Smog a Palermo, ventinove vigili parte civile contro il Comune
Nel processo che vede imputati il sindaco di Palermo e due ex assessori per non aver adottato provvedimenti adeguati al contenimento dello smog si costituiscono parte civile oltre alle associazioni ambientaliste anche vigili urbani e società civile - da LiveSicilia.it del 22.06.2009
24 June, 2009
Sandra Figliuolo
Contro il Comune ora non ci sono solo associazioni ambientaliste (Wwf e Legambiente), ma anche diretti dipendenti (ventinove vigili urbani) ed una piccola parte di società civile (precisamente “quattro comuni” cittadini: gli avvocati Michelangelo Di Napoli, Maurizio Gemelli, Piero Milio, e lo scrittore e giornalista Roberto Alajmo). Saranno tutti parte civile (ed avranno eventualmente diritto al risarcimento dei danni) nel processo a carico del sindaco di Palermo, Diego Cammarata, di due ex assessori (Lorenzo Ceraulo e l’attuale presidente della Provincia, Giovanni Avanti) e di due dirigenti del servizio Ambiente ed ecologia (Roberto Costantino e Attilio Carioti), accusati di rifiuto ed omissione di atti d’ufficio, nonché di diffusione di emissioni pericolose nell’atmosfera. In pratica, gli imputati non avrebbero adottato i provvedimenti adeguati a fronteggiare lo smog in città tra il 2001 ed il 2007.
Una scelta importante quella che il tribunale, presieduto da Raimondo Loforti, ha preso stamattina: se è un po’ scontato, infatti, accogliere la richiesta di risarcimento danni delle associazioni ambientaliste, lo è meno per quanto riguarda quella dei vigili (tutti hanno in questi anni effettuato servizio in strada ed alcuni di loro si sarebbero ammalati) e dei semplici cittadini. Il tribunale ha però ritenuto, riferendosi a diverse sentenze della Cassazione, che “il danno ambientale è anche un danno alle persone, un’offesa alla loro dimensione umana e sociale”. E’ stata respinta invece la richiesta avanzata dal Movimento per la difesa dei cittadini perché il comitato “non ha nessun legame con il territorio”.
“La nostra - spiega l’avvocato Milio - non è una battaglia politica, ma proprio una scelta come comuni cittadini che vorrebbero una città più pulita e vivibile. Quando ho letto le carte legate a questa inchiesta, per me è stato spontaneo indignarmi e così è stato per i miei tre colleghi ed amici. Non siamo qui né per speculare né per strumentalizzare”. Il processo è stato rinviato a settembre.