Strade di periferia trasformate nel cimitero dei carrelli rubati
L’AMSA ne recupera duemila all’anno. In una cantina di via Palmieri ne hanno trovati trenta. Strade di periferia trasformate nel cimitero dei carrelli rubati: usati per la spesa a domicilio e poi abbandonati - da Repubblica, Milano, del 17.11.2012
17 November, 2012
di Franco Vanni
C'è chi ruba i carrelli nei parcheggi dei supermarket per venderli a peso come rottami. C’è chi trasporta i sacchetti fino al portabagagli e abbandona il carrello sul marciapiedi. E ci sono quelli che vanno a fare la spesa a piedi e il carrello lo portano a casa. È la categoria più numerosa: anziani e stranieri senza auto. Quale che sia il percorso e la motivazione, il risultato sono decine di carrelli lasciati per strada che finiscono per diventare cestini della spazzatura. L’abbandono dei carrelli abbraccia tutta la città: da piazza Tirana, in zona Giambellino, fino a piazza Udine, a due passi da parco Lambro. Se ne trovano sui marciapiedi di via Padova come in viale Jenner, tanto che Amsa ha avviato un servizio di raccolta ad hoc. «I nostri camion passano e tolgono i carrelli per strada, su segnalazione dei residenti — spiega Sonia Cantoni, presidente della società di nettezza urbana — una volta in deposito, li ordiniamo in base al supermercato di provenienza e invitiamo le catene a venirseli a prendere».
A pagamento, ovviamente: per ogni carrello “restituito” Amsa incassa 15 euro dalle aziende della grande distribuzione. Nel solo deposito di via Olgettina, uno dei quattro di Amsa in città, i carrelli che attendono di tornare ai supermarket sono quaranta. «È difficile fare una stima certa — spiegano i tecnici della società — ma non è esagerato dire che nell’ultimo anno abbiamo recuperato per strada 2mila carrelli».
I quartieri dove i residenti lamentano con maggiore frequenza l’abbandono sono quelli a sud ovest della città, compresi fra via Bazzi e il Naviglio Pavese: Barona, Stadera, Famagosta. «Il malcostume ha raggiunto dimensioni davvero intollerabili, il Comune deve studiare un sistema per convincere i supermercati a vigilare affinché i carrelli non siano più sottratti, anche potenziando il servizio di consegna a domicilio della spesa», dice Aldo Ugliano, presidente del consiglio di Zona 5. Per ridurre il numero di abbandoni, Ugliano ha incontrato i direttori dei supermercati della zona. Il parlamentino di quartiere ha inoltre studiato la bozza di un cartello destinato a essere esposto alla cassa dei supermercati. Il testo è tradotto in sei lingue, e ricorda come «la mancata restituzione dei carrelli costituisce reato ai sensi degli articoli 624 e 625 del codice penale».
Per accorgersi di come l’abbandono dei carrelli in Zona 5 sia una pratica diffusa, basta fare
due passi allo Stadera o lungo le sponde del Naviglio Pavese. In via Barrili ieri sui marciapiedi i carrelli abbandonati erano otto, pochi meno ce n’erano la mattina nella vicina via Neera. Nelle cantine del palazzo in via Palmieri 22 i carrelli abbandonati sono arrivati ad essere anche una trentina contemporaneamente. "Non abbiamo ancora capito se vengano lasciati lì da qualcuno che ogni volta che fa la spesa si porta a casa il carrello, o se si tratti invece di un ladro vero e proprio che li accantona lì poi li rivende », dice Viviana de Filippis, residente e consigliere di Zona.
Alcuni supermarket hanno studiato sistemi di antifurto innovativi, visto che la classica moneta da un euro a incastro negli anni si è dimostrata semmai un incentivo a portare via il carrello: basta prendere a martellate il sistema di chiusura e oltre al carrello si “guadagna” anche l’euro. Il Lidl di via Ugo Bassi ha installato un lungo palo verticale al telaio di ogni carrello, che impedisce di portarlo fuori dalla porta. E se molti supermercati hanno rinunciato a tenere i carrelli all’esterno, le grandi catene hanno cominciato a fare la stima economica del danno che deriva dai continui furti. «I carrelli spariscono soprattutto in periferia e nell’hinterland, con una spesa di acquisto fra i 100 e i 160 euro a pezzo — dice Alessandro Grassani, direttore commerciale di Coop Lombardia — il record negativo di furti, che io sappia, è in un punto vendita di Corsico». Sempre lungo la direttrice dei Navigli, quindi.