Ilva, il Consiglio dei Ministri approva il decreto. Autorizzata la produzione (nonostante il sequestro)
“Secondo il decreto i provvedimenti di sequestro e confisca dell’autorità giudiziaria non impediscono all’azienda di procedere agli adempimenti ambientali e alla produzione e vendita secondo i termini dell’autorizzazione”. Sarà introdotta la figura del Garante della vigilanza sull’attuazione degli adempimenti ambientali e di tutte le altre disposizioni del decreto
30 November, 2012
Il Consiglio dei Ministri da il via libera al decreto per il risanamento ambientale e la continuità produttiva dell'Ilva di Taranto al termine di una riunione del Consiglio dei ministri, durata sei ore. Ieri il premier, Mario Monti, aveva annunciato l'arrivo del decreto nel corso dell'incontro con le parti sociali e gli amministratori locali.
Spiega il Consiglio dei Ministri che "il decreto è il risultato di un approfondito processo di consultazione e confronto tra il Governo, le amministrazioni e i soggetti privati coinvolti. Un percorso iniziato a luglio, con la firma di un protocollo di intesa e lo stanziamento di 336 milioni di euro, proseguito ad agosto con un vertice nella città di Taranto, che ha portato il Consiglio dei Ministri il 5 settembre a concordare un percorso definito con le amministrazioni territoriali di mantenimento della produzione, rispetto dell’ambiente e della salute".
Il rilascio a ottobre da parte del Ministero dell’Ambiente dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA) ha anticipato gli obiettivi fissati dall’Unione europea in materia di BAT - best available technologies (tecnologie più efficienti per raggiungere obiettivi di compatibilità ambientale della produzione) di circa 4 anni. Con il provvedimento odierno all’AIA è stato conferito lo status di legge, che obbliga l’azienda al rispetto inderogabile delle procedure e dei tempi del risanamento. Qualora non venga rispettato il piano di investimenti necessari alle operazioni di risanamento, il decreto introduce un meccanismo sanzionatorio che si aggiunge al sistema di controllo già previsto dall’AIA.
Cosa prevede il decreto? La continuità produttiva e la salvaguardia dell’occupazione presso lo stabilimento di Taranto, nel pieno rispetto delle fondamentali esigenze di tutela della salute e dell’ambiente e imponendo lo scrupoloso rispetto di tutte le prescrizioni adottate.
L'Ilva avrà la gestione e la responsabilità della conduzione degli impianti e sarà autorizzata a proseguire la produzione e la vendita per tutto il periodo di validità dell’AIA. L’Ilva è tenuta a rispettare pienamente le prescrizioni dell’autorizzazione ambientale. In caso di inadempienze per l’Ilva “restano tutte le sanzioni già previste e in più introdotta la possibilità di una sanzione sino al 10% del fatturato annuo dello stabilimento”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Corrado Clini illustrando il decreto Ilva.
Secondo il decreto i provvedimenti di sequestro e confisca dell’autorità giudiziaria non impediscono all’azienda di procedere agli adempimenti ambientali e alla produzione e vendita secondo i termini dell’autorizzazione.
Si prevede poi che la società mantenga la gestione e la responsabilità della conduzione degli impianti dello stabilimento di Taranto, anche ai fini dell'osservanza di ogni obbligo di tutela sanitaria e ambientale.
Sarà nominato con un successivo provvedimento la figura del Garante della vigilanza sull’attuazione degli adempimenti ambientali e di tutte le altre disposizioni del decreto. Il Garante acquisirà dall’azienda, dalle amministrazioni e dagli enti interessati le informazioni e gli atti ritenuti necessari, segnalando al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Ambiente le eventuali criticità riscontrate nell’attuazione del risanamento e dell’Aia e potrà proporre le misure idonee, tra le quali anche provvedimenti di amministrazione straordinaria.
Ogni sei mesi il Ministro dell’Ambiente riferirà alle Camere lo stato di attuazione dell'Aia e del piano di ambientalizzazione.