Consumo di suolo, il Piano della Regione Piemonte
Divieto assoluto di costruire centri commerciali su aree agricole: la Regione Piemonte segue la scia della Provincia di Torino e approva una delibera contro il consumo di suolo. Si attende la pubblicazione del testo definitivo, che dovrebbe contenere incentivi per la costruzione in aree dismesse
21 November, 2012
Piemonte: il Consiglio Regionale ha approvato una delibera sul commercio, che contiene misure per limitare il consumo di suolo perpetrato dai grandi centri commerciali a caccia di nuove aree da costruire. Siamo ancora in attesa della pubblicazione del testo definitivo, ma i punti fondamentali del provvedimento sono questi: divieto assoluto di costruire su aree agricole; incentivi per la riqualificazione ambientale di aree dismesse da almeno trenta mesi; parere vincolante di Comune, Provincia e Regione su qualunque nuovo insediamento commerciale; disposizione sugli accordi di programma per l’individualizzazione e localizzazione alla periferia delle città della grande distribuzione.
“Si tratta di una riforma importante - sostiene l'assessore regionale al Commercio William Casoni - Innanzitutto perché non si toccherà più il suolo agricolo, mentre sarà favorita l’utilizzazione dei siti già esistenti. Oppure ancora sarà sostenuto l’utilizzo di quelle aree ormai dismesse, che tra l’altro creano anche un degrado paesaggistico per le città. In questo modo saranno anche riqualificate le aree e le zone dove ritornerà il commercio e quindi una situazione sociale ed economica vitale”.
“Abbiamo anche lavorato molto - continua Casoni - per inserire delle norme che tutelino in maniera specifica il commercio ed i commercianti di prossimità, senza dimenticare la disposizione secondo la quale la grande distribuzione d’ora in poi dovrà ottenere un parere positivo per il suo insediamento da tutte e tre gli enti preposti, ossia Regione, Provincia e Comune. Solo allora si potrà iniziare l’iter tecnico”.
Per valutare i contenuti del piano attendiamo ovviamente di vedere il testo approvato ("Revisione degli indirizzi generali e criteri di programmazione urbanistica per l'insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa"). Critiche sono già state mosse dai consiglieri regionali all'opposizione, che ritengono il provvedimento troppo blando (M5S: “Occasione persa: raddoppiate invece le superfici per gli L1 con limiti a Torino fino a 70.000 mq. Difesa d'ufficio: tanto mancano i soldi per nuovi centri! Anche sul non utilizzo di nuovo suolo agricolo, sottolineiamo che la dicitura prevalentemente privilegiando le parti del territorio occupate da aree ed edifici dismessi è un auspicio, più che una norma. Se vogliamo davvero riutilizzare l'esistente bisogna dirlo, se no facciamo solo chiacchiere”).
Solo un anno fa, il Presidente Cota si era espresso così sul Caso Ikea: “La nostra priorità è aprire le porte a chi decide di insediarsi in Piemonte e portare lavoro: il tavolo tecnico si riunirà per capire se c’è la possibilità da parte di Ikea di trovare un altro sito a sud di Torino e al contempo si andrà a riesaminare con chiarezza tutta la procedura che ha portato allo stop sul sito di La Loggia” (Ndr: area agricola).
Leggi anche:
Caso Ikea, un mare di nuove ipotesi? Non proprio...
Ikea a Nichelino: questione di tavoli. Intervista all’Assessore Ugo Cavallera
Consumo di suolo: quante nuove case spuntano se si costruisce una strada?