Dagli altarini alle polveri (sottili)
Lo Stato affida al Cnr il compito di scegliere le apparecchiature atte a difendere i polmoni dei cittadini, e il Cnr dice che vanno bene solo quelle vendute dalla famiglia del ministro Moratti
28 May, 2004
DI Alberico Giostra Cominciamo dalla fine. Il commissario per l’emergenza rifiuti della Campania Antonio Bassolino, il 13 giugno 2002 bandiva una gara d’appalto del valore di 8 milioni di euro per la fornitura di 41 stazioni fisse, 2 mobili e 11 centri informatizzati per il rilevamento della qualità dell’aria nei dintorni dei termovalorizzatori. Si trattava della più importante gara d’appalto degli ultimi anni nel campo degli analizzatori di polveri. Il 2 ottobre 2002 la commissione aggiudicava l’appalto al Consorzio S.T.A. spa, che distanziava di 8 punti la seconda classificata, la Vitrociset-Sartec. Il 21 ottobre la Vitrociset-Sartec chiedeva l’esclusione del Consorzio S.T.A. dalla gara, lamentando che il Consorzio non avesse prodotto un certificato cosiddetto di equivalenza così come era richiesto dal decreto ministeriale n.60 del 2002. Il certificato di equivalenza doveva servire ad accertare la correlabilità del metodo di rilevamento gravimetrico, quello base, con quello adottato dalla centralina in questione, che disponeva di rilevamento sia gravimetrico che light scattering. Una prima volta la commissione respingeva la richiesta della Vitrociset-Sartec, ma il 20 gennaio 2003 le due aziende tornavano alla carica forti di una nota tecnica del direttore dell’Istituto inquinamento atmosferico del Cnr il quale ribadiva che le centraline del Consorzio S.T.A non rispondevano ai requisiti ministeriali. La commissione, dopo aver chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato, il 28 marzo 2003 dichiarava la Vitrociset-Sartec aggiudicataria dell’appalto. Ma perché il Consorzio S.T.A non aveva quel certificato? Per un motivo molto preciso: quella certificazione era imposta da un decreto ministeriale entrato in vigore il 2 aprile 2002 e per ottenerla era necessario sottoporre le centraline a un prolungato esame lungo quattro stagioni. Per cui il lasso di tempo tra l’entrata in vigore del decreto, il 2 aprile, e la data in cui era stato bandito l’appalto, il 13 giugno 2002, non avrebbe consentito a chicchessia di procurarsi, conformemente alle regole, quel certificato d’equivalenza. Già, ma allora le centraline della Vitrociset-Sartec come mai possedevano il certificato? Come potevano averlo ottenuto in soli tre mesi e venti giorni anziché un anno? Eppure era così, la Vitrociset-Sartec il 22 luglio, all’atto di presentazione della domanda, esibiva una certificazione d’equivalenza datata 19 luglio 2002, rilasciata cioè tre soli giorni prima. Ma rilasciata da chi? Dall’ente preposto per legge ovvero il Cnr, ed esattamente dal direttore dell’Istituto inquinamento atmosferico, Ivo Allegrini. Ma come è possibile, dopo nemmeno tre mesi dall’entrata in vigore del decreto? Semplice: la sperimentazione era stata realizzata a Berlino dall’aprile al novembre 1999. Qui sorge una prima perplessità. Il D.M. del 2 aprile 2002 stabiliva che i dati fossero «rappresentativi delle condizioni ambientali previste nei vari siti italiani con particolare riferimento alla variabilità stagionale. Un numero di campioni pari a 60 medi giornalieri distribuiti uniformemente nel corso dell’anno». E allora perché Allegrini aveva rilasciato questo certificato? Non aveva letto bene il decreto? Oppure per caso nutriva una certa simpatia per le centraline della Vitrociset-Sartec? «SENZA VALORE». Secondo due docenti dell’Università di Ferrara e di Napoli la certificazione di Allegrini non aveva e non ha valore perché condotta con una «testa di campionamento» diversa da quella prevista dal decreto in vigore e a una diversa temperatura. Inoltre gli enti preposti alla certificazione di queste apparecchiature in realtà erano due, il Cnr e l’Ispesl, l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro. Ma quest’ultimo aveva deciso di non rilasciare certificazioni invocando la mancanza di una serie di decreti attuativi che configuravano una palese vacatio legis, ovvero l’assenza di procedure certe e riconosciute (che perdura tuttora). Allora perché Allegrini ha rilasciato quella certificazione? Forse per far partecipare la Vitrociset-Sartec in tempo alla gara napoletana? Se si va a leggere quel certificato firmato da Allegrini si scopre qualcosa di importante: che l’analizzatore di polveri Opsis SM200, il modello della Vitrociset-Sartec, prima si chiamava Adam-Cnr ed era prodotto dalla Das di Palombara Sabina su progetto del Cnr e in particolare di Ivo Allegrini. In sostanza Allegrini dapprima progettava le centraline Adam-Cnr-Das quindi per conto dello Stato certificava (meglio sarebbe dire autocertificava) la equivalenza delle stesse, dando il via libera alla loro commercializzazione e infine con quel suo parere concorreva in modo determinante affinché il suo prodotto si aggiudicasse una gara da 8 milioni di euro già vinta da un’altra azienda. Il tutto su carta intestata del Centro nazionale delle ricerche. Può apparire incredibile ma è così. Peraltro le centraline del Consorzio S.T.A. costavano il 10 per cento in meno delle Allegrini-Vitrociset-Sartec e mentre le prime potevano vantare una solida serie di referenze, dell’apparecchio di Allegrini erano state vendute poche unità. Due aziende romane, la Elecos e la Sea, che avevano provato a commercializzare la prima versione delle centraline di Allegrini, erano fallite entrambe. LA FAMIGLIA MORATTI. E Allegrini come risponde a queste osservazioni? Intanto ammette di aver progettato la centralina venduta da Vitrociset-Sartec. Poi difende la certificazione concessa alla «sua» centralina dicendo che poteva essere concessa anche senza un anno di prove perché il nuovo decreto del 2002 era sostanzialmente identico a quello in vigore in precedenza e quindi la concessione era «quasi automatica». Testuali parole. Quindi ribadisce che le centraline del Consorzio S.T.A. non avevano certificazione e che la certificazione che avevano presentato, quella tedesca, non era valida in Italia. Ma il Consorzio S.T.A. smentisce di aver mai presentato una certificazione tedesca, essendosi limitato a sottolineare la persistente vacatio legis. Infine Allegrini si fa forte delle sentenze del Tar Campania e del Consiglio di Stato che hanno respinto i ricorsi del Consorzio S.T.A., sentenze, dice lui, che sono entrate nel merito. Ma non è vero. La sentenza del Tar non entra nel merito e quella del Consiglio di Stato riconosce la fondatezza del ricorso ma essendo già avviati i lavori, dice, non si possono interrompere. Peccato però che i lavori non erano e non sono mai iniziati. Per la cronaca esiste un’altra sentenza del Tar Campania che in merito a una gara vinta da un’altra azienda che vendeva lo stesso prodotto del Consorzio S.T.A. ha respinto il ricorso di Vitrociset-Sartec. Una situazione del tutto analoga ma a ruoli rovesciati. Ma c’è un altro particolare in questa vicenda. La Vitrociset-Sartec è un’associazione di imprese tra la Vitrociset, che appartiene per il 90 per cento agli eredi Crociani e per il 10 per cento alla Alenia Marconi, e la Sartec-Saras che invece appartiene ai Moratti, ovvero alla famiglia del ministro dell’Istruzione e dell’Università che sul Cnr ha poteri di vigilanza. Dunque Letizia Moratti, oltre a non rimuovere il palese conflitto d’interessi di Allegrini, assisteva passivamente a un altro conflitto di interessi, il suo. Il Cnr ovvero Allegrini, fino al 2003 aveva certificato solo tre analizzatori di polveri e tutti e tre erano commercializzati dalla Sartec mentre nel gennaio del 2004 ha certificato altre due centraline per le micropolveri, una prodotta in Francia e una a Roma, la Swam, che Allegrini smentisce di aver progettato ma che è identica alla sua. Stessa situazione per gli analizzatori di benzene: di quelli certificati due sono della Sartec, uno del Cnr e uno di un’altra azienda italiana. La situazione appare dunque la seguente: lo Stato affida al Cnr il delicato compito di decidere quali apparecchiature utilizzare per difendere i polmoni dei cittadini e il Cnr dice che si possono utilizzare praticamente solo le sue che sono vendute da un’azienda della famiglia del ministro che sul Cnr dovrebbe vigilare. Ammesso e non concesso che Letizia Moratti non sapesse nulla di questa vicenda, perché il viceministro Guido Possa che del Cnr si occupa non ha avvertito il ministro? Oppure il fatto di essere stato compagno di liceo di Silvio Berlusconi ha reso il viceministro Possa assuefatto ai conflitti di interesse? Nel giugno 2002 l’Istituto di inquinamento atmosferico del Cnr in collaborazione con il ministero dell’Ambiente ha realizzato in Cina un progetto di monitoraggio ambientale del valore di 2 milioni e mezzo di euro. Secondo il deputato di Rifondazione comunista Nichi Vendola, il Cnr ha acquistato le apparecchiature da inviare in Cina dalla Sartec-Saras dei Moratti finanziando il 50 per cento della spesa con contributi a fondo perduto del ministero dell’Ambiente e senza un bando di gara europeo. In sostanza il Cnr ha acquistato, dall’azienda dei Moratti, un’apparecchiatura progettata dal Cnr stesso ma costruita all’80 per cento negli Stati Uniti e il tutto utilizzando danaro pubblico destinato alla promozione di prodotti italiani. Per sua stessa ammissione Allegrini è stato per anni consulente di una società di proprietà dell’attuale amministratore delegato della Sartec-Saras e da questa acquisita. Domanda: in quante occasioni l’Istituto diretto da Allegrini ha acquistato materiali e apparecchiature senza una regolare gara d’appalto? Il 17 marzo 2003 veniva bandita dall’Arpa della Regione Veneto una gara per la fornitura di apparecchiature di campionamento e analisi della qualità dell’aria. Vi partecipavano tre società tra le quali la Sartec-Saras e una società che offriva centraline di produzione americana, notoriamente le migliori del mondo. Nella seduta del 2 luglio, dopo aver aperto le buste con l’offerta economica e con i nomi delle società, la Commissione decideva di introdurre un requisito tecnico non previsto inizialmente dal bando, un filtro di 47 mm di diametro, attribuendo a esso 20 punti su 45 totali. L’unica apparecchiatura a possedere questo filtro era quella della Sartec-Saras progettata da Allegrini e da lui certificata. E l’azienda dei Moratti si aggiudicava la gara. Una storia simile accadeva a Varese nel 2002 in una gara dell’Arpa Lombardia per analizzatori di micropolveri. Anche qui le caratteristiche richieste erano possedute solo dall’apparecchio Sartec-Saras-Allegrini: il solito filtro da 47 mm e la radioattività. Vinceva la Sartec-Saras ma poi qualcosa andava storto, il bando diceva che le centraline dovevano produrre dati ogni due ore (il depliant Sartec-Saras garantiva dati ogni due ore) ma le centraline ne producevano solo ogni 24 ore, al punto che l’Ufficio Collaudi dell’Arpa le bocciava. CHIAMATEMILANO! La bocciatura a Roma veniva interpretata come un affronto dell’Arpa lombarda. Come uscirne? La Sartec-Saras si affidava all’associazione Chiama Milano finanziata dagli stessi Moratti. La centralina bocciata era stata montata su un laboratorio mobile che metteva a confronto i dati delle centraline «R&P» dell’Arpa Lombardia di Milano con quelli del Laboratorio mobile certificato Cnr, accusando poi l’Arpa di fornire dati sbagliati su l’inquinamento da Pm10. La cosa curiosa è che le centraline dell’Arpa, le americane R&P, notoriamente le più affidabili in commercio, erano state vendute all’Arpa proprio dalla Sartec-Saras. A questa polemica Striscia la Notizia dedicava un servizio il 28 gennaio 2003. Ma la trovata non aveva successo e nonostante avessero vinto la gara le due centraline Allegrini-Sartec-Saras a Varese non sono mai state montate. Qual è il ruolo del ministero dell’Ambiente in questo groviglio di conflitti di interesse? Il fatto che Ivo Allegrini si presenti apertamente come un uomo di centrodestra può avere un peso nei rapporti con un ministero dell’Ambiente occupato in modo «bulgaro» dalla Casa delle libertà? Al Dipartimento salvaguardia ambientale del ministero operano sei dipendenti dell’Istituto del Cnr diretto da Allegrini. Hanno per caso contribuito alla stesura dei decreti ministeriali? Se prendiamo il decreto 261 del 2002 vediamo che nella documentazione di supporto vengono citate sei pubblicazioni di Allegrini. Due di queste portano la firma di una di quelle collaboratrici distaccata al ministero. Nell’allegato di questo decreto, vengono indicate direttive sulle valutazioni preliminari della qualità dell’aria. Tra le tecniche preliminari viene illustrata la tecnica a «campionamento diffusivo», una tecnica elaborata proprio da Allegrini. Per realizzarla è necessario dotarsi di uno strumento apposito, denominato Analist, in vendita al Cnr e fatto produrre a Roma da Allegrini. Naturalmente la validità di questa campionatura è stata certificata da Allegrini stesso. Alla luce di questi fatti è lecito chiedersi: esiste forse un sodalizio di cui fanno parte l’Istituto inquinamento atmosferico del Cnr, settori del ministero dell’Ambiente e dell’Università e alcune aziende private, che tenta di pilotare gare d’appalto strumentalizzando a proprio vantaggio le prerogative della Pubblica Amministrazione?