la mia, anche perché il colore arancione è inconfondibile! Chiamo quindi il commissario Brianzoli, che mi conferma l’invio sul posto di due agenti. Arrivano dopo pochi minuti. Mentre ci avviciniamo al garage, esce un’auto sulla strada. Decidiamo di approfittarne, acceleriamo il passo e riusciamo ad accedere alla rampa prima che il cancello automatico si richiuda. Scendiamo, ci avviciniamo alla bici, e non c’è dubbio che sia la mia: gli stessi pneumatici da strada che avevo fatto mettere per il viaggio lungo il Danubio, il numero sul manubrio (che non è quello del telaio, come diversi lettori del Corriere mi hanno spiegato, ma si riferisce alla lega di alluminio), lo stesso adesivo «Blom» del rivenditore. Gli agenti chiamano la Centrale per riportare il ritrovamento.
Confermando quanto ho detto nella premessa, cioè che a volte la realtà supera la fantasia: mentre gli agenti erano al telefono e ci eravamo allontanati di qualche metro dalla bici, arriva tutto tranquillo un uomo sui 30-40 anni, con una chiave in mano. Ci guarda distrattamente, si avvicina alla mia bici e apre il lucchetto di un cavetto che la fissava alla ringhiera. E’ una scena quasi comica, stento a credere ai miei occhi! Gli agenti gli chiedono dove e quando ha comprato la bici. Risponde un po’ imbarazzato che l’ha comprata un paio di settimane fa in viale Papiniano. Gli agenti chiedono di precisare e lui risponde: «Ai giardinetti di piazzale Cantore». Che giorno preciso? Ci pensa un po’ e poi risponde che è stato giovedì 4 ottobre, verso le 17. Era il momento esatto in cui io sporgevo denuncia al Commissariato di Piazza San Sepolcro e l’agente Di Bello mi diceva: «Forse è un po’ tardi ora, ma dovrebbe andare al più presto in piazzale Cantore, dove ci sono spesso ricettatori, per vedere se la trova».
Tiro fuori la documentazione che porto sempre con me dal momento del furto: la denuncia e una foto della bici che avevo stampato con la mia stampante. Mostro anche tutte le foto che avevo scattato col cellulare. Gli agenti chiedono all’uomo quanto l’aveva pagata. Risponde 80 euro. E gli dicono: «Questa bici ha evidentemente un valore molto superiore, quindi lei verrà denunciato per incauto acquisto». Lui risponde che effettivamente dei sospetti li aveva, e che già nei giorni scorsi qualcuno per strada aveva fatto commenti sulla bici, e lui si era imbarazzato. Dopo aver interrogato l’uomo sulle caratteristiche fisiche del venditore della bici e dopo aver compilato tutta la modulistica necessaria, vengo accompagnato nella sede dei vigili in piazza Beccaria, dove viene redatto il verbale di ritrovamento della bici.
Parlo poi con alcuni agenti che confermano la mia supposizione di scarsa meritocrazia all’interno della Polizia Municipale, della frustrazione di aver a che fare con leggi che nei fatti risultano essere troppo garantiste per chi commette reati e impedisce a loro di essere efficaci nel loro lavoro. Inoltre mi raccontano del caso del venditore ambulante abusivo che tre settimane fa aveva spaccato il naso con un pugno ad un agente della polizia locale e la mattina successiva era stato liberato. Un settimana dopo era arrestato di nuovo per vendita di merce contraffatta ed era stato nuovamente scarcerato, per poi picchiare alcuni giorni dopo due vigili che l’avevano bloccato. Faccio poi alcune foto ricordo della mia bici di fianco alle bici dei vigili e a una loro auto.
Rimango convinto che risolvere il problema dei ladri di biciclette non sarà certo facile, ma ci sono tanti tasselli di un grande puzzle che devono essere messi insieme, e chi ha cuore questo problema a livello cittadino e nazionale dovrebbe inchiodare ciascuna parte alle proprie responsabilità, inclusi i ciclisti, che dovrebbero sempre fare denuncia in caso di furto e acquistare bici usate soltanto se il venditore accetta di firmare il documento di cessione tra privati predisposto da rubbici.it, che peraltro li tutela dalla denuncia di ricettazione o incauto acquisto!
Art. 712 codice penale - Acquisto di cose di sospetta provenienza (incauto acquisto)
Chiunque, senza averne prima accertata la legittima provenienza, acquista o riceve a qualsiasi titolo cose, che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per l'entità del prezzo, si abbia motivo di sospettare che provengano da reato, è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda non inferiore a euro 10 .
Alla stessa pena soggiace chi si adopera per fare acquistare o ricevere a qualsiasi titolo alcuna delle cose suindicate, senza averne prima accertata la legittima provenienza.
Art. 648 codice penale - Ricettazione
Fuori dei casi di concorso nel reato, chi, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquista, riceve od occulta denaro o cose provenienti da un qualsiasi delitto, o comunque si intromette nel farle acquistare, ricevere od occultare, è punito con la reclusione da due ad otto anni e con la multa da euro 516 a euro 10.329.
La pena è della reclusione sino a sei anni e della multa sino a euro 516, se il fatto è di particolare tenuità.
Le disposizioni di questo articolo si applicano anche quando l'autore del delitto da cui il denaro o le cose provengono non è imputabile o non è punibile ovvero quando manchi una condizione di procedibilità riferita a tale delitto.
La differenza fra incauto acquisto e ricettazione sta nel fatto che oggetto di quest'ultima sono cose provenienti da delitto, mentre oggetto dell'incauto acquisto possono essere anche cose provenienti da contravvenzione (ossia da reato punito con l'arresto e/o con l'ammenda), visto che la norma parla, genericamente, di "reato". Inoltre, mentre nella ricettazione si richiede il dolo in chi commette il reato, nell'incauto acquisto gli si rimprovera la colpa, ossia la negligenza, la leggerezza.