Perché il buon cibo non finisca tra i rifiuti. 2013 anno della lotta allo spreco
Sullo spreco di cibo le stime della FAO parlano di 179 kg pro capite all'anno. L'Europa ha promosso l'iniziativa di "un anno contro lo spreco" cui aderiscono 300 comuni italiani. Last Minute Market, Banco Alimentare e Siticibo, tutte le organizzazioni attive nel recupero dello spreco alimentare - da Corriere della Sera
08 February, 2013
di Valeria Balboni
Corriere della Sera dell'11.03.2013
Una parte notevole del cibo prodotto in Europa viene gettato nella spazzatura e termina la propria vita come rifiuto, quando sarebbe ancora buono da mangiare. Quale sia esattamente questa parte è argomento molto discusso, ma le stime della FAO parlano di 179 kg pro capite all'anno, considerando le «perdite» di cibo lungo tutta la filiera: dalla produzione alla distribuzione al singolo consumatore.
I consumatori possono fare molto. Prima di tutto interpretare al meglio le indicazioni sulle scadenze dei cibi . Ma i punti critici sono anche altri, basti pensare che normalmente un pacco di pasta ammaccato non viene messo in vendita sugli scaffali dei supermercati, ma eliminato come rifiuto; o ricordare che gli alimenti deperibili prossimi alla scadenza sono ritirati e smaltiti dalle ditte produttrici, quando potrebbero essere ancora venduti, magari a prezzo ridotto. Per ridurre lo spreco e agevolare i consumatori, alcune catene della grande distribuzione offrono a prezzo scontato gli alimenti prossimi alla scadenza.
Ma ci sono anche organizzazioni nate apposta per ridurre gli sprechi. E’ il caso di Last Minute Market, società che si occupa del recupero da supermercati, aziende alimentari, aziende di ristorazione collettiva ecc., di beni alimentari (e non solo) non commerciabili oppure invenduti e prossimi alla scadenza, per distribuirli a enti no profit che li utilizzano per l'assistenza di persone bisognose. Questa realtà, particolarmente attiva in Emilia-Romagna e in Veneto, è fra i promotori della Carta Spreco Zero, documento ispirato alla Risoluzione del Parlamento Europeo su come evitare lo spreco di alimenti, nell'ambito della campagna «Un anno contro lo spreco» (www.unannocontrolospreco.org), che è stato recentemente sottoscritto da oltre 300 sindaci italiani, i quali, in tal modo, s’impegnano a sostenere nel loro territorio tutte le pratiche, i progetti e le azioni utili per ridurre lo spreco di alimenti.
Last Minute Market collabora con le principali insegne della Grande Distribuzione Organizzata, con diverse aziende di produzione, trasformazione e ristorazione, e con decine di istituzioni e amministrazioni locali; in Lombardia, per esempio, ha una convenzione con i supermercati Il Gigante di Sesto San Giovanni. Interessante è il progetto messo a punto con il servizio mensa del Comune di Sesto San Giovanni dove ogni giorno, i prodotti che non sono stati serviti alla mensa comunale sono distribuiti a persone bisognose, che accedono direttamente al self-service comunale con una sorta di «secondo turno». Nei primi cinque mesi di attività (da luglio 2012 a novembre 2012) sono stati serviti primi piatti, pane, secondi e contorni caldi o freddi, a seconda della disponibilità del giorno, mediamente a 15 persone al giorno, per un totale di oltre 1.400 pasti.
Attivo in modo capillare in Lombardia è il Banco Alimentare. I suoi volontari raccolgono quotidianamente merce invenduta o prossima alla scadenza presso industrie alimentari, mercati generali, grande distribuzione, aziende di ristorazione collettiva ecc., e la distribuiscono alle strutture assistenziali convenzionate, che utilizzano questi beni per sostenere persone bisognose. La lista delle aziende che donano al Banco Alimentare i beni invenduti è lunghissima (http://www.bancoalimentare.it/it/node/1288) e le strutture convenzionate, fra cui Associazioni Caritative, Centri di Accoglienza, Case Famiglia, Case di riposo per anziani e Cooperative sociali, solo in Lombardia, alla fine del 2011 erano 1.270 per un totale di circa 196.000 persone assistite.
Il Banco Alimentare porta avanti ormai da anni il progetto Siticibo, con lo scopo di recuperare cibo cotto non servito e fresco dalla ristorazione collettiva e dalla GDO. Siticibo coinvolge decine di aziende, scuole e altre importanti realtà locali raccogliendo e ridistribuendo il cibo fresco o cucinato che altrimenti andrebbe sprecato. Grande attenzione è riservata alle mense scolastiche dove, oltre a recuperare il cibo non servito, sono previste specifiche attività rivolte ai ragazzi, per sensibilizzarli contro lo spreco.