Campania: pubblicato il Rapporto Arpac sullo Stato dell’Ambiente
Raddoppia il numero dei siti contaminati della regione, aumenta la preoccupazione per le polveri sottili, ancora alto l’inquinamento acustico, scadente o pessima la qualità si un terzo dell’acque dei fiumi campani, mentre ci sono buone notizie sul fronte dei gas serra
24 June, 2009
È tutt’altro che roseo lo stato dell’ambiente in Campania, almeno stando al rapporto annuale pubblicato dall’Arpac (Agenzia Regionale Protezione Ambientale Campania). L’analisi ha riguardato i siti contaminati, i rifiuti, l’inquinamento dell’aria, i gas serra, la diossina presente in regione, l’inquinamento delle acque e quello acustico.
Partendo dai siti contaminati l’Agenzia campana ha rilevato un netto peggioramento rispetto al 2005, quando erano stati contati 2599 siti contaminati o potenzialmente contaminati. Nel 2008 il numero è salito a 5281, di cui 1548 sono aree soggette ad abbandono incontrollato di rifiuti e 3733 siti vari contaminati o potenzialmente tali. Il superamento dei limiti previsti dalla legge per la concentrazione di determinate sostanze inquinanti è stato rinvenuto in 462 di questi siti, di cui 199 si trovano concentrati nella sola provincia di Napoli. Di contro, la bonifica è stata completata per ora solo in 13 siti ed avviata in 876, ossia il 24% del totale delle aree. Sul fronte diossine, invece, nel Rapporto i tecnici sottolineano: se le indagini sanitarie sulle matrici biologiche (latte e derivati) attuate dai Servizi Sanitari hanno mostrato un fenomeno di contaminazione da diossine nei prodotti delle aziende zootecniche, in particolare nella provincia di Caserta tra la riva sinistra del Volturno e la riva destra dei Regi Lagni, le campagne di monitoraggio ambientale hanno evidenziato una contaminazione diffusa da diossine, la cui entità non si discosta da quella che caratterizza il territorio nazionale ed il contesto territoriale europeo ed è da escludere una condizione di emergenza ambientale se non in aree puntuali.
Aumenta la preoccupazione per la presenza di polveri sottili nelle città campane, dove l’Arpac ha provveduto ad istallare 18 centraline, di queste ben 7 hanno registrato un superamento dei limiti annuali previsti dalla legge. Nello specifico, una su due centraline supera il limite massimo ad Avellino, due su due sono oltre il limite massimo a Benevento, nessuna a Caserta, quattro su nove a Napoli (Centro Storico, Vomero, piazza Garibaldi, Nuovo Pellgrini) e nessuna a Salerno.
Per quanto riguarda l’inquinamento acustico, emerge un quadro di Napoli, su cui è stato realizzato il campionamento, come città particolarmente rumorosa, caratteristica che non risparmia nessuno dei suoi quartieri. Poggioreale è in testa alla classifica con una media diurna che nei giorni feriali sfiora i 75 decibel. I quartieri più tranquilli sono Chiaiano e Bagnoli che, comunque, si attestano al di sopra dei 65 decibel.
Poco rincuorante anche la situazione delle acque della regione. Secondo il rapporto dell’Arpac, infatti, un terzo dei tratti di fiume campani ha una qualità che risulta “scadente” o “pessima”. Il dato si riferisce all’indice Seca “Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua”.
Migliore, invece, la situazione relativa all’emissione dei gas serra della regione. Stando al Rapporto, infatti, la Campania è in linea con gli obiettivi di Kyoto, avendo ridotto le proprie emissioni di circa il 17% dal 1990 al 2005, mentre a livello nazionale dal 1990 al 2006 è stato registrato un incremento del 10%.
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