La sinistra resta divisa su piazza San Carlo
Un altro botta e risposta tra il sindaco e gli alleati del PDCI
18 May, 2004
Giuseppe Sangiorgio Botta e risposta fra Comunisti italiani e il sindaco Sergio Chiamparino ancora sul parcheggio sotto piazza San Carlo. Scrivono i segretari del Pdci, Vincenzo Chieppa e Luca Robotti: «Il dibattito su quest’opera ha assunto toni che ci hanno sorpreso. Sorprendenti in particolare le dichiarazioni del sindaco che invoca una verifica politica di maggioranza sul tema, soprattutto quando afferma il valore strategico di quella struttura per il futuro della città. Siamo sempre disponibili al al confronto. A condizione che non si carichino di significati politici scelte che sono prettamente amministrative. Tanto più, come in questo caso, non previste nel programma dell’alleanza che portò ad eleggere Chiamparino». I Comunisti italiani (in sala Rossa hanno Gianguido Passoni e Domenico Gallo) annunciano che, non potendo valere, a loro giudizio, «i richiami al rispetto del programma» valuteranno liberamente quale atteggiamento assumere in Consiglio comunale, quando (lunedì prossimo) verrà discussa la delibera di iniziativa popolare, per sospendere la costruzione del parcheggio sotto il Caval ‘d Brons. Replica il sindaco: «Il programma non è la Bibbia, ma vive sulle idee e sui suggerimenti che arrivano dalla città. Il parcheggio sotto piazza San Carlo è stato valutato e approvato in due circostanze: per rientrare nei finanziamenti previsti dalla legge Tognoli e quando fu inserito, con un emendamento, nel Put, ottenendo via libera dalla maggioranza». Chiamparino insiste sulle «colpe politiche» espresse nella lettera del Pdci. «A politicizzare la vicenda non sono stato io, ma chi ha presentato la delibera di iniziativa popolare, e coloro che, nella maggioranza, hanno deciso di cavalcarla senza forse rendersi conto delle conseguenze. Io mi sono semplicemente preoccupato che il cantiere sia aperto al più presto, in modo che possa chiudersi nel periodo natalizio del 2005. Avevo risposto alla lettera del Duca d’Aosta e non ho voluto replicare ad una seconda missiva. Per me è tutto chiaro: a politicizzare la questione è stato chi ha voluto enfatizzare quelle 2400 firme, trasformate in delibera proprio all’avvio della campagna elettorale. Certo, dal voto di lunedì prossimo ci potranno essere conseguenze anche politiche. Ma, si sappia, da parte mia, se la delibera di sospensione dell’opera sarà bocciata e se i suoi sostenitori non si fidano del sindaco, sono pronto a votare una mozione che impegni la giunta ad approfondire la questione prima dell’avvio del cantiere».