Accordo Anci – Conai
Recuperare il ritardo della gestione pubblica in materia di rifiuti e garantire che la raccolta differenziata sia funzionale al riciclo. Questi alcuni dei punti dell'accordo Anci-Conai firmato durante l'incontro a Montecitorio
09 July, 2009
È stato annunciato durante l'incontro a Montecitorio sulle politiche dei rifiuti in Italia il rinnovato rapporto di collaborazione tra Anci e Conai, già avviato nel dicembre 2008, volto al miglioramento della qualità della raccolta differenziata ed all'incremento dei livelli di riciclo delle amministrazioni italiane. É stato, infatti, firmato un nuovo Accordo Quadro il cui obbiettivo principale è quello di superare un grosso limite che ha caratterizzato la gestione dei rifiuti in molti comuni: la confusione tra raccolta differenziata e riciclo. Secondo il presidente del Conai, Piero Perron, infatti, molte amministrazioni hanno gestito la questione dei rifiuti concentrandosi esclusivamente sulla raccolta differenziata, senza far nulla sul fronte del riciclo. Il problema è stato evidente in Campania, dove la mancanza di questo secondo passaggio ha comportato il proliferarsi delle cosiddette ecoballe e la necessità da parte delle aziende di importare da altre regioni il materiale da destinare al riciclo, oltre che l'apertura di un elevato numero di discariche.
Con l'accordo firmato, il Conai si impegna a ritirare, ai corrispettivi fissati, qualsiasi quantità di materiale da riciclare nei comuni che aderiscono, di qualsiasi parte d'Italia essi siano. La convinzione è che la raccolta differenziata in sé non sia l'obiettivo, ma elemento funzionale al riciclo. Attraverso l'accordo, dunque, i comuni avranno garanzia che la loro raccolta differenziata venga effettivamente riciclata. Il metodo utilizzato per la raccolta prevede la separazione di vetro, carta e multimateriale leggero. Non si è optato per la frazione multimateriale pesante (ossia comprensiva di plastica, alluminio e vetro) per evitare una qualità della raccolta differenziata più scadente con il conseguente smaltimento in discarica di un maggior quantitativo di rifiuti.
Per il Conai si tratta di un passo molto importante, soprattutto in un momento di forte crisi economica, che inevitabilmente si sta ripercuotendo anche sul consorzio. Nonostante gli ottimi risultati raggiunti anche nel 2008, il Conai dovrà far fronte alla caduta dei prezzi del petrolio, ad un minore utilizzo di imballaggi e ad un ridotto acquisto di merci. L'incremento della raccolta differenziata da parte dei cittadini porta però una spinta al riequilibrio ed è anche per questo che l'accordo assume una particolare importanza.
Grande soddisfazione è venuta anche dal responsabile dell'Anci, Nascosti, che ha, però, evidenziato che l'azione degli Enti Locali è spesso ostacolata da una forte pressione legislativa sui comuni, costretti a relazionarsi con una grande quantità di obiettivi in materia di rifiuti, imposti a livello nazionale, ma anche provinciale e regionale. Dalla poca chiarezza legislativa spesso deriva, a suo parere, anche un'inefficace azione amministrativa.
Non è sembrato un tabù, invece, l'ipotesi dell'incenerimento, che Conai e Anci considerano un elemento essenziale in un sistema integrato di rifiuti. Solo con riciclo e raccolta differenziata non si esaurisce la strategia di gestione, ha affermato Perron, se la raccolta differenziata funziona bene, se è organizzata bene la raccolta dell'umido, allora la restante parte può andare all'incenerimento, sbagliato è forzare esclusivamente questo passaggio. Resta invece importante limitare al minimo le discariche.
Più duro al riguardo è stato Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, secondo cui con l'incenerimento tenderebbe a scomparire il resto della filiera, soprattutto quando questa soluzione non è commisurata alla reale produzione di rifiuti. Preoccupante, secondo il presidente di Legambiente, è la situazione della Campania, dove, una volta realizzati i 5 inceneritori, non ci saranno in tutta la regione rifiuti sufficienti ad alimentare gli impianti.