L’energia è l'elemento plasmante dell'agricoltura del futuro
L'intervento di Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte, al Forum Internazionale della Sostenibilità. "Il futuro del sistema alimentare passa dal superamento dell’attuale modello basato su un incremento costante della produttività". "Il Piemonte è la regione europea che ha fatto della sostenibilità energetica e alimentare il proprio marchio politico, una cultura che comincia a metter radici nel mondo, di questo siamo orgogliosi"
17 June, 2009
Mercedes Bresso
Presidente della Regione Piemonte
Roma - 15 giugno 2009
Noi tutti, con la sola eccezione dei più giovani in questa sala, siamo cresciuti celebrando il sistema della produzione alimentare come uno dei capisaldi della modernità e della capacità dell’uomo di trionfare grazie alla tecnica su problemi apparentemente insormontabili. Nel corso del XX secolo la capacità di produrre cibo, sempre più vario, sicuro, a basso costo, distribuito ovunque, è cresciuta enormemente.
I più critici di noi contestavano il predominio della chimica, oggi della genetica, lo sfruttamento di forza lavoro e dei diseredati del mondo, l’ampliamento delle sacche enormi di sottoalimentazione, ma si diceva che questo fosse il prezzo della sovrapproduzione e del debellamento definitivo dalla fame e dall’ingrata fatica dei campi.
I prezzi pagati superano i benefici prodotti e assai mal distribuiti.
Oggi le magnifiche sorti del sistema alimentare globale fanno i conti con l’insipidità del cibo globalizzato, della crescente esposizione ai patogeni alimentari che fanno crescere il rischio salute; inoltre, un quinto dell’umanità è esposto al rischio alimentare, la riduzione progressiva delle rese agricole e le sempre più frequenti patologie animali fanno riflettere sullo stato di salute del nostro modello di produzione, pensando ai dieci miliardi di abitanti previsti per la metà di questo secolo.
Insomma anche in agricoltura un modello basato sul progressivo incremento delle produttività a discapito degli equilibri e della conservazione dei fattori ambientali sta mostrando la corda.
La festa è finita anche nel sistema di produzione alimentare peraltro scosso come e più di altri mondi dalla speculazione finanziaria, tra swap, derivati e future.
Il prossimo futuro del sistema alimentare affronterà, a mio modo di vedere, tre grandi questioni che metteranno in crisi l’attuale modello basato su un incremento costante della produttività. Energia, C02 e acqua sono i tre elementi con cui dovremo fare i conti, i tre vincoli che ci obbligheranno a ridisegnare la produzione alimentare globale.
L’energia è il vero elemento plasmante.
Abbiamo ancora memoria del prezzo del barile schizzato a 140 dollari, la sua rapida discesa ai prezzi della crisi di fine 2008 e la sua lenta risalita attuale; comunque sia, se tracciamo il trend della seconda metà del secolo scorso, osserviamo come la tendenza al rialzo sia stata una costante. Difficile dire se ha ragione chi ne immagina il tetto a 200 dollari nel 2020 o se avrà ragione chi vede il suo stabilizzarsi sotto i cento; comunque sia il prezzo, il suo effetto sulla produzione alimentare sarà forte, se contiamo che il modello attuale di produzione si basa esclusivamente sul petrolio a basso costo.
Automazione, confezionamento, chimica e fertilizzanti, logistica e distribuzione, sono le forme che assume l’energia nella nostra catena alimentare e che fanno si che produrre 500 grammi di corn flakes per la nostra colazione costi circa 40 volte di più che produrre pane o fette biscottate dalla stessa quantità di grano, o che una delle lattine di bevande gasate che abitualmente consumiamo e che vale circa 200 calorie abbisogni di circa 2500 calorie per essere prodotta, serigrafata, trasportata, distribuita, promossa. La produttività alimentare cresce linearmente solo a fronte di un incremento geometrico del consumo energetico: un pianeta di 9-10 miliardi di uomini con l’energia a prezzi medio-alti può sopportare l’impronta ambientale di questo modello di produzione del cibo?
Consumo energetico vuol dire maggiore emissione di C02 e comunque instabilità climatica e la stabilità è stata il vero elemento che ha consentito gli incrementi di produzione alimentare del XX secolo. I recenti mutamenti dell’alternanza stagionale, cui erano tanto attenti i nostri contadini, sono motore di siccità e piogge torrenziali, crescita improvvisa di funghi e agenti infestanti, erosione, impoverimento dei terreni. Ciò richiederà azioni di consolidamento, maggior uso di fertilizzanti, protezioni e coltivazioni in serra, maggiore consumo d’acqua: in altri termini, più energia.
Sappiamo che ogni 100 kg di cereali consumiamo 1000 litri d’acqua. Sappiamo che i granai del mondo e la rivoluzione verde asiatica del Novecento non si sarebbe mai realizzata senza un massiccio intervento irriguo. La relazione tra produttività e irrigazione è diretta. La crescita della produttività prevede un incremento minimo della disponibilità d’acqua su base planetaria del 25%, sapendo che il consumo attuale è un’impronta difficilmente sostenibile, in particolare nei paesi a più forte tasso di crescita, Cina e India in primis. Ciò comporterebbe un prelievo di falda più intensivo, dissalatori, prelievo più intensivo dai fiumi: in altri termini, ancora una volta, più energia.
Cibo ed energia sono per molti versi sinonimi e oggi finalmente scriviamo anche sulle nostre agende politiche che una filosofia basata sull’eccesso, la crescita lineare dei consumi non può che produrre ingiustizia, insostenibilità, rischio per la nostra salute.
Il Piemonte crede nelle proprie possibilità di crescere in modo più sostenibile investendo in primo luogo sulle energie rinnovabili. con quasi 400 milioni di euro di nei prossimi anni dedicati alla ricerca, alla produzione, al risparmio energetico. Uno dei programmi più ambiziosi per la produzione di biocarburanti non da materia prima alimentare è piemontese, laboratori per la prima foglia artificiale sono in Piemonte, un programma d’investimenti per la sostenibilità alimentare connessa ai programmi europei per l’energy and food ha base nella nostra regione.
Il Piemonte è la regione europea che ha fatto della sostenibilità energetica e alimentare il proprio marchio politico, in qualche modo ha fatto della sostenibilità alimentare una cultura che comincia a metter radici nel mondo, di questo siamo orgogliosi, questa è una prospettiva di crescita cui dedico il mio impegno di politica, di rappresentante delle Istituzioni, di cittadina in primo luogo.