Nasce A2A Ambiente
Con l'approvazione del piano industriale la società lombarda dà vita al più importante operatore italiano del settore ambientale. A Milano rimarrebbero la raccolta dei rifiuti e lo spazzamento delle strade. Protestano gli ambientalisti: “Dov'è finita la green economy?”
23 November, 2012
E' di alcuni giorni fa la decisione del consiglio di gestione di A2A di approvare il piano industriale della holding che si occupa di energia e rifiuti. Nel triennio 2013-15 la società intende stabilizzare la difficile situazione finanziaria (le perdite sono stimate in 4,5 miliardi) attraverso la cessione mirata di alcune quote di minoranza e la crescita della redditività nelle quattro aree in cui è impegnata: energia, ambiente, calore e reti. In materia di ambiente e di rifiuti, per A2A questo vuole dire aggregare le società partecipate(Amsa, Aprica, Ecodeco, Partenope Ambiente, Aspem) e gli impianti oggi esistenti (in particolare quello milanese di Silla 2) sotto un unico marchio, quello di A2A Ambiente, trasformandolo nel più importante operatore italiano. Una società che in partenza avrebbe un fatturato di 800 milioni di euro. Un'operazione finalizzata a ridurre il debito della società, il cui esito, per la società milanese che si occupa di igiene urbana (Amsa), sarebbe però quello limitato alla sola gestione della raccolta dei rifiuti e dello spazzamento delle strade, mentre verrebbe sottratta la gestione, tecnica ed economica, dell'impianto di termodistruzione. Da qui le proteste di Legambiente Lombardia che chiama in causa le responsabilità del Comune e chiede al gruppo bresciano-milanese se intende puntare alla green economy oppure su tecnologie obsolete come gli inceneritori. Preoccupati anche i lavoratori di Amsa.