Strategia energetica, Comitato Ifi: «Mancano prospettive per fotovoltaico»
L'associazione saluta la Sen come un rimedio al vuoto normativo per il settore energetico, ma chiede al governo misure a sostegno del mercato fotovoltaico. Sì alle detrazioni fiscali per l'efficienza e alla rimozione dalla bolletta elettrica degli oneri “impropri”
08 November, 2012
«La Sen ha sicuramente il merito di affrontare di petto un vuoto di indirizzo della durata di quasi 25 anni per uno dei settori economici più strategici per la crescita e la competitività del Paese». Così Alessandro Cremonesi, presidente del Comitato Ifi (Industrie fotovoltaiche italiane), commenta la bozza di Strategia energetica nazionale (Sen), varata dal Governo lo scorso 16 ottobre e attualmente in fase di consultazione pubblica. «Sono positivi – prosegue Cremonesi - i richiami a un deciso indirizzo strategico verso lo sviluppo e l’impiego delle rinnovabili, non ultima la volontà di superare gli obiettivi definiti dal pacchetto europeo clima - energia 2020, fino a farle diventare la prima fonte nel settore elettrico, a copertura del 38% dei consumi».
Fin qui, dunque, le osservazioni positive. Non mancano, però, secondo il presidente del Comitato Ifi, le note dolenti, a cominciare dall'assenza nella Sen di indicazioni sullo sviluppo industriale del comparto fotovoltaico. «Se da un lato – prosegue Cremonesi - le misure programmatiche indicate a beneficio del mercato sono già vecchie (si fa riferimento al Decreto Interministeriale varato lo scorso luglio, che vedrà la fine già entro l’anno in corso) quelle a sostegno dell’industria nazionale delle componenti sono del tutto inesistenti»,
Di conseguenza, l'associazione chiede al Governo «indicazioni chiare per il comparto nel suo insieme, in chiave prospettica e non storica». In particolare, il Comitato Ifi vede di buon grado le misure capaci di «spingere il mercato verso una generazione distribuita e di rendere al contempo forte e competitiva l’industria nazionale, fino ad oggi eccessivamente vessata dall’incertezza normativa, da un mercato drogato da pratiche di dumping e dalla forte presenza di componenti speculative».
Per quanto riguarda la copertura finanziaria del sostegno al fotovoltaico, Cremonesi si dice d’accordo a spostarla verso «strumenti non onerosi per i consumatori elettrici, a patto che però sia fatta prima pulizia all’interno della bolletta di quegli oneri cosiddetti impropri: esenzioni, regimi tariffari speciali e compensazioni, che vengono scaricati su tutti gli utenti per un valore complessivo di 3 miliardi di euro l'anno».
Quanto, infine, alle misure concrete, l'associazione esprime un parere favorevole sui seguenti interventi:
- detrazioni fiscali (premiando solo quelle che abbiano un’effettiva ricaduta sul sistema industriale nazionale e prevedendo un’estensione del beneficio anche alle aziende e non solo alle persone fisiche);
- rivisitazione del meccanismo di scambio sul posto dell’energia prodotta e consumata, con un innalzamento del suo limite attuale fino ad impianti di media taglia (0,5 – 1 MW), unito ad uno sconto di quegli oneri di sistema non imputabili alla fase di autoconsumo;
- dilazione sui debiti a medio e lungo termine (es. moratoria di un anno) che le industrie italiane delle componenti fotovoltaiche hanno contratto per l’ingresso in questo settore, ma che sono diventati insostenibili a causa dei continui e repentini cambiamenti legislativi/normativi che hanno affossato il mercato;
- creazione di un fondo di garanzia governativo, per agevolare l’accesso al credito da parte delle industrie manifatturiere del comparto che investono in tecnologia, e a beneficio degli operatori nazionali delle installazioni fotovoltaiche.