Ciclisti di notte, fatevi vedere
La brutta abitudine di tanti ciclisti metropolitani, girare senza luci, nel racconto di un cronista che rientra la notte - da La Gazzetta dello Sport - 23.10.2012
01 November, 2012
di Lorenzo Astori
Che la vita del ciclista milanese sia un inferno è un dato di fatto. Lo dicono le statistiche degli incidenti e lo dicono gli episodi (e sono centinaia al giorno) che in quelle statistiche non entrano per un metro, un attimo, un miracolo. Automobilisti e motociclisti pirata, buchi nell’asfalto, pavè, rotaie, posteggi selvaggi, piste ciclabili tutt’altro che sicure: l’elenco dei pericoli per chi si avventura in bici è lungo, «doloroso» e un po’ disarmante visto che, da anni, i problemi sono sempre gli stessi e le soluzioni lontane.
Insomma il pericolo resta sempre uno scomodo compagno di pedalata. Di giorno, come di notte. Anzi, soprattutto di notte quando tutti i problemi (e i rischi) vengono ampliati dal buio, ma anche da una brutta abitudine di tanti ciclisti: girare senza luci. Dopo il lavoro al giornale sono solito tornare a casa a mezzanotte o giù di lì e, purtroppo, ogni volta non sono poche le bici che vedo sfrecciare (anche contromano) per le strade del centro senza nemmeno una piccola lucetta, un catarifrangente, un flash. Il codice della strada obbliga ogni veicolo ad avere le luci anteriori e posteriori per un motivo semplice: vedere e farsi vedere.
Ed è quest’ultima la cosa più importante per un ciclista in città. Allora ben venga tutto: dalle tradizionali luci a quelle a led fluorescenti da applicare alle ruote fino allo straordinario tubo al neon da «arrotolare» intorno al piantone che ho visto l’altra sera. Il geniale «coso» probabilmente non risponde alle norme del codice, ma sicuramente si nota a centinaia di metri. E, anche se un po’ fa effetto albero di Natale, mette pure allegria. Forza, bastano pochi euro per salvare la pelle e far sorridere Milano.
Lorenzo Astori