Si risparmia su ogni cosa: la luce dei lampioni spenta 20 minuti prima
Illuminare Torino costa 35 mila euro al giorno - da La Stampa del 05.11.2012
05 November, 2012
Alessandro Mondo
Se il Comune, da un lato, cerca di raddrizzare i conti con dismissioni dolorose ma capaci di portare in cassa centinaia di milioni, dall’altra fa sforzi straordinari per contenere le spese. È il caso dell’illuminazione pubblica che costa a Palazzo Civico «35 mila euro al giorno» dicono i tecnici di Iren. In passato era più pesante, ma anche così si tratta di una cifra proibitiva per un Comune che non ha aspettato le sollecitazioni del governo per ridurre le spese: comprese quelle dell’illuminazione pubblica. Non è un caso se l’assessore al Bilancio Gianguido Passoni, l’uomo dei numeri, non ha fatto una piega quando ha appreso che il decreto del Governo, chiamato impropriamente “Cielo buio” (dal nome dell’omonima associazione), è stato bruscamente ridimensionato nella Commissione Ambiente della Camera: sì al contenimento dei costi e al rinnovo del parco luci; no all’affievolimento o allo spegnimento dei lampioni nelle ore serali e notturne, misura contro la quale è insorta parte dell’opinione pubblica.
La sfida
Perchè se il controverso decreto è stato mutilato, e a questo punto non è escluso venga dirottato su un binario morto, il problema resta sul tavolo: la matematica non è un’opinione; Torino, forte di 96 mila punti luminosi, non può sottrarsi alla sfida. Per molti versi lo ha già fatto. Un dato per tutti: «Nel corso del 2011 - spiega Passoni - la nostra città ha registrato un consumo complessivo di energia elettrica, dagli edifici comunali all’illuminazione pubblica, semafori compresi, pari a oltre 170 milioni di KWh per un fatturato, Iva inclusa, di circa 30,81 milioni». Un altro traguardo rispetto al passato. Rispetto all’esercizio 2010, ad esempio, gli interventi di razionalizzazione e le campagne di sensibilizzazione rivolte al personale hanno fatto registrare un calo dei consumi calcolabile nella misura del 2,5%.
Si salvano le piazze
Sempre in quest’ottica, aggiunge l’assessore, quest’anno è stato istituito un tavolo di lavoro ad hoc, con un’accelerazione da maggio a seguito delle norme in arrivo. Due le strade imboccate dal Comune per abbattere i costi. La prima rimanda a interventi specifici: limitazione al sabato e alla domenica dell’illuminazione decorativa, eccetto le piazze principali, con un risparmio su base semestrale stimato in 80 mila euro; riduzione del tempo di accensione degli impianti di illuminazione pubblica di circa 20 minuti, fra mattino e sera, con un risparmio stimato di circa 220 mila euro (sempre su base semestrale); spegnimento delle fontane luminose, fatte salve quelle monumentali, con una riduzione semestrale di circa 200 mila euro.
Rinegoziare i contratti
Il secondo fronte, più complesso, è la rinegoziazione di contratti e convenzioni in essere per alleggerire gli oneri sul bilancio. La restrizione nell’adozione di nuovi interventi di spesa, dalle attivazioni di utenza ai contratti di locazione passiva, rientra in quest’ottica. A fare la differenza, oltre ai costi e alle prescrizioni di norme assortite, è la partita tariffaria: il Comune taglia, le bollette aumentano. «I consumi dei primi cinque mesi del 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, hanno registrato una riduzione complessiva di oltre il 4,50 per cento», fa presente l’assessore.
La bolletta s’impenna
Peccato che la bolletta relativa si è impennata del 15%. «Aumenti ancora più significativi si sono registrati nella restante parte dell’anno», puntualizza Passoni. Aggiungete gli aumenti del prezzo del dispacciamento e del trasporto dell’energia, decisi dall’Autorità nei primi mesi del 2012, e l’incremento medio delle accise. Bastano le misure già adottate? No che non bastano. La nuova frontiera non sono i tagli ma, precisa Passoni, gli investimenti sulle nuove tecnologie. E indirettamente, sul risparmio energetico.