Impianti: si possono scavalcare i comuni
Cosa dice il decreto Ronchi. Attualità (e scarsa attuabilità?) della legge
27 April, 2004
L'ultimo spunto lo danno gli intoppi delle localizzazioni dell'inceneritore e della discarica che si devono realizzare nel torinese. Il comune di Montanaro dove è prevista la discarica, annuncia un referendum consultivo (dove vincerebbero i no). Tra i comuni della cintura ovest che devono compensare con nuovi spazi il "SiTo" dove si farebbe l'inceneritore gli accordi sono difficili. Qualche giorno fa i vertici della Provincia ( e del capoluogo) hanno dichiarato "le decisioni sono già prese, sono sovracomunali". La questione interessa molte zone d'Italia. Eco dalle Città è andata a riverificare norme e procedure. In effetti sulla base del decreto Ronchi del 97 non è necessario il consenso del comune "ospitante" per realizzare una discarica o un inceneritore. (L'approvazione sostituisce ad ogni effetto visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi regionali, provinciali e comunali.) E sulla base delle leggi e delle dichiarazioni di "pubblica utilità" non è necessario neanche il consenso del soggetto proprietario dell'area, che potrebbe essere scavalcato con una procedura di esproprio. Le cose di cui c'è assolutamente bisogno, da un punto di vista legale, sono di un progetto valido rientrante nei piani regionali e provinciali dei rifiuti e di una procedura di valutazione di impatto ambientale che si concluda positivamente. Abbiamo verificato questi elementi con gli Uffici tecnici della Provincia di Torino. Dove però ricordano un solo caso in cui un impianto è stato realizzato contro il parere del comune, era un piccolo impianto a Candiolo ( e in quel caso la proprietà era d'accordo). La legge attribuisce alla Regione, che in genere la sotto-delega alla Provincia, la potestà decisionale. Dopodichè, come è noto, è difficile decidere se le proteste popolari sono forti e le volontà politiche non sono compatte.