Perché calano i RAEE: intervista ad Ecodom
Dopo il calo del 17% dei RAEE gestiti da Ecodom nel 2012, Eco dalle Città ha intervistato Giorgio Arienti, direttore generale del Consorzio che spiega il fenomeno del "cherry picking"
16 January, 2013
Il calo dei RAEE gestiti da Ecodom quanto è imputabile al calo delle vendite?
Nel nostro caso il dato sulla flessione delle vendite non è direttamente trasferibile al calo da noi registrato. Tuttavia volendo fare una stima possiamo dire che su quel 17%, il 9% è ascrivibile al calo delle vendite. Tutto il resto che non è calo delle vendite è quindi imputabile all'aggravarsi del fenomeno del "cherry picking".
In cosa consiste questo fenomeno?
I RAEE contengono materie prime interessanti dal punto di vista economico: un frigorifero contiene ad esempio alluminio, ferro, rame. Ci sono soggetti che al di fuori dei Sistemi Collettivi cercano di appropriarsi di questi RAEE più "pregiati" cercando di ricavare questi metalli nel modo più semplice possibile. L'abbiamo definita la "scelta delle ciliegie" perché tolgono proprio le componenti più interessanti.
In questo caso come vengono intercettati i RAEE?
I modi possono essere diversi: può avvenire ad esempio attraverso il robivecchi che passa da casa ed insieme al vecchio letto raccoglie anche l'elettrodomestico da buttare. Non dappertutto esiste infatti un efficiente servizio di raccolta dei rifiuti ingombranti e capita che questa operazione sia effettuata dai rigattieri. In altri casi si assiste ad un fenomeno che avviene poco prima che il RAEE entri all'isola ecologica: invece di consegnarlo all'ecocentro il cittadino lascia il rifiuto ad un raccoglitore che glielo acquista per pochi euro. All'interno dell'isola ecologica invece può accadere che una volta conferiti all'interno del contenitore corrispondente, un operatore tolga via i RAEE più pregiati e li venda ad un rottamaio. In un altro caso invece può accadere che il Comune che ha effettuato la raccolta invece di dare i RAEE ai Sistemi Collettivi li venda ad altri operatori. Cosa analoga può accadere in un negozio: consegno la mia lavatrice ma non so se poi il trasportatore o il negoziante consegneranno il RAEE ad un Consorzio.
Quello che preoccupa sono le conseguenze sull'ambiente di questo tipo di pratica: ad esempio, chi intercetta in modo informale un frigorifero, toglie il motore dell'elettrodomestico contenente i materiali preziosi senza preoccuparsi dei gas nocivi che vengono liberati in atmosfera. Grazie invece all'attivita di un consorzio come Ecodom, che in tutta Italia nel 2012 ha trattato circa 72.000 tonnellate di RAEE, si è evitata l’immissione in atmosfera di oltre 1.200.000 tonnellate di anidride carbonica.
Avete provato a quantificare il fenomeno?
Si tratta come spiegato di un fenomeno articolato. Abbiamo provato recentemente a quantificarlo. Secondo i dati ogni anno sono prodotti dagli italiani 16,3 kg/abitante di RAEE. E’ stato stimato che i Centri di Raccolta e i Distributori intercettino complessivamente 11,2 kg/abitante, ma solo il 38,3 % di questi (pari a 4,29 kg/abitante) è stato consegnato ai Sistemi Collettivi. E' quindi un fenomeno preponderante: il volume pubblico è solo un terzo del totale.
Cosa fare per arginare il fenomeno?
Provare a blindare di più questi flussi informali e regolamentare di più il settore.