Il freddo e lo smog ? Due finti spauracchi - del 23.12.2003
19 March, 2004
Molti sono i motivi per cui spesso si appende la bicicletta al chiodo quando arrivano i primi freddi inforcandola di nuovo solo quando le primule fanno capolino. Il più frequente dei timori è ovviamente il freddo: chi ha il coraggio di uscire in bicicletta anche con 5 gradi sopra o sotto zero sa perfettamente che dopo due isolati dalla partenza il freddo è sparito. Naturalmente ci si deve coprire bene, ma non troppo: guanti, sciarpa, cappello di lana, indumenti che tengono caldo ma lasciano respirare la pelle. Non si deve mai arrivare a sudare perché poi il sudore gela e si ha ancora più freddo. Ci si deve vestire a cipolla, con indumenti uno sopra l’altro, da togliere appena si sente caldo o da mettere appena si sente freddo. Del resto riescono ad andare in bicicletta in inverno in paesi molto più freddi del nostro, Danimarca, Norvegia, Olanda. Si potrebbe obiettare che “loro sono abituati”: è vero, ma la temperatura da loro è anche molto più bassa che a Torino. Un altro argomento che limita l’uso della bicicletta è l’inquinamento: si è portati a pensare che i ciclisti, rispetto agli altri utenti della strada (pedoni, automobilisti, utenti del trasporto pubblico), sono più esposti agli effetti nocivi dell'inquinamento. Si tratta di una vera favola metropolitana. L'dea cui si fa ricorso per sostenere questa tesi è che i ciclisti, quando pedalano in città, sono soggetti alla iperventilazione (cioè hanno il fiatone e respirano più aria degli altri). Chi si muove in bici in città va a 12-15 chilometri all'ora, velocità che corrisponde, in quanto a fiatone, a 3 chilometri all'ora di quando si cammina a piedi, cioè una passeggiata. Il ciclista in città non viaggia certo a 30 e più chilometri all'ora che invece corrisponde al correre a piedi a 8-10 km e più all'ora. Dunque il ciclista di città è inquinato come tutti gli altri, ma almeno ha la grande soddisfazione di non essere un inquinatore. Per la verità, c'è uno studio del 1995 che sostiene (volume “Città per la bicicletta, città dell'avvenire” della Commissione Europea in un’edizione pubblicata dal Ministero dell'Ambiente Italiano, a pag. 35) che all'interno degli abitacoli delle auto l'inquinamento è anche maggiore che fuori e che il ciclista pur respirando in media un volume 2,3 volte superiore all’automobilista riesce a immagazzinare meno inquinamento nei propri polmoni. Una ragione in più per intensificare l'uso della bicicletta (o comunque andare a piedi o usare i mezzi pubblici) in questo momento particolare dell’anno nel quale tutti sono in movimento alla ricerca di regali per le feste di Natale, e quindi contribuire a non inquinare sè e gli altri.