La guerra dell´inceneritore
Lo scontro mentre in Provincia Saitta si accorda con Rifondazione
23 April, 2004
Anche Orbassano dopo Montanaro pensa a un referendum \"Sarebbe un guaio perché resterebbe solo il Gerbido\" Il vicesindaco Calgaro: \"Nel 2008 la discarica sarà completa, rischiamo di bruciare i rifiuti in strada come in Campania\" La campagna elettorale ha fatto saltare tutti gli accordi nell´Ulivo sul nuovo impianto GINO LI VELI Potrebbe essere chiesto un referendum anche ad Orbassano, qualora la scelta dell´area su cui realizzare l´inceneritore ricadesse sul cosiddetto sito «Orba 3», quello attorno all´impianto della Servizi industriali, ad Orbassano, che è in lizza con l´area del Gerbido. Lo ha annunciato ieri Gianni Naggi, l´esponente di Rifondazione comunista che segue i problemi ambientali e dei rifiuti in particolare, durante la registrazione di una trasmissione televisiva che andrà in onda stasera su Grp alle 22,30. Una possibilità lanciata nel corso di un vivace dibattito con Stefano Esposito, amministratore delegato di Trm (la società che deve gestire l´impianto), esponenti delle associazioni ambientaliste, l´esponente diessino Giorgio Diaferia e Nello Salvo, presidente del comitato «Torino 2003», nato per sollecitare la chiusura della discarica di via Germagnano. L´eventualità di un nuovo referendum, dopo quello che si terrà in autunno a Montanaro, la zona scelta per la discarica di servizio all´inceneritore, rende ancora più accidentato il già complesso percorso verso la realizzazione dell´impianto. L´inceneritore è anche uno dei temi dell´intesa appena raggiunta tra centrosinistra e Rifondazione per il sostegno al candidato Antonio Saitta (oggi ci sarà l´annuncio ufficiale). Il rischio di una clamorosa impasse, che nella migliore delle ipotesi fa slittare le scelte di sei-otto mesi, è più che mai reale. Con l´inevitabile conseguenza che non si possa più rispettare la scadenza di fine 2008, indicata come inizio del funzionamento del termovalorizzatore. «Dopo quella data non ci sarà più un buco in cui portare i rifiuti - dice il vicesindaco Marco Calgaro, che ha la delega sulle questione rifiuti- Non è assolutamente un´eventualità remota che la questione esploda e Torino si ritrovi nella stessa situazione di Napoli, dove i rifiuti sono stati anche bruciati in strada, con grave problemi per la salute. Questo dovrebbe preoccupare gli ambientalisti. Oggi più che mai è necessario il recupero di un vero senso di responsabilità. Non è più tempo di rinvii. Noi una scelta l´abbiamo fatta: se non diventasse praticabile ?Orba3´, l´inceneritore ce lo facciamo nel nostro territorio al Gerbido». Calgaro questa sera parteciperà, con la presidente dalla Provincia Mercedes Bresso, all´assemblea organizzata all´istituto salesiano di piazza Rebaudengo dal comitato «Torino 2003» che ora è di nuovo preoccupato per il rischio di un rinvio che vuol dire allontanare la chiusura della discarica, in funzione certamente fino al 2005, con possibilità di proroga fino al 2008. E non nasconde i timori neppure Stefano Esposito: «Il rischio di non farcela esiste - ammette- Bisogna essere chiari: senza inceneritore e senza una discarica, i rifiuti fra qualche anno dovrebbero essere portati all´estero, con un aggravio notevole dei costi. In questo momento l´unica cosa da fare è evitare battaglie ideologiche sulla questione: l´inceneritore non deve diventare strumento di battaglie elettorale, anche se va salvaguardata la volontà popolare». Più cauto appare Antonio Saitta, che nella possibile veste di nuovo presidente della Provincia si dovrà occupare del tema fra qualche mese: «Nel nostro programma è tutto chiaro: si prosegue con le scelte della giunta Bresso, per arrivare ad un sistema integrato di rifiuti». E Stefano Alberione, segretario provinciale di Rifondazione, sostiene: «A Montanaro non c´era nessuna intesa. E´giusta e logica la richiesta di una consultazione popolare. In Val di Susa molti Ds e anche uomini della Margherita non sono a favore dell´Alta velocità. Eppure questo non mette in discussione certe scelte».