Rifiuti in Valle d'Aosta: le prime mosse dopo il referendum
Dopo l'esito del referendum che ha bocciato il piro-gassificatore, la maggioranza regionale chiede una commissione consigliare speciale per ''rideterminare gli indirizzi programmatici del sistema di gestione dei rifiuti''. E Valle Virtuosa, l'Associazione promotrice del referendum, chiede un tavolo tecnico con la Regione per risolvere la questione rifiuti
21 November, 2012
La maggioranza regionale vuole una commissione consigliare speciale per ''rideterminare gli indirizzi programmatici del sistema di gestione dei rifiuti''. La proposta è contenuta in una risoluzione iscritta all'ordine del giorno del Consiglio regionale nella seduta del 21 novembre.
L'organismo, composto da 7 membri, di cui 2 di minoranza, dovrà - secondo quando illustrato in aula dal capogruppo dell'Uv, Diego Empereur - relazionare al Presidente dell'Assemblea entro marzo del 2013.
Valle Virtuosa chiede un tavolo tecnico con la Regione
Sul futuro dei rifiuti in Valle d'Aosta, nelle ore successive il superamento del quorum il presidente della Regione, Augusto Rollandin aveva dichiarato: “Per noi era quella la scelta migliore, prendiamo atto del voto dei valdostani, ora la palla passa al prossima legislatura”.
"Un tavolo tecnico con la Regione per risolvere il problema rifiuti". A chiederlo è Valle Virtuosa, l'Associazione promotrice del referendum propositivo, approvato domenica scorsa. "Non basta dire no, bisogna contribuire a risolvere i problemi", spiega Fabrizio Roscio, leader di Valle Virtuosa. "Non si può aspettare la prossima legislatura, bisogna agire subito", aggiunge. Il fronte che ha sostenuto il sì alla consultazione di domenica scorsa, offre la propria ricetta per il piano B cioè l'alternativa alla gassificazione che non si farà più.
"Il primo passo potrebbe essere la raccolta dei rifiuti organici - sostiene Roscio - con centri di compostaggio in ogni comune. Già in questo modo si potrebbe fare un notevole passo in avanti. Inoltre, sarà necessario pensare a un sistema di tariffazione proporzionata alla quantità di rifiuti prodotti. Su dove collocare il residuo, siamo disposti a discutere, ma la direzione è di minimizzare le quantità da stoccare".
E' proprio l'aspettativa di vita dell'attuale sito di Brissogne il nodo principale da affrontare. "Al ritmo attuale di produzione dei rifiuti - sottolinea Roscio - la discarica ha un'autonomia ancora di dieci anni. Arrivando all'80% di raccolta differenziata entro il 2020 nessuna nuova discarica andrebbe prevista e ci sono ancora decenni di margine".
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