La cura degli alberi e del verde è un segno di civiltà
la lettera del giorno
02 March, 2004
Sono d\' accordo con Vivian Lamarque, che sul «Corriere» ha scritto: bisogna chiedere perdono agli alberi di Milano. È vero, li maltrattiamo, li trascuriamo, talvolta li abbattiamo o costruiamo parcheggi al loro posto. Tutto ciò ci rende più aridi, se riusciamo ancora ad accorgercene. Non sono un\' ambientalista, nel senso che non sono un\' attivista, ma la salute del verde mi sta molto a cuore: è uno dei segnali che contraddistinguono la civiltà di una città, come Milano, che vuol dirsi metropoli, europea, e proiettata verso il futuro. E, di più, rappresenta una forma di rispetto nei confronti di noi stessi. Istituzioni e cittadini devono essere uniti su questo. Non è retorica: Milano ha pochi parchi, poche piante, poco verde. Curare quel che c\' è e, anzi, aumentarlo, è un segno di civiltà. Giovanna Boselli Non c\' è dubbio: alla qualità dell\' arredo urbano, del verde pubblico e dell\' ambiente corrispondono anche una migliore qualità della vita e un\' ottica di sviluppo. La grande città si giudica dai suoi progetti, da quanto è in grado di volare alto e di fornire ai cittadini spazi e servizi adeguati. È su questo campo che si gioca la partita del futuro. Troppo spesso tutti quanti ci dimentichiamo di quanto sia importante vivere in quartieri sani e positivi, ricchi di oasi verdi per i nostri bambini. Siamo prigionieri della fretta e dello stress. Così, da un lato, occorre che le istituzioni s\' impegnino di più e con maggiore sensibilità ambientale; dall\' altro, che i cittadini non si distraggano e dimostrino senso civico e buona volontà. Il verde è un patrimonio da salvare. L\' obiettivo è questo, vale la pena di crederci.