Napoli. Di nuovo emergenza?
Molti comuni della provincia sono invasi di nuovo dai rifiuti, la procura di Napoli ha avviato una serie di inchieste sulle decisioni prese durante l’emergenza rifiuti e sul collaudo dell’inceneritore di Acerra. Intanto scopriamo che il livello di polveri sottili nella zona dell’impianto, secondo i dati forniti dall’Arpac, ha superato nelle ultime due settimane di gran lunga i limiti consentiti dalla legge
27 May, 2009
La periferia e la provincia napoletana sono di nuovo sommerse dai rifiuti. Sembra di essere tornati indietro di un anno, caldo torrido e sacchetti di immondizia nelle strade.
Con questo stato di cose, si fa sempre più dura denuncia dei sindaci dell’area flegrea, ma anche di Giugliano, Pianura, Marigliano, Marigianella, Marano, Melito, Qualiano, Quarto, San Giuseppe Vesuviano, Palma Campania, Massa di Somma, in cui la raccolta va a rilento. Bertolaso fa sapere che non è compito della struttura del sottosegretario ripulire le strade, il quale deve occuparsi esclusivamente di fornire un sistema integrato di gestione rifiuti. Il motivo della nuova ondata di emergenza, però,non è la raccolta bensì il conferimento, che rientra eccome nelle competenze della sua struttura.
Il presidente del Consiglio dei Ministri aveva stabilito che i rifiuti di molti di questi comuni sarebbero stati conferiti nel sito di Casalduni nel Beneventano. Poi la decisione è stata dirottata su Giugliano, in seguito sul sito di stoccaggio in località Pantano (alle spalle dell’inceneritore di Acerra, per poi ritornare a guardare a Giugliano ed ancora a Casalduni. Insomma, una gran confusione, in cui le uniche cose certe sono le file di camion che vanno a sversare ed i rifiuti che si accumulano in strada.
A proposito del sito di Pantano ad Acerra va chiarito che secondo il decreto del governo sull’emergenza rifiuti in Campania, questo si sarebbe dovuto bonificare come misura compensativa all’attivazione dell’inceneritore e sarebbe dovuto divenire un polmone verde del Comune di Acerra.
Sulle decisioni prese durante l’emergenza si aprono anche altri dubbi, su cui la procura di Napoli sta attualmente indagando. Innanzitutto, ci sarebbero gli impianti aperti durante l’emergenza che sarebbero stati autorizzati senza che gli stessi rispondessero ai requisiti stabiliti dalla legge. La procura di Napoli ha anche chiesto il resoconto della commissione di collaudo dell’inceneritore di Acerra e sta avviando accertamenti sui siti in cui viene accatastata la spazzatura in attesa dello smaltimento “definitivo” nell’impianto.
E proprio il funzionamento dell’inceneritore continua ad essere avvolto ancora nel mistero. Secondo la struttura del Sottosegretario, infatti, l’8 maggio sarebbe partita anche la terza linea. Bertolaso, inoltre, con una lettera a Repubblica a fatto sapere che l’impianto ha già iniziato a produrre energia elettrica, già in vendita sulla rete.
All’avvio delle attività dell’inceneritore non ha però corrisposto un aggiornamento dei dati relativi alle emissioni dell’impianto. Siamo così andati a verificare lo stato dell’aria ad Acerra e a San Felice a Cancello sul sito dell’Arpac, dove ogni giorno vengono riportati i dati aggiornati. Abbiamo considerato i dati relativi alle polveri sottili ed abbiamo trovato che dal 12 al 24 maggio ci sono stati ben 10 superamenti dei limiti di Pm10 (polveri sottili), la cui presenza nell’aria può essere al massimo pari a 50µg/mc, e che in alcuni giorni è arrivata invece anche a 113,2 µg/mc nella zona industriale del comune, ossia nelle immediate vicinanze dell’inceneritore.
Un’interessante segnalazione ci è arrivata poi dal responsabile del settore Educazione sanitaria e ambientale Asl Napoli 1 Centro, Pio Russo Krauss, che ha voluto verificare quanto fosse scientificamente vera la dichiarazione di Bertolaso, secondo cui l’inceneritore di Acerra inquinerebbe come tre auto di media cilindrata. Ha così confrontato i valori massimi di emissione(mg/mc di fumi) che la Fibe-Impregilo garantisce per l´impianto e che sono pubblicati sul sito dell’emergenza rifiuti. Ha poi moltiplicato i dati forniti dalla Fibe per i metri cubi di fumo emessi in un anno dall’inceneritore e paragonato le emissioni di un’auto di media cilindrata(euro 3) con quelle dell´impianto di Acerra. Per scoprire che quest´ultimo non inquina come tre auto ma come 115.702 auto per quanto riguarda la CO2, come 61.000 auto per quanto riguarda gli ossidi di azoto, come 27.000 auto per quanto riguarda le polveri e come 562 per quanto riguarda il monossido di carbonio.
I dati Arpac sull'inceneritore di Acerra