Scuola: mobilità sempre più insostenibile
L'annuale dossier Ecosistema Scuola di Legambiente dedica un focus alla mobilità casa-scuola: in calo scuolabus e pedibus mentre, appena il 4% delle scuole, si trova all'interno di una Ztl e soltanto il 7% in una Zona30. Da inizio anno sono 37 le vittime di incidenti davanti alle scuole
13 November, 2012
L'annuale dossier Ecosistema Scuola di Legambiente oltre a fare il punto sulla sicurezza -o più precisamente insicurezza- del patrimonio edilizio scolastico presenta un focus sulla mobilità scolastica. Per Legambiente è infatti necessario un impegno maggiore da parte delle istituzioni per far cresce la sicurezza all'interno degli edifici scolastici ma anche negli spostamenti casa-scuola dei ragazzi "visto che solo dall’inizio del 2012 sono state 37 le vittime di incidenti automobilistici nelle immediate vicinanze delle scuole".
Il quadro che esce da Ecosistema Scuola restituisce una mobilità casa-scuola sempre più affidata ai mezzi privati. Spicca il crollo dei servizi di scuolabus: nei 96 comuni capoluogo analizzati passa dal 34% del 2008 al 26% del 2011, con un calo nell'ultimo anno di quasi sette punti percentuali. Un servizio che tuttavia nelle regioni del Centro e del Sud viene garantito a una percentuale di istituzioni scolastiche ben al di sopra della media nazionale, rispettivamente con il 49,02% e il 46,47%. La ragione principale della diminuzione del numero di comuni che garantiscono il servizio sono in modo evidente, secondo Legambiente, i tagli finanziari al trasporto locale.
Una "spending review" forzata che non ha contribuito ad ingrossare neppure le fila dei pedibus, servizio garantito da meno del 5% dei comuni interessati dall'indagine, dato in lievissima ma costante decrescita dal 2009. Il pedibus nelle regioni del Nord, con l'8,68%, vede la migliore attuazione, mentre al Sud con lo 0,11% e nelle isole con nessun percorso attivato, risulta essere assolutamente deficitario.
La possibilità per i ragazzi di entrare a scuola in condizioni di sicurezza è affidata quindi principalmente alla presenza di “nonni vigile”, volontari presenti nel 21% di scuole e di transenne parapedonali, presenti quasi nel 14% dei casi. Crescono, anche se di un solo punto percentuale, le piste ciclabili nei pressi delle scuole (10,48%) ma anche in questo caso, come per il servizio di pedibus, si tratta di un servizio garantito in maniera quasi esclusiva dalle regioni del Nord che con una media percentuale del 17,96% si pone quasi otto punti sopra quella nazionale. Assolutamente deficitarie le regioni del Centro, del Sud e delle Isole, rispettivamente con il 3,00%, 1,19% e 0,19%.
Marginali anche i dati ralativi agli interventi di moderazione del traffico intorno alle scuole. Soltanto lo 0,98% degli edifici scolastici si trova all'interno di un'isola pedonale, il 4,42% all'interno di una zona a traffico limitato e il 2,98% all'interno di parchi urbani. Scarso anche il numero di edifici posti in Zone 30 (il 7,08% a livello nazionale, di cui il 12,16% al Nord, lo 0,52% al Centro, il 7,03% al Sud e lo 0,41% nelle Isole) che potrebbero garantire una maggiore sicurezza in particolare agli studenti che si recano a scuola a piedi.
Come in ogni suo dossier Legambiente segnala anche alcune "buone pratiche" che provengono dai comuni sottoposti ad indagine. E' il caso ad esempio di Piacenza dove sul fronte della mobilità è attivo da diversi anni il pedibus che mette a disposizione dei ragazzi ben 19 linee e coinvolge 10 scuole, o di Lecco, dove il pedibus coinvolge quasi la metà delle scuole. Altra esperienza citata è quella di Trento, dove ben 14 edifici scolastici su 58 sono serviti da pedibus con un coinvolgimento complessivo di 2.702 ragazzi e sono 43 le scuole servite da almeno una pista ciclabile nelle adiacenze.