Qualità della plastica. Da Torino una replica costruttiva a Corepla
L'assessore all'Ambiente della Provincia di Torino, Roberto Ronco, e il presidente di ATO-R, Paolo Foietta, intervengono dopo l'intervista a Corepla sull'andamento della qualità della raccolta differenziata della plastica
17 December, 2012
Lo scorso 28 novembre, Eco dalle Città ha intervistato Gianluca Bertazzoli, responsabile comunicazione Corepla, sull'andamento della qualità della raccolta differenziata della plastica. Ora intervengono sull'argomento Roberto Ronco, assessore provinciale all'Ambiente, e Paolo Foietta, presidente dell'ATO-Rifiuti Torino che evidenziano alcune criticità e formulano alcune proposte:
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Nella recente intervista a Corepla, si dice che è aumentata la qualità della raccolta differenziata degli imballaggi plastici tant’è che sono aumentati i flussi di raccolta plastica monomateriale in prima fascia di qualità. Allo stesso tempo però si lascia intravedere che parte (non meglio specificata, sebbene il dato venga da Corepla rilevato) del buon risultato sia ascrivibile non tanto ad un reale miglioramento della qualità quanto piuttosto ad un più massiccio ricorso alla pre-pulizia.
Per completezza nella lettura dei dati bisognerebbe che Corepla rendesse pubbliche anche le quote di raccolta che hanno valorizzato la seconda fascia (per il monomateriale) e le quote che invece non hanno valorizzato alcun corrispettivo, possibilmente confrontate con l’anno precedente.
Il territorio della provincia di Torino che ha registrato una raccolta differenziata del 51% al 2011, dato che ci pone anche quest’anno al primo posto fra le province di analoga dimensione in Italia, risulta per la quantità di raccolta plastica nella fascia alta della media italiana.
A questi buoni risultati, al cui miglioramento stiamo comunque continuando a lavorare, corrisponde una situazione non particolarmente brillante, sebbene anche questa in linea con la media italiana, sul fronte della qualità. Non è un caso che a partire dallo scorso giugno è stata avviata una campagna di comunicazione (www.beataladifferenziata.it) finalizzata a sensibilizzare i cittadini sul delicato tema della qualità della raccolta differenziata.
CRITICITA'
Fasce di qualità – il progressivo e significativo restringimento delle fasce, nominalmente introdotto al fine di migliorare la qualità della raccolta differenziata (il miglioramento della qualità è condivisibile ed imprescindibile anche ai fini del rispetto della Direttiva 2008/98/CE), ha invece prodotto significative distorsioni del sistema: la raccolta monomateriale passa pressoché tutta attraverso pre-pulizia con evidente aggravio dei costi per i cittadini. La raccolta multimateriale leggera rischia invece di scomparire poiché difficilmente si riuscirà a raggiungere la soglia massima del 16% di frazione estranea prevista da luglio 2013, mentre già da gennaio (con la soglia al 18%) la situazione sarà particolarmente critica. Anche in questo secondo caso sono evidenti i possibili costi per i cittadini. Né nel vigente Accordo Anci-Corepla né attraverso altri strumenti è stato previsto alcuno strumento reale di supporto al miglioramento della qualità della raccolta.
Corrispettivi COREPLA per la raccolta - fare la raccolta differenziata costa; la raccolta della plastica, essendo un materiale leggero, costa ancora di più e pertanto non può prescindere dai corrispettivi Corepla. Questi devono essere proporzionali alle tonnellate di imballaggi effettivamente raccolte e correttamente conferite a Corepla. E’ indispensabile migliorare la qualità dei rifiuti raccolti ma al tempo stesso non è corretto da parte di Corepla affidarsi per la corresponsione dei corrispettivi alla statistica, talvolta poco rappresentativa, delle analisi merceologiche.
La scarsa rappresentatività delle analisi merceologiche è alla base delle nostre ripetute richieste nei confronti di Corepla di effettuare un bilancio di materia per il periodo 2010-2012 e che ad oggi non è ancora stato realizzato.
Imballaggi e manufatti - è ormai anacronistica la distinzione fra imballaggio e manufatto: la riciclabilità (e di conseguenza quello che dovrebbe essere chiesto ai cittadini di raccogliere) non dipende e non deve dipendere (come invece accade oggi, ma fortunatamente non per tutte le filiere) dalla funzione che l’oggetto ha svolto prima di diventare rifiuto ma dal materiale di cui è composto. Mentre mandiamo a smaltimento molti rifiuti che potrebbero rientrare nelle filiere attive di riciclo (ad esempio manufatti in PE, PP o PET), oltre un terzo di quanto chiediamo ai cittadini di raccogliere in modo differenziato viene avviato da Corepla a incenerimento con evidenti ricadute economiche negative sui cittadini.
Si sfiora l’assurdo quando oltre alla distinzione fra imballaggio e manufatto Corepla distingue anche fra imballaggi del circuito Corepla e imballaggi di altri consorzi autonomi: cito il caso di due convenzionati del nostro territorio che si non son visti riconoscere il corrispettivo di un intero mese perché nella raccolta sono stati rinvenuti due imballaggi del peso complessivo di circa 4 kg marchiati P.A.R.I. (consorzio autonomo).
PROPOSTE
Accordo territoriale – con spirito propositivo abbiamo proposto, Provincia ed ATOR, una sperimentazione sul nostro territorio che avrebbe consentito ai Comuni di ricevere il pieno corrispettivo di raccolta sugli imballaggi in plastica realmente conferiti a Corepla (quindi calcolati all’uscita dell’impianto di selezione attraverso i bilanci di materia) e a Corepla di pagare sulle quantità reali di imballaggi acquisite.
CAC – la scelta operata sul territorio italiano, sin dall’istituzione dei Consorzi di Filiera è stata quella di tenere significativamente basso il CAC e altrettanto relativamente basso il corrispettivo alla raccolta versato ai Comuni. La scelta operata in altri Paesi Europei (ad es. in Germania ed Austria il contributo ambientale a carico dei produttori di imballaggi è anche dieci/venti volte maggiore. In Austria il contributo è inoltre diversificato a seconda della composizione polimerica dell’imballaggio) di porre completamente a carico del sistema delle imprese produttrici di imballaggi i costi del sistema di raccolta, ha determinato una significativa riduzione della quantità di imballaggi, una importante diffusione di iniziative di vuoto a rendere, e ha determinato lo sviluppo di imballaggi costituiti da un solo materiale e spesso da un solo polimero, la cui conseguenza è evidentemente anche un maggiore e migliore riciclabilità.
Riciclo – è indispensabile operare per il miglioramento della qualità della raccolta differenziata, al fine di massimizzare le quantità di rifiuti avviati a riciclo, ma contemporaneamente è indispensabile sostenere e promuovere il mercato dei beni realizzati con materiale riciclato: in assenza di mercato diventa sempre più difficile, dal punto di vista economico, anche sostenere la raccolta differenziata. Il mercato del riciclo deve essere italiano, non tanto per una mera questione di campanile ma per evitare costosi (ambientalmente ed economicamente) “tour” dei rifiuti.
1 commenti
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19.12.2012 12:12
Finalmente una proposta che dovrebbe essere condivisa da tutti gli enti locali italiani.
Una raccolta ottimale della plastica ai fini di un riciclo meccanico non si può realizzare a prescindere dal contesto, dagli strumenti a disposizione e senza corrispettivi economici sufficienti a raggiungere gli obiettivi. L'educazione degli utenti richiede tempo e sforzi che devono essere condivisi dagli operatori della filiera. Non è sufficiente dire che la plastica è "troppo preziosa da buttare" e poi non lavorare al 100% del potenziale alla costruzione di un percorso che, oltre ad agire a monte (con la prevenzione degli errori di progettazione degli imballaggi da parte delle aziende che li utilizzano) renda semplice ed ovvio al cittadino "fare la cosa giusta" . Capendo cosa e dove deve conferire un impaballaggio ma soprattutto sapere quando sbaglia e cosa succede quando sbaglia. Quando gli strumenti non sono più funzionali al raggiungimento di nuovi obiettivi vanno modificati. Le aziende, come specificato nella proposta della provincia, devono avere la convenienza (con una modulazione del CAC )a produrre solamente imballi riciclabili senza inefficienze ( eliminando doppi imballaggi,etichette coprenti come le sleeve in PVC sul PET che ne impediscono il riciclaggio, ecc). Tutti gli imballaggi devono avere l'indicazione del materiale con il dettaglio sulle diverse composizioni dei materiali che lo compongono( etichetta, contenitore, tappo,ecc)e dove conferirli. Va notato a proposito che la scelta della plastica come imballaggio è in crescita tre le aziende, oltre al settore dell'olio recentemente anche una marca di passata di pomodoro ha scelto il PET.