Antismog. E’ l’ora di decidere
È comprensibile che il piano antismog sia oggetto di aspre polemiche, anche all’interno della giunta torinese, ma non è più tollerabile lasciare tanti cittadini nell’incertezza di una decisione che comporterebbe scelte importanti per la pianificazione familiare. Editoriale di Luigi La Spina - da La Stampa del 09.11.2012
09 November, 2012
Luigi La Spina
La discussione sul piano antismog del Comune non porterà, molto probabilmente, a un accordo unanime. Le opinioni sull’effettiva utilità delle misure proposte sono tanto radicate quanto opinabili e anche l’appello agli studi scientifici sull’argomento non serve a dirimere la questione, perchè i risultati non sono sempre concordanti. Certamente le polveri sottili emesse soprattutto dai diesel di vecchie concezioni sono nocive, ma le conseguenze concrete di un blocco più o meno parziale di quelle auto sull’inquinamento generale dell’aria torinese sono valutate in modo difforme.
Al di là del dibattito tra ecologisti e scettici, c’è poi, il problema di costringere i proprietari di circa 50 mila diesel Euro 3 a cambiare l’auto in un momento di crisi . Pure su questo aspetto, si scontrano opinioni diverse e, così, l’intesa tra coloro a cui spetta il varo del provvedimento sembra ancor più ardua, perchè alla discussione ambientalista si aggiungono considerazioni di ordine economico e sociale, con pareri tutt’altro che convergenti.
È comprensibile, perciò, che il piano antismog sia oggetto di aspre polemiche, anche all’interno della giunta torinese, ma non è più tollerabile lasciare tanti cittadini nell’incertezza di una decisione che comporterebbe scelte importanti per la pianificazione familiare delle loro future spese. A meno di un mese dalla fatidica data del 3 dicembre, giorno in cui dovrebbe partire la limitazione per le diesel Euro 3, i proprietari di tali auto non sanno ancora quali restrizioni alla circolazione saranno costretti a subire. Ma l’incertezza non ricade solo su di loro, perchè, seppur con margini di tempo maggiori, il piano potrebbe prevedere altre tappe che, dal prossimo anno, riguarderebbero oltre 165 mila veicoli.
Scontata l’impossibilità realistica di un accordo unanime, o quasi, è opportuno che il sindaco non lasci più che la questione sia oggetto di un infinito contrasto tra gli assessori della sua giunta, con il seguito di voci contraddittorie sulle intenzioni dei suoi collaboratori e con correzioni continue di un progetto che non pare mai definito. Occorre che si arrivi urgentemente a un atto di responsabilità collegiale sull’argomento, per rispetto nei confronti di quei cittadini che devono essere messi in condizione di compiere scelte impegnative per i loro bilanci in tempi ragionevoli e senza più dubbi sulla possibilità di future modifiche ai provvedimenti.
Il sistema democratico, pure quello che riguarda le amministrazioni comunali, prevedeunaseriediconsultazioni e un confronto anche ampio tra opinioni diverse, ma richiede decisioni tempestive e chiare nei confronti dei cittadini. E la sicurezza, in ogni caso, di scontentare una parte dei propri elettori potrebbe rivelarsi più un aiuto che un ostacolo alla soluzione.